Una recherche con l'obiettivo di Nico Orengo
Una recherche con l'obiettivo Le immagini di Bricarelli, pioniere della fotografia Una recherche con l'obiettivo Stefano Bricarelli GLI OCCHI DELLA MEMORIA Pref. di Nico Orengo Automobilia, Torino 180 pagine con 322 foto 22.000 lire LA prima macchina fotografica se la comprò nel' 1904. per trenta lire-oro: era una Murer che misurava 30x18x10 e usava lastre 9x12. Poi nel 1907 una Suter e. quando partì per la guerra, finalmente una più maneggevole Kodak 6x9: ma rivollero, stavolta, quattrocento lire. Nel l9ll si era laureato in legge. Ma nel 1924 compera a Milano il Corriere Fotografi-, co, che' trasferisce a Torino e dirige fino al 1963. Nel 1926 fonda «Motor italia», e se n'è dimesso soltanto quattro anni fa. Sono settantasei anni, insomma, che Stefano Bricarelli (ricordate il suo libro «Piemonte di ieri»?) mette l'oc-, chio al telemetro — non ha mai voluto saperne di reflex, tanto da abbandonare addirittura la sua amata Leica — di quel suo terzo occhio che è la macchina fotografica. Gli è servito, al di là di premi ed esperienze, a cristallizzare nella memoria: da Secondo Pia fotografo della Sindone, alla regina Elena che si faceva insegnare sviluppo-stampa a Racconigi. Dalla Grande Guerra, a quel lungo e immo¬ bile dopoguerra «cristallizzato» dal fascismo (per Bricarelli una specie di «limbo» nel quale perfino i confinati di Ponza se la passavano invidiabilmente, curati, ospitati, in certo senso protetti dal regime) in cui belle dame di nobiltà industriale posavano per il suo obiettivo, noleggiato da «Life» o da «Harper's Bazaar», in splendide ville restaurate, crociere mondane. villeggiature eleganti. Elegante è, sempre, anche la inquadratura di Bricarelli per turismo? patinato, dépliants di alta meccanica, (la «serie», allora, aveva ancora una sua eleganza artigiana), moda internazionale. Le contadine vendemmiano in riva al mare, o ricamano, o vestono modestamente di nero Gli uomini alano reti guidano, bianchi bovi al mercato, sie¬ dono quieti all'osteria. Ognuno racconta la «Belle Epoque» che ha conosciuto: per Bricarelli è quella di Portofino e delle principesse della Croce Rossa, delle aigrettes militari, dei pargoli illustri «vestiti alla marinara». U n archivio che sarebbe stato prezioso a Luchino Visconti: lui, poveretto, doveva accontentarsi di «ricostruire». Claudio Savonuzzi
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