SCUOLA

SCUOLA SCUOLA Scrittura e insegnamento David R. Olson LINGUAGGI, MEDIA E PROCESSI EDUCATIVI Loescher, Torino; 224 pagine, 3900 lire (carla marello) Clotilde Pontecorvo ha raccolto in questo volume cinque scritti, compresi in un arco di tempo che va dal 1970 al 1977, dello psicologo canadese Olson. Lo studioso, pur non avendo elaborato una teoria unitaria e definita ha un modo di considerare i processi cognitivi che merita di essere discusso fra insegnanti psicologi e linguisti. Molto interessanti sono il secondo e il quarto saggio, nei quali tratta una teoria cognitiva della semantica e le differenze fra linguaggio orale e linguaggio scritto ai fini dell'acquisizione di conoscenze. Per Olson un enunciato contiene più informazioni della semplice percezione dell'evento, poiché non si limita a specificare il referente percepito, ma segnala anche l'insieme delle alternative escluse, al momento dell'enunciazione. L'affermazione più interessante per i fini educativi è quella che vede nei media non solo mezzi per trasmetttere in modo più efficace l'informazione ma strumenti di espressione e comunicazione che intervengono sui fini per cui sono usati, n fenomeno su cui Olson insiste per dimostrare la sua tesi è la stretta correlazione tra caratteristiche del linguaggio scritto e istruzione scolastica. Questa, servendosi quasi esclusivamente di testi scritti, avrebbe finito per trasformare il mezzo in fine: è giunta a raffigurare la conoscenza come «asserzioni in prosa la cui caratteristica è la verità», è arrivata cioè a definire la conoscenza come quel quadro della realtà corrispondente ai requisiti di una tecnologia particolare, il testo scritto esplicito. H linguaggio scritto però non è l'unico e non è il più adeguato per stabilire rapporti sociali, per eseguire azioni prati che in contesti fisici per indagare sui modi personali di" sentire. E' necessario che il ragazzo abbia la possibilità di imparare attraverso altri media altrimenti sarà portato a sotto valutare ogni tipo di conoscenza pratica. Giorgio Franchi SISTEMA D'ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE La Nuova Italia, Firenze 180 pagine, 4000 lire Carlo Lo Gatto DOVE VA L'ISTRUZIONE PROFESSIONALE Armando, Roma 248 pagine, 8000 lire (luciano genta) Mentre si allungano le liste della disoccupazione giovanile, gli uffici di collocamento non sanno spesso come rispondere alle richieste di manodopera qualificata e per diplomati e laureati cresce il divario tra studi fatti e lavoro scelto. Che fare per superare lo squilibrio profondo e drammatico tra formazione e occupazione? Secondo Giorgio Franchi, coordinatore del Cisem (Centro per l'innovazione e la sperimentazione educativa milanese), è necessario mettere al centro della riforma della scuola il tema della professionalità. Perché la scuola'non sia area di parcheggio e «veicolo di emarginazione» Za formazione professionale dovrà essere programmata in base alle reali tendenze di sviluppo del mercato del lavoro, funzionando da cerniera tra scuola e lavoro. Ma per questo occorre una struttura flessibile, che preveda per i giovani la possibilità di alternare studio e lavoro: non più quindi un puro addestramento aziendale, né, come qualcuno vorrebbe, un canale parallelo e concor renziale alla nuova seconda ria, bensì corsi brevi, «modulari», sotto la direzione e il controllo pubblico degli enti locali. Solo così la formazione professionale può essere «strumento di politica attiva del lavoro, momento di rac cordo tra possibili uscite dalla secondaria e reali bisogni occupazionali». Queste linee di intervento vengono respinte con un se vero giudizio critióo da Carlo Lo Gatto, ex dirigente del ministero della Pubblica Istruzione: a suo giudizio, «l'espropriazione regionale» della formazione professio naie ha molato la Costituzio ne e ha prodotto risultati «avvilenti e insulsi», cui si potrebbe porre rimedio solo con il potenziamento degli Istituti professionali di Stato.

Luoghi citati: Firenze, Italia, Roma, Torino