Se fai tutto da te diventi un best-seller di Renato Minore

Se fai tutto da te diventi un best-seller Se fai tutto da te diventi un best-seller ROMA. Bisognerà ricredersi? Per anni, scorgendo le classifiche dei libri più venduti nella settimana, si sono quasi sempre visti ricorrenti i nomi dei massimi editori italiani. Ma, poi, capita che da qualche settimana c'è una sorpresa nel settore della saggistica: O si domina o si è dominati di Dario Bernazza, edito dalle Messaggerie del Libro di Roma, praticamente a cura (cioè a spese) dell'autore. Il libro è di quelli che non si negano il torrentizio esporre delle proprie opinioni: come una sorta di nuovo manuale De Vecchi, intende dare la ricetta per tante cose. Vi si legge, ad esempio, che è impossibile non raggiungere il successo «se si sanno adoperare le armi fornite dalla conoscenza della verità e dalla nostra civiltà». / brevi cenni sull'universo non si fermano qui: senza pudori eccessivi, Bernazza si cimenta con tutto e con tutti, cita Voltaire, polemizza con Machiavelli. Il suo atteggiamento di fondo è una sorta di vociferante e pragmatico ottimismo che recupera il motto olimpico secondo cui l'importante è gareggiare, cioè «fermamente e ambiziosamente vivere ». A occhio e croce, e senza il conforto di riscontri più approfonditi, sembra davvero strano che queste generose ricette esistenziali (per di più elargite sua sponte dall'autore, senza la persuasione più o meno occulta di grosse macchine editoriali) balzino ai primi posti delle vendite, precedendo addirittura l'intervista alla Heller, le Tesi sulla DC di Baget Bozzo e l'Arte di amare di Fromm. Cosa c'è dietro? Dietro c'è un cinquantanovenne commerciante romano che, fino a qualche anno fa, era proprietario di quattro avviati negozi: ora ne ha venduti tre e ne conserva uno di articoli per regalo. Con questa sicurezza alle spalle, si è potuto dedicare a quello che ha sempre desiderato: «L'arte e la filosofia». Ha cominciato, nel 1978, con La migliore maniera di vivere, un cocktail di aforismi vari in cui, con molta sicurezza, si dicono trattati e risolti «i problemi che contano nella vita "di ognuno». £ cioè: «Dio, l'aldilà, la vera amicizia il rapporto coniugale, il rapporto tra genitori e figli, il denaro, "il successo, il divertimento, il mestiere o la professione, il sesso...». E' andata molto bene: finora sono state vendute ottomila delle dodicimila copie tirate. E allora «è nata l'idea del gran salto». Cioè, un nuovo libro tirato in ben cinquantamila esemplari e una pubblicità capillare sui maggiori quotidiani italiani «Capillare e differenziata», dice orgogliosamente Bernazza. «Su la Repubblica, ad esempio, essa si indirizza ai giovani. Bisogna studiare la psicologia dell'acquirente, non si possono fare le nozze con i fichi secchi». Insomma, Bernazza fa sul serio, almeno dal punto di vista imprenditoriale Parte dalla convinzione di essere un autore «onesto» e si regola di conseguenza: anche l'onestà ha bisogno del suo marketing per imporsi. E quali sono le regole? E'presto detto: «Studiare il mercato dei lettori, analizzare la distribuzione, coinvolgere i librai che sono collaboratori essenziali». Già, l'alta tiratura, la pubblicità, la promozione: i conti sono presto fatti, l'investimento è grosso, non è vero? Bernazza si' schermisce: «Ho fatto qualche debito, col solito sistema dei. prestito bancario che è tipico nella mia attività. Ma era necessario per vendere. Quanto ho speso? Ma perchè dirlo? Forse Rizzoli dice quanto ha speso per lanciare l'ultimo libro della Fallaci?». E poi, una cosa è certa, «i miei libri possono essere un affare, con il primo siamo già alla pari». Non vanno, in ogni caso dimenticati «i contenuti»: Bernazza vuol dare «le regole pratiche del vivere quotidiano, con una filosofia molto dimessa, non ontologica». E la gente lò segue, gli scrive, gli telefona: «Sono voci che vanno e vengono, persone che mi ringraziano perché ho risolto i loro problemi». Umberto Eco parlò una volta di una «quarta dimensione» di scrittori che con il suo pubblico, i suoi editori, le sue riviste, ci sfiora ogni giorno. Sono «il pensionato seduto ai giardini, l'impiegato di banca che ci ritira l'assegno, la signora del pianerottolo accanto». Ora si può aggiungere anche il commerciante che ci vende il regalino (magari inutile) di Natale: per gli argomenti che tratta e per l'afflato con cui li dimostra, Dario Bernazza sembra appartenere di diritto a questa «quarta dimensione». Ma, insieme, ne smentisce un dato che si pensava fondamentale: egli infatti dimostra che, con un po' di attivismo imprenditoriale, si può, se' non uscire dalla «quarta dimensione», comunque arrivare alle classifiche. Forse, l'industria culturale non è quel mostro invincibile che certi sociologi si sono inventati; forse, attraverso le sue crepe, possono filtrare gli «onesti studi psicologici» di Dario Bernazza il quale mi saluta ricordando la massima evangelica cui si è attenuto nel lancio del libro: farsi «innocenti come colombe, e furbi come serpenti». Renato Minore

Persone citate: Baget Bozzo, Dario Bernazza, De Vecchi, Fromm, Machiavelli, Rizzoli, Umberto Eco

Luoghi citati: Roma