Un mondo di tessuti colorati da artisti

Un mondo di tessuti colorati da artisti Le novità editoriali: dai Sumeri a Coco Chanel Un mondo di tessuti colorati da artisti LA moda rivive momenti d'oro anche nell'editoria che dedica sempre più' attenzione all'argomento. Vi presentiamo i volumi più recenti. Nella nuova collana «Iconografia*, splendidamente stampata da Franco Maria Ricci, due volumi-album, entrambi con introduzione di Cristina Nuzzi: Modelli Parigini (106 pagine, 14.000 lire), in cui sono riprodotti nei loro freschi, tenui 0 aggressivi colori, alcuni realizzati con la tecnica del pochoir, novantadue figurini dal Journal des Dames et des Modes 1912-1913; e Umberto Brunelleschi (94 pagine, 14.000 lire), illustrazione, moda e teatro (1879-1949), dedicato al pittore, costumista, scenografo, toscano di nascita, ma attivo a Parigi dal 1900 alla morte, riscoperto sulla scia del rinnovato interesse per l'Art Déco. Il primo segna l'inedito e squisito incontro con i modelli disegnati da Leon Bakst, il famoso pittore dei Balletti Russi, da Georges Barbier, da Paul Iribe e altri artisti — ognuno ben delineato nel suo particolare estro — per il corriere di moda, che con la sua veste preziosissima, le sue cronache mondane, i testi poetici e letterari di nomi celebri, rappresentò il mondo felice, spregiudicato ed estetizzante della Belle Epoque. Le loro tàvole, nitide nel flessuoso snodarsi dell'Art Nouveau e dell'Art Déco, rinnovano l'attualità degli anni dominati dalla personalità poliedrica di Poiret, ma in cui altri couturier s, da Worth a Doucet, fono a Coco Chanel e Madeleine Vionnet, concorsero a fare di Parigi il maggior centro di moda dell'Occidente. Nel Journal des Dames et des Modes fu presente nel 1912 anche Umberto Brunelleschi. Il secondo volume della collana vuole illuminarne il lavoro di pittore, costumista e scenografo, che lo vide protagonista nel Novecento accanto ai russi e ad Erte, a Georges Lepape. Da raffinato illustratore di riviste ad elegante evocatore delle fiabe di Perrault lussuosamente edite da Piazza, da pittore di composita ispirazione fra simbolisti e Nabis, da costumista per il teatro dei Bouffes Parisiens a interprete di atterriti languori nelle tele ispirate alla Venezia settecentesca, Brunelleschi è figura interessante. Se da un lato il suo lavoro assorbe, trasforma tutte le sollecitazioni culturali e grafiche degli anni intorno alla prima guerra mondiale, dall'altro la felicità del suo tratto «lento e profilato», l'audacia delle sue soluzioni sceniche e la leggiadria dei suoi costumi, riescono a farlo emergere in un periodo dove, a cominciare dagli scenografi dei Balletti Russi, non mancavano certo le personalità di rilievo. Infine merita d'essere segnalata una novità francese: Le temps Chanel di Edmonde Charles-Roux (edizione Chéne Grasset), monumentale ma straordinario album fotografico, che attraverso più di seicento foto, la maggior parte inedite, fa rivivere un'intera epoca, quei -temps Chanel», di cui la celebre Coco fu certo il personaggio centrale, ma legati ad eccezionali personalità della moda, dell'arte, della politica. Tempo dell'effervescenza, dice l'autrice, che di Chanel scrisse nel 1976 una bella biografia romanzata. Tempo della donna liberata dalle stecche del busto come dai pregiudizi: e fra moda e costume uno sguardo a tutte le nostre avanguardie. Illuminante — anche per la ricerca iconografica che lo correda, curata da Bianca Franchetti —, sui rapporti della moda con lo stile, il design di una data epoca, il recente saggio di Gillo Dorfles, Mode & Modi (Mazzo tta, 199 pagine, 12.000 lire), che considerando la moda non solo come abbigliamento, ma come fattore sociologico ed estetico, l'estende oltre che all'abito, all'oggetto, all'ornamento, all'arredamento, nonché agli indirizzi politici, scientìfici, letterari, in un'indagine dall'angolatura sincronica sugli aspetti più singolari della moda ai nostri giorni. Per dimostrare che tra incalzanti rivolte e posizioni retrive, l'unica autentica costante rimane la moda, padrona assoluta delle ambizioni e delle competizioni dell'uomo e uno dei più sensibili indicatori di quel •gusto epocale*, base d'ogni valutazione estetica e critica d'un determinalo perio¬ do storico. ★ ★ E' anche il momento in cui la moda diventa oggetto di storie che possono prendere le mosse dai sandali dei Sumeri per arrivare ai nostri giórni o restringere il campo ai trent'anni, appena compiuti, della moda italiana. In Nostra Signora la Moda (Mursia, 318 pagine, 30.000 lire) Amalia Bottero ha inteso appunto fornire un quadro del «mode in Italy*, senza tralasciare, al di là dei molteplici aspetti d'ordine estetico-sociologico ed economico, gli umori, i pettegolezzi, gli scompensi dietro le quinte degli atelier e delle istituzioni, strutture portanti della moda, le rivalità, i successi, i capricci di creatóri, stilisti e industriali famosi. Una storia-documento, qua e là ripetitiva, farraginosa e non sempre allergica al dato pubblicitario, comunque rivelatrice, anche per questo, del composito nostro «sistema moda*. Di La moda nella storia del costume (Cappelli, 280 pagine, 10.000 lire) di Rosana Pistoiese ne è appena uscita una terza edizione rinnovata. Nata come sostegno al programmma svolto nell'Accademia Italiana di Costume e di Moda di Roma dove l'autrice insegna, l'opera supera l'interesse del corso universitario per la sua interpretazione nuova e lucidissima dell'evolversi del costume e della direttrice costume-moda nelle società storiche, in cui si collocano i fatti di costume. Puntiglioso lavoro non a livello scientifico ma ' tecnico-operativo, per chi intenda disegnare, creare nel campo dell'abbigliamento, del tessile, del costumismo teatrale come nella scenografia, questa storia è un'ottima guida sia per,chi già pratica attività connesse con il costume e la moda, come per chi voglia comprendere meglio la stretta colleganza di certi aspetti del costume con la storia e la non arbitrarietà della moda nei confronti del contesto evinco sociale. Storia della moda ricostruita attraverso i secoli, quella di Rosana Pistoiese, piacevole come un romanzo e documentatissima sulle coordinate arte-società, cultura arriva fino alle ultime sfilate della moda di primavera, snodandosi, con sintesi felice, in quel vivaio di raffinatezze, avanguardie, dolcezze estenuate e invenzione che fu in Francia, in Inghilter. ra e in Italia, il primo Novecento. i |. Da un affresco di Cnosso

Luoghi citati: Cnosso, Francia, Italia, Parigi, Roma