Arrivano i premi, tra sussurri e grida di Oriana Fallaci

Arrivano i premi, tra sussurri e grida Arrivano i premi, tra sussurri e grida Strega tre favoriti ROMA — Tornano i premi, come ogni anno, e persino senza l'uggioso interrogativo sulla loro utilità, sulla loro salute, sulla loro moralità: tornano e basta. Così torna il più glorioso di tutti, lo Strega, alla sua trentaquattresima edizione. Si diceva, si sussurrava che sarebbero scesi in lizza due pericolosi, Calvino e Macchia: non ci sono. Giovanni Macchia, da molte parti pressato, come del resto anche l'anno scorso, ha alla fine rifiutato. «Sono vecchio — ha detto — e poi ho scritto un saggio e non un romanzo». L'abiezione della vecchiaia è relativa, i concorrenti, come del resto i votanti, essendo tutt'altro che giovinetti, quella del romanzo anche. Allo Strega si presenta Vittorio Gorresio, con La vita ingenua, che è un libro nella tradizione semmai della memorialistica e del saggio, piuttosto che della narrativa. «E' metà e metà», ha detto in proposito Alberto Ronchey, uno dei presentatori di Gorresio (l'altro è Giulio Cattaneo). Su Gorresio punta molto la sua casa editrice, la Rizzoli,.che ha in gara anche il libro di Giorgio Soavi (Sogni di gloria, presentato da due illustri, Praz e Soldati). Quanto allo scrittore, che è un antico frequentatore del salotto Bellonci non finge, come fingono tutti, che gli basti «entrare nella cinquina». In tanti anni, questa frase lui l'ha sentita ripetere molte volte e quasi sempre in malafede. Più spiritosamente, dice: «Entrare nella cinquina è importante anzi indispensabile: è il primo passo». Verso la vittoria, naturalmente, verso quel milione (e i notevoli diritti d'autore) che viene consegnato un giorno d'estate, nel Ninfeo di Valle Giulia. Dodici sono i nomi in gara, fra cui dovranno esssere scelti i cinque finalisti. Giovanni Pascutto, trentatré anni, l'aria sperduta, potrebbe anche risultare uno di questi cinque. Lo ha scoperto uno che è tutt'altro che sperduto, Mario Spagnol, per la Longanesi; Ulivi e Frassineti presentano il suo libro, Tre, locali più servizi. Per lui sarebbe un vero riconoscimento: per l'istitur zione del premiò una mano Chiaramente tesa anche verso la verde età. Ma i posti sono solo cinque, purtroppo: e c'è Vittorio Sermonti (Il tempo fra cane e lupo, Bompiani; presentatori La Capria e Bassani); ci sono altri che premono, e arrivano col loro peso di conoscenze a lungo coltivate. Qualche previsione? Francesca San vi tale (Madre e figlia, pubblicato da Einaudi, presentata da Natalia Ginzburg e Pampaloni), e Gorresio; e Soavi: Sermonti o Pascutto; Nerino Rossi (Melanzio, edito da Rusconi, presentatori Branca e Marabini); Rossana Ombres, con Serenata (Mondadori); e, naturalmente, Renzo ■Rosso, con fl. segno del toro (Mondadori) e due padrini come Moravia e Bertolucci, dovrebbe vincere. Ma che non si dica, ma non è vero, e chi l'ha detto, protestava lo scrittore a chi, ed erano in molti, gli andava dicendo che non ci sono dubbi, questo «Strega» lo avrà lui. Giulia Massari Campiello tempesta per la Fallaci VENEZIA — Bufera al Campiello. Non era mai accaduto che un premio letterario venisse sconvolto, alla vigilia di ogni decisione, da tali polemiche e da dimissioni in gruppo. Nel giro di pochi giorni si sono dimessi Giulio Nascimbeni e Giovanni Testori; Leo Valiani ha rifiutato la supèrpre$\denza accettata poi da Giuseppe Galassi; e non era mai accaduto che un editore chiedesse l'allontanamento di alcuni giurati. Al centro della tempesta si trova il romanzo della Fallaci Un uomo, edito da Rizzoli. In un servizio pubblicato da Panorama, alcuni critici esprimevano forti riserve sul valore letterario del romanzo e sull'opportunità che Un uomo cercasse un coronamento ufficiale.) L'ufficio stampa della Rizzoli inviava al presidente del comitato promotore del premio un durissimo telegramma col quale denunciava quei criteri che avevano «espresso un giudizio violentemente negativo sul romanzo». Aggiungeva che «in qualsiasi paese del mondo e quindi anche in Italia, un giudice che esprime pubblicamente il proprio verdetto prima che sia iniziato proceduralmente il giudizio si autoesclude in modo automàtico e definitivo dall'essere componente della giuria stessa». Alcuni ambienti culturali ed editoriali hanno giudicato la reazione rizzoliana eccessiva e sproporzionata al caso, soprattutto perché — dicono — il voto è pubblico e non si capisce perché alcuni critici non possano ribadire le opinioni già espresse all'uscita del romanzo. E poi, aggiungono altri, perché questa ostinazione della Rizzoli? Perché continuare a puntare su un libro che ha già venduto 800 mila copie e che, anche dopo l'eventuale vittoria al Campiello, non potrebbe venderne molte di più? Perché non sostenere qualche altro autore, tnagari dotato di maggior talento letterario? Certo è che l'affare Fallaci, oltre a creare intornio a sé risentimenti e litigi, ha pure provocato un senso d'attesa fra gli scrittori e gli editori. E'vero che al Campiello non si partecipa per propria decisione ma si è chiamati a concorrere, però è altrettanto vero che alcuni subordinano la loro partecipazione alla presenza della Fallaci. Nonostante l'acqua alta, il gruppo dei partecipanti si annuncia già abbastanza folto. Buone possibilità di successo sembrano avere Francesca Sanvitale con Madre e figlia (Einaudi), Melo Freni con La famiglia Ceravolo (Rusconi) e Antonio Altomonte con Sua eccellenza (Rusconi). C'è buona stima per Nantas Salvataggio, che concorre con Rio dei pensieri (Mondadori) e per Carlo Della Corte, in lizza con Grida dal palazzo d'inverno (Mondadori). Si fanno anche i nomi di Cergoly (Il complesso dell'imperatore, Mondadori), di Rossana Ombres ('Serenata, Mondadori) e di Giancarlo Lunati, autore di Memorie d'autunno appena uscito da Fogola. Buone opportunità sembrano esservi per Grazia Livi, presente con L'approdo invisibile (Garzanti) e per Libero Bigiarella, in corsa con Due senza (Bompiani). Minori possibilità di sue- . cesso avrebbero Ferruccio Parazzoli, con Carolina dei miracoli (Rusconi) e Pasquale Festa Campanile con II peccato (Bompiani), ma solo perché questi due scrittori sono stati selezionati in altre edizioni del premio. Potrebbe rischiare un insuccesso anche Giorgio Prodi perché il suo Neutrone borghese (Bompiani), pur apprezzato dai giudici, non è un romanzo. Era stato chiamato a partecipare anche Livio Garzanti, autore di L'amore freddo (Bompiani), ma l'editore-scrittore ha ritirato la propria candidatura. Resta insoluta la presenza di Tomizza, il cui romanzo L'amicizia (Rizzoli) è uno dei fatti più importanti dell'annata letteraria. Molti dicono che meriterebbe di vincere, ma sembra difficile che voglia entrare in corsa, in queste condizioni. La Rizzoli continua a sostenere Oriana Fallaci. L1. Oriana Fallaci

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