POESIA

POESIA POESIA Il contatto con la natura Ferruccio Masini IL SALE DELL'AVVENTURA Nuove edizioni Enrico Vallecchi Firenze, 80 pagine, 2500 lire. (italo a. chiusano) Ferruccio Masini è uno dei nostri maggiori germanisti: professore universitario, critico, traduttore, conferenziere. I suoi risultati, in questo campo, possono avere qualche discontinuità, ma a parte l'acribia e la preparazione sempre ferratissime — quando azzecca la sua ver na migliore tocca punte di straordinaria altitudine (il suo recente libro su Nietzsche. Lo scriba del caos, è tra le letture più intense degli ultimi anni). Tuttavia Masini non si esaurisce affatto in quel pur prestigioso filone. Uomo complesso e problematico, ricco di doti anche umorali, di risvolti decisamente artistici (si pensi al suo interesse per il teatro, come autore e come regista), ora torna a una forma già da lui tentata in anni precedenti: la poesia. La sorpresa è che in questo densa volumetto non si sente nemmeno un'eco del Masini «cattedratico» e dei suoi intensi e diuturni studi. Masini, qui. è poeta tutto solo con sé stesso e con la sua gagliarda, quasi barbara vocazione. Una poesia, la sua. d.i sorprendente ruralità, in un continuo contatto con la natura e le cose elementari del cosmo: terra, mare, pioggia, alberi, animali, rocce, carne umana. "■'-' >' Non si pensi a un paganesimo solare. In Masini la-natura, seppur bella e forte, è molto ferita, almeno agli occhi di lui che la vede, la soffre. E l'atteggiamento del poeta non è di celebrazione, se non indiretta e pudica: è semmai di amarezza, di inappagato desiderio, di salata sconfitta, con reticenti confessioni di una dolcezza quasi timida, commovente nella ru videzza immaginosa del discorso. Tranne poche poesie acremente,, satiriche dell'ultima parte, ove penetra un'aria nuova e non convincente e muta le stesso omogeneo vocabolario delle parti precedenti, il piccolo canzoniere di Masini ha la pasta compatta delle cose che nascono da un'interiorità sincera, e il suono schietto della poesia non mediata né volontaristica. Forse un'improvvisata, forse una conferma: certo il segno di una presenza poetica cui d'ora in poi bisognerà dedicare spazio e attenzione. Roberto Baldassini NUVOLE Nuovedizioni Vallecchi 62 pagine, 2500 lire (maurizio cucchi) Quello di Roberto Baldassini. trentottenne, fiorentino, è un caso piuttosto singolare. Ha esordito nel 78 pubblicando in un quaderno collettivo di Guanda una raccolta (Evanescenze.) nella quale erano compresi versi che abbracciavano l'arco di un ventennio e che. si caratterizzavano, tra l'altro, per una sorprendente indifferenza del poeta nei confronti, si sarebbe detto, dell'intera (o quasi) esperienza poetica del Novecento. Versi affidati alla fiducia in un linguaggio, in una gabbia metrico-sintattica del tutto tradizionale, «classica», con frequenti richiami a Leopardi, con l'impressionante frequenza di folgoranti visioni cui si.alternavano momenti di strenua lucidità, di affascinante geometrica precisione. Ebbene, questo suo recente libro, Nuvole, appartiene allo stesso, corpo dal quale furono a suo tempo stralciate quelle assai belle Evanescenze. Ancora più arretrato l'anno di partenza (il '57, addirittura), solo di poco più avanzata la data conclusiva (marzo 79). E anche qui Baldassini stupisce per le improvvise aperture che i suoi testi offrono («scimmie che fummo e dei di stella in stella»; "-Ma. d improvviso, una penombra appare materiate, si muovon le mie dita lunghissime nell'etere»-; o ancora: «Nulla è infinito, meno, che la mente- nel tempo: forse il numero degli esseri?»;. Aperture, scatti, che magari si collocano all'interno di, un discorso farraginoso, costruito su modelli letterari abbracciati nell'adolescenza e mai più abbandonati. Baldassini infatti, diciottenne •'nel '59) o trentottenne (nel 79), scrive più o meno sempre allo stesso modo, conservando una visione immutabile dell'esterno cui corrisponde un'immagine in apparenza immutabile della sua poesia, che in realtà si nutre di continui stimoli interiori, di improvvisi momenti di tensione che rendono vivo e sempre interessante questo suo insolito diario in versi. Mirco Invernali i TRADUZIONI DALL'ITALIANO Italscambi, Torino, 93 pagine, 3000 lire. (massimo romano) Invernali è un poeta lombardo quarantaseienne, che ha sinora pubblicato due raccolte di versi. Dopo il silenzio (1972) e II muro scabro (1974). Questo suo terzo libro, che contiene un'ottantina di poesie, è di un genere un po' particolare. Barberi Squarotti nella presentazione sottolinea Y«apparente facilità di lettura» riferendosi al modello costante della poesia di Montale, verso cui-l'autore, effettua un continuo controcanto: «Invernali non riecheggia modi o temi o forme montaliane, ma costruisce il suo discorso su una vera e propria assunzione di metri, lessico, immagini, strutture, caratteristiche del Montale dei primi tre libri.(soprattutto delle Occasioni)». La ricomposizione dei materiali poetici montaliani, ma anche di Pascoli, Gozzano e forse altri filtrati sempre su Montale,^ un gioco abile ma rischioso. Qui la poesia si riduce a manierismo puro, ma&ipolazione di parole e figure con effetti di ridondanza epigonica. Montale non avrebbe mai scritto un verso brutto e scontato del tipo «come a un cieco graziato della vista i quando fissi la nuova luce in lui» é neanche tentato di far rimare «passero spaurito» con «giardino candito». Giocare alla letteratura è sempre un'impresa pericolosa, e Invernali sembra esserne cosciente quando teme che la sua musa finisca «nei sempre gremiti parnasi sotterranei».

Luoghi citati: Firenze, Montale, Torino