Un monumento alla Serenissima di Francesco Rosso

Un monumento alla Serenissima Venezia vista da 83 scrittori Un monumento alla Serenissima Autori vari STORIA DELLA CIVILTÀ' VENEZIANA Sansoni, Firenze, tre volumi, 1273 pagine, 238 tavole a coi. e b. e n., 90.000 lire GHE si tratti di un'opera monumentale, si può dedurre dalla presentazione editoriale la cui paternità è affidata ad un generico «autori vari». E quando si dirà che questi autori sono ottanta tré già si potrà comprendere che i tre volumi di grosso formato oltre che di molte pagine, rappresentano un'intenzione antologica forse unica nel suo genere. L'opera, come spiega Vittore Branca, che ha curato la non agevole impresa, è stata possibile solo perché alle spalle dell'iniziativa c'era la «Fondazione Giorgio Cini», cioè tutto un complesso laboratorio di ricerea e valorizzazione, che ha consentito, anche dal punto di vista finanziario, la convocazione a Venezia, nell'ineguagliabile sede di San Giorgio Maggiore, di tanti studiosi disseminati ai quattro angoli della Terra perché ognuno potesse svolgere un tema che gli era particolarmente congeniale su Venezia, la sua storia, il suo sviluppo economico, militare, artistico dalle mitiche origini ai giorni nostri. Accanto a nomi di illustri studiosi d'arte, letteratura, storia, economia, idraulica, troviamo ricercatori pazienti che si sono dedicati a tracciare una esauriente cronologia della storia veneziana: per cui, anche a scorrere le ultime pagine dei tre volumi, già si può avere in riassunto ciò che Venezia è stata per un millennio nella storia dell'umanità, che cosà ha rappresentato nel campo delle arti, della scienza, della ricerca. Si potrebbe obiettare che si tratta di un'antologia, cioè di capitoli a sé stanti, perciò di un'opera frammentaria, priva della unitarietà quale un solo autore può assicurare. Ma a parte il dettaglio che un solo autore, per un'opera di tali dimensioni, dovrebbe impegnare buona parte della propria esistenza, si può osservare che pur nella difformità degli stili, delle convinzioni politiche e religiose, l'opera trova una sua unitarietà proprio nel difforme; ognuno dei numerosi autori, di cui non citeremo alcun nome perché sarebbe doveroso citarli tutti, impresa che lo spazio rende impossibile, guarda un settore del grande prisma in cui si frantuma la lunga storia veneziana, e da esso trae i limitati bagliori di una vicenda ineguagliabile. Venezia come modello di Stato, come potenza marittima, come grande emporio mediterraneo, come scuola di civiltà, ed anche di corruzione nei momenti più torbidi e sfavillanti della decadenza. «Amare Venezia per capirla», dice uno degli autori, e la frase che potrebbe sembrare ovvia diventa invece la chiave per comprendere una città che, proiettata nella sua giusta luce, potrebbe essere la continuazione della storia di altre città e civiltà, Ur dei Caldei, Babilonia, Ninive, Tebe, Atene, Roma, cioè di città-Stato, di città-impero. Ognuno degli ottanta tré capitoli in cui si dipana la storia veneziana, è un monumento eretto alla Serenissima, al suo fragile nascere e crescere («Venezia sta a picco su una foresta inghiottita», dice uno degli autori alludendo alle palafitte) al suo splendore di città-miràggio. E' ancora la Atene di Pericle, la Roma di Augusto o, per tornare più indietro, la Babilonia di Nabucodònosor, la Ninive di Assurbanipal, ma come quelle città potrebbe diventare (o lo è già diventata) la memoria di se stessa, l'imbalsamazione di una gloria finita, come ha scritto di recente un altro autore innamorato di Venezia in un'opera aspramente polemica. Ma prima che ciò avvenga, ed anche se l'irreparabile fosse già accaduto senza che noi ce ne siamo resi conto, c'è chi imbossola in cilindri inalterabili le memorie della Grande Avventuriem. e tra le infinite opere pubblicate per celebrare Venezia, specie dopo la tragica inondazione del novembre 1966; questa monumentale concepita alla Fondazione Cini di San Giorgio Maggiore rimarrà sicuramente come uri tentativo ciclopico, e . riuscito, di tramandare la complessa storia di Venezia, città non facilmente decifrabile, attraverso le pagine di uomini che in un solo capitolo hanno distillato la faticosa conoscenza della storia veneziana conseguita attraverso studi lunghi ed approfonditi Si tratta di un'antologia, è vero, ed anche costosa, ma chi voglia affrontare un solo aspetto di Venezia, la sua potenza marittima, poniamo, o la grande fioritura artistica e culturale cinquecentesca, può disporre di strumenti idonei nei singoli capitoli, specie se della storia di Venezia già possiede le grandi linee panoramiche, per approfondire il pròprio studio, o una più completa conoscenza di un singolo argomento. Francesco Rosso Venezia: il Canal Grande in una stampa ottocentesca

Persone citate: Canal, Vittore Branca