Per diventare buon grafico non basta copiare gli artisti

Per diventare buon grafico non basta copiare gli artisti La comunicazione visiva in un libro di Clibborn e Baroni e le opinioni di Munari Per diventare buon grafico non basta copiare gli artisti Mondadori, 319 35.000 NON solo i grafici dovrebbero essere interessati a anin libro come questo «Linguaggio della grafica» di Edward Booth-Clibborn e Daniele Baroni pubblicato da Mondadori: ma anche la gente comune: anche le persone che si occupano di altre attività e specialmente i dirigenti di azienda, gli industriali, le persone alle quali spetta la decisione su problemi di comunicazione visiva. Come si fa. infatti a giudicaie senza sapere? Come si fa a deadeie se un marchio è giusto o sbagliato? Molto spesso le autorità lanche non solo quelle nel campo della produzione ma anche quelli nel campo delie relazioni umane e della politica» non hanno tempo per occuparsi di questa materia e incaricano un esperto, nel migliore dei casi. In tutti gli altri casi giudicano senza la giusta competenza e così la comunicazione visiva è ancora qualcosa di non ben definito. Un altro problema per un dirigente è quello di sapere se l'esperto di comunicazione visiva è veramente un esperto o un finto esperto, insomma questo libro è veramente utile perché mette a disposizione di chiunque tutti gii elementi per formarsi una conoscenza generale dei principali settori della comunicazione visiva e dei problemi complementari come quelli della semantica, della sociologia, della psicologia, delle tecniche di comunicazione visiva. Il direttore di un quotidiano, per esempio, può non conoscere i vari tipi di caratteri da stampa? Può non sapere che ci sono caratteri puri e caratteri bastardi di cattivo gusto, di cattiva cultura, usati di solito per gli stampati popolari tipo pianeta della fortuna? Può ignorare le regole elementari di impaginazione' per cui due titoli alla stessa altezza si leggono assieme (a volte con effetti umoristici j? Può ignorare il valore degli spazi bianchi che facilitano la lettura? Pare di si se guardiamo alcuni giornali italiani o sudamericani di grande tiratura E questo non è un segno di cultura anche se in quel giornale scrivono le più celebri firme del giornalismo e della letteratura Un industriale può ignorare che oggi una produzione deve avere quello che viene ormai definito come l'immagine aziendale? Se non c'è questa immagine tutta la produzione è confusa, sembra fatta da tante industrie diverse. L'immagine aziendale è oggi progettata da grafici coordinati da un art director. In alni casi è lo stesso industriale che ha anche una conoscenza grafica che dà le direttive per la definizione dell'immagine aziendale, come fece a sub tempo Adriano Olivetti il primo a occuparsi, • in Italia di questo problema. Anche la persona che ha una piccola attività dovrà pure farri stampare la carta da lettere e tutto il resto, e se conosce qualche amico grafico si farà aiutare e avrà anche lui il suo aspetto dignitoso, altrimenti si fiderà del tipografo sottocasa che non sempre è un conoscitore di grafica ma un semplice stampatore. La comunicazione visiva, e quindi anche la grafica è oggi una attività che ha più legami con la scienza che con l'arte. Nel campo artistico l'artista che dipinge il suo quadro, non si preoccupa che il suo messaggio venga capito dal pubblico. L'artista dice: io la vedo così ed esprimo quello che sento. Si tratta quasi sempre in questo caso di messaggio emesso ma non ricevuto. ' E grafico invece quando deve comunicare un messaggio visivo, deve assolutamente preoccuparsi che il messaggio venga ricevuto da quella categoria di persóne alla quale è diretto: Non può fare come l'artista, ed è per questo che quando un dirigente d'azienda chiama un artista perché gli faccia il marchio (per esempio;, sbaglia operatore e avrà una comunicazione visiva poco comunicante Come fa quindi il grafico quando deve costruire un messaggio visivo? Raccoglie dati oggettivi sul codice visivo delle persone alle quali il messaggio è diretto. Si sa che ogni categoria di- persone se¬ condo l'ambiente e l'attività, memorizzano certe forme, certi colori, certe immagini: un camionista ha in mente colori \ivaci e forme potenti. Le donne vedono molti colori più degli uomini, sanno distinguere se il beige di una calza è più rossiccio o più bruno di un altro, che a un camionista sembrano quasi uguali. E questa è già una conoscenza di dati senza i quali non si può costruire bene un messaggio visivo. Poi ci sono problemi di percettologia. di illusioni ottiche, di forme ambigue polivalenti, di contrasti tra figura e fondo e via dicendo. Poi c'è la scelta adatta del carattere tipografico secondo il messaggio che si vuole comunicare: caratteri classici, o eleganti, o forti, o di fantasia. Mai caratteri bastardi come quelli usati da certi quotidiani a grande tiratura, perché denotano un vuoto culturale Poi c'è la scelta del supporto, cioè della carta e del tipo di stampa con i quali sarà realizzato il progetto grafico: tipografia, offset, rotocalco, serigrafia... quale è più adatta? Sono tutte cose che di solito l'artista non prende in con¬ siderazione, egli fa il suo bozzetto nel suo stile, senza preoccuparsi nemmeno se sarà stampato in tipografia o in offset. Parecchi anni orsono. la Fiat aveva commissionato un manifesto a De Chirico il quale, naturalmente, aveva dipinto a olio su tela, una autovettura vicino a un cavallo in un paesaggio dechirichiano. La tipografia aveva fatto del suo meglio per avvicinarsi il più possibile all'opera del Maestro, ma. ahimè, l'autovettura era qualcosa di molle e intestinale che non dava certamente nessuna informazione utile alla conoscenza di questa macchina Nello stesso periodo, o poco dopo. l'Air France commissionava al pittore Mathieu una serie di manifesti che dovevano rappresentare in modo artistico le varie parti del mondo l'Oriente. l'America, i Paesi del Nord. l'Europa E così l'artista fece nel suo stile simile alle firme dei cassieri di banca, una serie di manifesti ai quali si poteva benissimo intercambiare i nomi poiché Io stile li unificava tutti. La progettazione grafica quindi è una giusta fusione di arte e scienza e tecnica, dalla quale escono dei prodotti che comunicano un messaggio nel modo più giusto, con valori oggettivi e una tecnica coerente. In questo caso la progettazione è fatta senza spreco di denaro e una maggior certezza che il messaggio venga ricevuto dalle persone alle quali è rivolto. Bruno Munari

Persone citate: Adriano Olivetti, Bruno Munari, Daniele Baroni, De Chirico, Edward Booth-clibborn, Munari

Luoghi citati: America, Europa, Italia