SOCIOLOGIA

SOCIOLOGIA SOCIOLOGIA Sviluppo delle città Claudia Petraccone LE CITTA' ITALIANE DAL 1860 A OGGI Loescher, Torino 295 pagine, 5300 lire (alberto papuzzi) Si tratta di un'antologia, la cui ambizione è trovare il filo lungo il quale si song sviluppate le città italiane, tenendo conto e mettendo a fuoco sia i diversi momenti e processi storici (l'Unificazione, la speculazione, l industrializzazione, il fascismo, il dopoguerra...) sia le diverse caratteristiche, dimensioni e funzioni delle città italiane, dai grandi centri alle «cento torri». Il lavoro di Claudia Petraccone, ricercatrice all'Università di Roma, autrice di studi su Napoli e sui problèmi di demografia sociale, è sufficientemente ricco e didatticamente efficace. Non sempre, però, raggiunge lo scopo. L'antologia è divisa in cinque sezioni. Quelle più dense e stimolanti riguardano gli anni post risorgimentali, tra l'Unità d'Italia e la fine del secolo. Viene già alla luce la crisi di città in sfascio come Napoli (cori le 7000 vittime del colera del 1884) o di città sconvolte, come Roma, da una dilagante burocratizzazione e fatale decadenza. Illuminanti i brani di Pasquale Villari, di Ferdinando Gregorovius, così come i testi sull'industrializzazione di Torino, sul porto di Genova, sulle zone tessili, o uno splendido articolo di Pacifico Valussi sulle «cento città» come carattere originale della struttura demografica italiana. Punto di riferimento costante dell'autrice è il rap-t porto città-campagna nell'interpretazione di Antonio 'Gramsci; in questo senso, è orientata la scélta di molti materiali. Anche nella sezione dedicata al fascismo, le pagine più vive sono quelle sul contrasto tra il «ritorno alla terra» predicato da Mussolini e la spinta all'urbanesimo teorizzata da Ugo Spirito. Però, proprio in questa sezione — come anche in quella sugli ultimi trent'anni — si avvertono i tmoti più imbarazzanti. AA. VV. CONDIZIONE CONTADINA RICERCA INTERVENTO SVILUPPO Stampatori, Torino, 209 pagine, 6500 lire (daniele gorret) Un libro sulla specificità della condizione contadina che ha il merito di accostare a saggi sulla cultura popolare studi sugli aspetti strutturali ed economici dell'azienda agricola oggi, quasi a suggerire la necessità di un approccio complessivo ed originale alla realtà sempre difficile, a volte drammatica, delle campagne in una società industriale come la nostra. Perché il mondo contadino è certamente il luogo privilegiato della riscoperta dell'altra faccia, nascosta e non retorica, della storia, ma è anche luogo di contraddizioni sociali ed economiche vive ed attuali. Una serie di interventi, quelli presentati, nel libro, nati per la maggior parte nell'ambito delle attività del «Centro Studi Cesare Pavese» di S. Stefano Belbo, legati quindi a ricerche condotte soprattutto nella provincia piemontese, in quel «mondo dei vinti» che ha raccontato in un suo libro felice Nulo Revelli, presente anche qui, in apertura di volume, con una breve «autobiografia del suo impegno». A scorrere le pagine di questa antologia l'impressione è che la preoccupazione di tutti gli autori sia quella di un nuovo rispetto per la storia contadina che ne ricollochi le espressioni nel giusto contesto, superando una volta per tutte queir «ideologia del folklore» responsabile di una visione arcadica ed oleografica, incapace in sostanza di capire ed accettare la diversità (si vedano al riguardo i saggi di Gian Luigi Beccaria sulla canzone popolare delle Langhe è quello, molto denso, di Franco Castelli su «cultura popolare e lavoro contadino in un'area del Piemonte Sud-orientale»).

Persone citate: Cesare Pavese, Franco Castelli, Gian Luigi Beccaria, Gramsci, Loescher, Mussolini, Revelli, Ugo Spirito, Villari

Luoghi citati: Genova, Italia, Napoli, Piemonte, Roma, Torino