CRITICA LETTERARIA

CRITICA LETTERARIA CRITICA LETTERARIA Le due anime della satira Attilio Brilli LA SATIRA. Storia, tecniche e ideologie della rappresentazione Dedalo, Bari, 343 pagine, 4500 lire (maria laura della croce) Il volume, che raccoglie una serie di saggi inediti in Italia, vuole contribuire alla riscoperta della satira, genere quasi sempre emarginato dalla letteratura e totalmente rimosso dall'istituzione scolastica. Partendo dalle origini, risalenti ai miti di fertilità nel mondo arcaico, passando per le grammatiche carnevalesche per arrivare alla letteratura in area anglosassone, l'autore affronta l'anima duplice e ambigua della satira, trasgressiva e parodica da un lato, censoria e moralistica dall'altro, che non può essere ridotta a una dimensione unica. Analizza le specifiche componenti del comico, del riso, dell'ironia e la continua presenza demistificante di figure come il folle, la maschera, il corpo, volte al rovesciamento dei valori costituiti e che hanno prodotto per lungo tempo vere e proprie forme di cultura alternativa. Oltre al saggio introduttivo di Brilli, figurano testi basilari fra cui quello di R. Paulson che. studiando la letteratura inglese fra 600 e 700, elimina la confusione fra i due generi, la commedia e la satira, il comico e il satirico: il saggio di J. Kristeva che sottolinea l'incidenza del discorso carnevalesco su quello simbolico: infine quello di M. Domenichelli dimostra, seguendo una tesi molto suggestiva, le «affinità elettive» fra l'antico satirico e il moderno psicanalista intendendo la satira in quanto tale come de-costruttiva, perfino autodecostruttiva e l'analisi come analisi critica, critica dell'ideologia. -s>s> A. M. Chiavacci Leonardi LA GUERRA DE LA PIETATE Saggio per una ' interpretazione deil'cinferno» di Dante Liguori, Napoli 215 pagine (mario pozzi) Di fronte ai grandi personaggi dell Inferno Dante si comporta come un teologo che condanna o come un poeta che assolve? A questo interrogativo, posto qui nei suoi termini estremi la critica dantesca ha risposto in modo vario e talora antitetico. Ulisse ad alcuni è parso una sublime incarnazione dell'umano desiderio di conoscenza, ad altri un dannato che compie un capolavoro di frode ingannando con forbita retorica i compagni e trascinandoli alla morte. La Chiavacci Leonardi in questo saggio cerca di superare le opposte tesi e di fornire un'interpretazione unitaria della prima cantica, in cui — a suo parere — non vi sarebbe alcuna dicotomia o dialettica fra esigenze eticoreligiose e ammirazione per la grandezza umana. I valori umani non vengono condannati da Dante, il quale però è consapevole che . non bastano per «salvare» l'uomo, per condurlo a Dio. I dannati per lo più, osserva l'autrice, non sono esseri spregevoli: non è per un atto peccaminoso che sono nell'inferno, ma perché hanno considerato i valori terreni come valori assoluti, precludendosi le «qualità divine» che avrebbero consentito loro di raggiungere il paradiso. Non è dunque, strano che la loro statura umana sia notevole: hanno puntato tutto sui valori umani Donde la tragicità del loro destino, e la pietà che esso suscita in Dante: «Proprio perché si tratta di uomini di alte e nobili doti, cioè della figura umana nella sua pienezza, terribile è la loro sorte, e di fronte ad essa si può "cadere" per pietà». Wanda Rupolo IL LINGUAGGIO DELL'IMMAGINE Saggi di letteratura francese contemporanea Bonacci, Roma, 259 pagine, 10.000 lire (enrico guaraldo) I saggi abbracciano un arco della più recente storia letteraria francese che va da Malraux al gruppo della rivista Tel Quel: ci sono i narratori dell'«impegno» e del «disimpegno» - da Malraux a Colette; c'è la cosiddetta «letteratura dello spirituale»: Simone Weil, Gabriel Marcel. Julien Green; ci sono infine le nuove prospettive della narrativa, dalla «parola come personaggio» di Nathalie Sarraute al «linguaggio matematico» di Le Clézio. Per l'appunto, il filo che unisce i vari saggi è un'attenzione al linguaggio dell'immagine, intesa come mezzo d'esplorazione della realtà interiore d'un artista. Così Saint-Exupèry predilige i paesaggi desertici e gli astri sterili, un universo ostile in cui l'uomo si sente isolato, ma vi contrappone l'immagine dell'albero, simbolo della sua fede ostinata nel miracolo della vita. In Michel Butor ritorna insistente l'immagine della decomposizione; ed è il segno della sua repulsione per la realtà. E la notte in cui si aggirano tanti personaggi di Green" è una porta che si apre sull'irrazionalità della vita più profonda, dove alle forze del male è consentito scatenarsi. L'accentuarsi delle immagini di un mondo fantastico e inconscio si può collegare con una crisi progressiva della parola quale comunicazione. «Tutto ciò che è essenziale resta incomunicabile» scrive Green. E la stessa ricerca di nuovi campi per la parola, l'apparire di opere che si collocano su confini incerti, fra saggio, romanzo e poesia, sono un tentativo di ridare freschezza a un linguaggio logoro; e così le continue rotture di schemi e dell'ordine narrativo, quella volontà di creare e insieme di distruggere. A ben guardare, conclude l'Autore, si trova un'ambivalenza di posizioni: da un lato, sfiducia profonda nella parola che comunica, dall'altro, fede in un rinnovamento della forza evocatrice della parola, attraverso un'alterazione profonda e segreta del suo senso abituale.

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