L'amara sconfitta di una generazione dal 68 a Stammheim

L'amara sconfitta di una generazione dal 68 a Stammheim L'amara sconfitta di una generazione dal 68 a Stammheim Il romanzo di Vesper può essere letto come documento del travaglio politico e culturale di una generazione nella Germania d'oggi. Su questo tema abbiamo chiesto un commento a Enzo Collotti, docente di storia all'Università di Bologna e studioso della società tedesca. Tra le sue opere ricordiamo «La Germania nazista» e «Storia delle due Germanie ( 1945-1968) ». UN libro cosparso di cadaveri: si intitola JJ viaggio ma potrebbe chiamarsi anche «Morire in Germania». Nato nel 1938 Bernward Vesper è morto suicida in una clinica psichiatrica di Amburgo il 15 maggio 1971. Tra le vittime dell'autunno in Germania, segnato dalla tragedia di Stammheim, si trova Gudrun Ensslin, sua compagna di vita per un quinquennio e madre del loro figlio, che oggi ha tredici anni e che per ironia della sorte si chiama Felix. A Felix, che è una delle presenze più simboliche ed inquietanti del libro (quasi una proiezione a rovescio del rapporto che Bernward ebbe con il padre), è dedicato appunto questo libro; a Felix il lettore vorrebbe augurare un futuro migliore dì quello vissuto dalla generazione dei suoi genitori. Bernward Vesper era figlio di uno scrittore nazista, di uno dei vecchi bardi della poesia nazionalista passato armi e bagagli ai nazisti, Will Vesper, che sarebbe morto nel 1962, sopravvissuto al regime nazista senza nulla perdere dell'arroganza e dei miti nazionalisti, razzisti e antisemiti del suo passato. Crébbe in un ambiente, tra casa e scuola, dominato dalla mitologia delle virtù tedesche: «Soprattutto una cosa, figlio mio, sii tedesco e sincero, e che mai la menzogna la tua bocca profani la più sublime giòia, esser fidòe tedesco». Alle elezioni del 1953, a diciassette anni, Bernward fa ancora propaganda per il partito neonazista. Dòpo la morte del padre e l'ingresso all'università di Tubingen si poli- ticizza nel movimento studentesco, nella campagna contro il riarmo e la bomba atomica, si avvicina anche al partito socialdemocratico. Nel 1967-68 partecipa alla contestazione giovanile: il suo libro si popola di episodi e di nomi, di città e di sigle, che appartengono al mondo reale di quegli anni. Partecipa della sconfitta di una generazione: la Ensslin e altri scelgono la clandestinità, Bernward sceglie la droga. Da qui nasce il libro con i suoi due piani: il racconto autobiografico di una infanzia e di una adolescanza in Germania, a traiti letterariamente molto bello; il trip nella droga, fuga dalla realtà ma anche momento della verità. Si potrebbe leggere il libro in chiavi diverse. Se ne potrebbe trarre la conclusione lacrimevole e convenzionale insieme su una ennesima generazione bruciata, una conclusione troppo sommaria e generica per essere in qualche modo utile a capire di che cosa possa essere testimonianza e documento questo libro. Si potrebbe partire per la tangente del soggettivismo e del narcisismo dell'autore, di cui sono largamente intrisi il libro, aspetti che sono evidentemente esaltati ed esasperati da quell'essere continuamente a tu per tu con se stessi e dall'illusione di ritrovare la consapevolezza della propria situazione prodotta dalla droga. Credo però che ripercorrendo la cronologia della vita di Bernward Vesper si possa e si debba proporre una lettura diversa. Aldilà di una testimonianza personale, irripetibile, questo libro per molti versi impressionante, fatto di allucianzioni ma anche di squarci di grande lucidità, appare il documento di una condizione politico-culturale più generale. E' stato ripetutamente osservato il peso che ha oggi nella più recente letteratura tedesca il rapporto padri-figli, accentuato dalla forte quota di autobiografie saggistico-letterarie che circolano con sempre maggiore frequenza sul mercato librano. Io credo che la parte più vera di questo libro non sia il rapporto personale di Bernward con il suo padre fisico ma il rapporto tra la sua generazione e il nazismo,con il passato recente della storia della Germania. Non si può capire il significato della contestazione studentesca in Germania se non si fa mente locale alla rivolta contro là rimozione del passato operata dai padri, dai politici della ricostruzione, contro la spregiudicatezza conia quale nell'era Adenauer uomini del nazismo tornarono ad occupare cariche di primo piano nella vita pubblica in Germania. L'associazione Vietnam e Norimberga riapriva un rapporto traumatico tra generazioni, ma poneva anche alla generazione più giovane il problema della propria iden-

Persone citate: Adenauer, Ensslin, Enzo Collotti, Gudrun Ensslin, Vesper, Will Vesper