CRITICA LETTERARIA

CRITICA LETTERARIA CRITICA LETTERARIA Pinocchio, da contadino a salariato Antonio Gagliardi IL BURATTINO E IL LABIRINTO Una lettura di Pinocchio Tirrenia-Stampatori, Torino, 166 pagine, 7500 lire (roberto scollo) Pinocchio ha conosciuto, in questi anni, i una nuova fortuna: dal Pinocchio uno e bino di Emilio Gar- ! roni (1975) al convegno di studi collodiani tenuto a Pescia nel j 1976; dall'ipotesi di un «Ubro parallelo» avanzata da Giorgio j Manganelli (1977) al «commento teologico» di Giacomo Biffi i (1978). Esce ora questa nuova «lettura» di Antonio Gagliardi II ; «labirinto» è quello della metamorfosi da burattino in essere' ; umano cui Pmocchio va soggetto; una metamorfosi che si ■ carica, al di là del dato materiale, di valenze simboliche. Pi- • nocchio viene interpretato come il rappresentante di un mondo pre-borghese e pre-capitalistico in disfacimento. La : vera metamorfosi consiste nel passaggio da contadino a lavoratore salariato, dunque ad un mondo dominato dal sistema del capitale fondato sul rapporto valore-lavoro. Resta sempre il pericolo della regressione in burattino o in asino: il sistema dell'ideologia borghese, di cui ora Pinocchio è parte, non ammette cedimenti. Percorso da questa linea interpretativa e carico di implicazioni non soltanto sociologiche ma abbondantemente psicanalitiche (le pagine dedicate alla Fatina-madre, al padre, al rapporto tra «corpo» e «sogno»), il libro di Gagliardi offre un'altra possibile chiave di lettura per un testo che si rivela ad ogni nuovo approccio critico più complesso e suscettibile \ di riletture, riscritture, affiancamene «paralleli». Guido Baldi : (a cura di) VERGA E IL VERISMO Paravia, Torino 246 pagine, 5900 lire (m. r.) Questa antologia verghiana, interessante nel taglio dei testi e nell'impianto metodologico, trae la sua giustificazione dal fatto che l'autore mette in discussione l'esistenza di un verismo come scuola o movimento, in quanto gli scrittori abitualmente classificati sotto tale etichetta non sono riconducibili «ad una comune visióne della realtà e ad un'omogenea concezione della letteratura e del ruolo intellettuale». . il volume quindi privilegia Verga, di cui offre un'ampia scelta dei romanzi maggiori, le dichiarazioni teoriche e le discussioni di poetica. L'indagine di Baldi, orientata sulla tecnica narrativa verghiana e sul rapporto apparentemente contraddittorio tra ideologia e stile, permette di ricostruire, ih un attento gioco di rinvìi e riferimenti, le linee del quadro culturale del verismo. Contrariamente a Manzoni, lo scrittore siciliano non è un intellettuale «organico» alla classe dirigente del suo tempo, la borghesia industriale e capitalistica,>ma rimane il tipico «galantuomo» del Sud, il piccolo proprietario terriero legato ad un mondo arcaico ed immobile. Dai suoi romanzi e racconti emerge l'immagine .di uno scrittore «disorganico», di opposizione, a tratti aspro e scomodo, che non ha alcuna fiducia in una funzione civile e sociale della letteratura, intesa come strumento di conoscenza del reale ma non di modificazione né di rinnovaménto della società. DANTE NELLA LETTERATURA ITALIANA DEL NOVECENTO Bonacci, Roma, 310 pagine, 10.000 lireO (mp.) n volume comprende gli Atti del Convegno di Studi sul tema «Dante nella letteratura italiana del Novecento», svoltosi presso la «Casa di Dante» in Roma nei giorni 6 e 7 maggio 1977: un tema abbastanza originale, che è stato svolto organicamente nelle tre relazioni e approfondito nei numerosi contributi. La prima relazione, di Eurialo De Michelis, esamina la presenza di Dante nella letteratura del primo Novecento (Pascoli. D'Annunzio, i vociani). n discorso è proseguito da Mario Petrucciani, che considera il periodo fra le due guerre (I. Dalla «Ronda» all'ermetismo, n. Ungaretti: la memoria. Virgilio, «il perenne Enea») e. completato da Giorgio Bàrberi Squarotti, il quale già preliminarmente constata che — a parte l'eccezione macroscopica di Montale — Dante non ha lasciato una profonda traccia nella letteratura dell'ultimo trentennio. Aspetti particolari del tema sono affrontati dalle comunicazioni di F. Mattesini (Dante e gli scrittori d'avanguardia di primo Novecento), G. Fallani (Come Papini si è avvicinato a Dante)), A Frattini (Dantismo di Rebora), S. Pasquazi (G. Borst e il «suo» Dante), L. Scorrano (Dante e i crepuscolari), P. Bigongiari (L'ermetismo di Dante), A. Jacomuzzì (Alcune premesse per uno studio sul tema «Montale e Dante»), P. Tuscano (Il vocabolario dantesco di A. Baldini), s. Vazzana (Il dantismo di Pasolini). Il volume si chiude con le testimonianze di E. Giachery (Ancora su Montale) e di B. Marniti (Poeta impareggiabile).

Luoghi citati: Pescia, Roma, Torino