CRITICA LETTERARIA

CRITICA LETTERARIA CRITICA LETTERARIA Dalla Woolf a Burgess Vito Amoruso e Francesco Binni (a cura di) I CONTEMPORANEI: LETTERATURA INGLESE VOL. 2° Lucarini, Roma 800 pagine, s.i.p. (ruggero bianchi) Secondo dei due volumi dedicati agli autori più rappresentativi della letteratura inglese contemporanea, I contemporanei: letteratura inglese tiene pienamente fede alle premesse generali dell'opera, a suo tempo sinteticamente enunciate in un'introduzione generale. In essa, Amoruso e Binni indicavano le strutture portanti di questa poderosa iniziativa in tre scelte fondamentali; un appròccio mobile e aperto ai problemi e agli autori del nostro secolo, che non si esaurisse in graduatorie di merito, ma consentisse un ampio spazio dialettico; uh collegamento tra scelta letteraria e angolazione ideologica, che, rinunciando a visioni forzosamente organiche, ponesse in luce i fermenti contraddittori di una cultura che deve pur sempre misurarsi con la realtà; un'apertura a una nozione più ampia e moderna della «letteratura», capace di includere anche esponenti del pensiero critico, scientifico, artistico, filosofico. Questi obiettivi sono stati sostanzialmente rispettati anche nel secondo volume, se si considera — per citare a caso — l'inclusione di nomi come William Empson o Raymond Williams o dello stesso Angus Williams. Più in generale, merita di essere posta in risalto la grande disponibilità dell'opera a un recupero critico e ampio delle figure che maggiormente hanno inciso nella cultura inglese e occidentale dall'inizio del secolo a oggi; da Virginia Woolf ad Anthony Burgess, da Ford Madox Ford ad Alan Sillitoe, dal dissacrante Lawrence Durrell all'accademico C. P. Snow. Va notato infine che il volume di Amoruso e Binni. pur rivolgendosi soprattutto agli studiosi e ai cultori delle lettere inglesi, costituisce un valido aggiornamento sull'importante fioritura teatrale d'oltre Manica. Esso presenta infatti, accanto ai nomi classici di un Beckett o di un Behan, i nomi più significativi delle ultime generazioni di drammaturghi: Edward Bond, Harold Pinter, Tom Stoppard, Arnold Wesker e persino Peter Brook. Con tuttavia una grossa e incomprensibile omissione, quella di John Osborne, della cui assenza invano abbiamo cercato di comprendere i motivi. Gianfranco Contini (a cura di) POETI DEL DUECENTO. POESIA DIDATTICA DELL'ITALIA CENTRALE Einaudi, Torino, «Classici Ricciardi» pagine 215, lire 5000 (mario pozzi) Nella Montagna incantata il radicale carducciano Settembrini ricorda Brunetto Latini come un esempio di fusione fra ideali umanistici e politici: e fra l'altro parafrasa le parole di Giovanni Villani che aveva riconosciuto in ser Brunetto il «cominciatore e maestro in digrossare i Fiorentini e fargli scorti in bene parlare, e in sapere guidare e reggere la nostra repubblica secondo la politica». Questo giudizio, in cui concordano il personaggio di Thomas Mann e il nostro cronista trecentesco, dovrebbe restare fermo nella mente dei lettori di questo volume, che mette a disposizione di una vasto pubblico le due opere didattiche in volgare di Brunetto Latini: il Tesoretto e il Favolello. Non la poesia e nemmeno i guizzi della fantasia^ ma l'impegno civile per la fondazione di una cultura più libera, è infatti lecito ricercare nel monotono granarsi dei 2944 settenari del Tesoretto, poema didascalico che doveva procedere ancora a lungo se quanto ci è pervenuto — dopo un compendio di filosofia naturale e un trattato sui vizi e le virtù — si interrompe poco dopo l'inizio dell'esposizione delle arti liberali. Oltre alle due opere di ser Brunetto, questo volume — che ripropone una sezione dell'importantissima silloge I poeti del Duecento (1960), curata da Gianfranco Contini per la collana «Letteratura italiana. Storia e testi» dell'editore Ricciardi — comprende i più significativi testi della poesia didattica dell'Italia centrale: il Detto del gatto lupesco, i Proverbi di Garzo, tre sonetti del Bestiario moralizzato diGubbio e Za Giostra delle virtù, e dei vizi. Marina Paladini Musitelli LA CRITICA E I SUOI METODI Palumbo, Palermo 213 pagine, 6000 lire (massimo romano) Ultimo dei tredici volumi di letterarura italiana, scritti da vari autori e pubblicati nella collana «Scuola e cultura» diretta da Giuseppe Petronio, questo saggio analizza i più importanti metodi della critica europea nell'ultimo scorcio del Novecento. L'autrice, docente di Storia della critica presso l'Università di Trieste, si propone di «delineare gli atteggiamenti ideologici che caratterizzano alcune delle più note metodologie critiche contemporanee». Il lavoro analizza tre grandi direzioni di ricerca: lo strutturalismo, la psicoanalisi e il marxismo. E' una storia dettagliata e insieme sintetica della cultura novecentesca, ricca di informazione bibliografica e utilissima, come primo avvio di lettura, per un pubblico scolastico e universitario. Il Formalismo russo e la Scuola di Praga, il New Criticism americano e lo strutturalismo francese, la narratologia e l'opera di LéviStrauss, la critica tematica e la psicocritica di Mauron, la teoria psicanalitica di Orlando e le ricerche di Kris e .Gombrich, la fondazióne dell'estetica marxista di Lukàcs e la Scuola di Francoforte, la figura di Gramsci e i contributi più recenti di Della Volpe e Goldmann sono le tappe più significative di questo lavoro. In un panorama così ampio ed esauriente mancano però tre grandi personalità critiche: Durand, Girard e Bachtin. Virginia Woolf

Luoghi citati: Francoforte, Italia, Palermo, Praga, Roma, Torino, Trieste