Un nuovo autore? Leo Longanesi di Leo Longanesi

Un nuovo autore? Leo Longanesi Un nuovo autore? Leo Longanesi I programmi editoriali di Spagnoli la riscoperta di Traven, la ristampa della Cederna e il nuovo romanzo di Del Buono MILANO — «No. una ricetta per costruire un best-seller non esiste. Non si può prefabbricare perché il best-seller è sempre un libro di rottura, di novità rispetto alla norma. Si può provare a costruirli ina il rìschio di andare incontro ad un fallimento è quasi cèrta». A parlare cosi è Mario Spagnol. nuovo direttore della Longanesi da quando, abbandonato il vertice della Rizzoli si è installato negli uffici di via Borghetto. Partecipa da protagonista alla ristrutturazione della casa editrice, che si è iniziata la scorsa estate con l'acquisto delle quote azionane dà parte di Luciano Mauri e Alfredo Curcio. . . Ligure, ma di origine veneta. Spagnol è uno degli editor più preparati che l'Italia della carta stampata conosca. Non ancora cinquantenne, è stato per molti anni alla Bompiani e alla Feltrinelli, dove si occupava dell'«Universale Economica», agli «Oscar» della Mondadori e negli ultimi tempi alla direzione libri della Rizzoli. Best-seller come // gabbiano, Berlinguer e il professore. Radici, La donna della domenica e Un uomo hanno tutti come coautore fantasma la sua mano. Eppure ora. a parlargli dei best-sellers che ci si aspetta dalla Longanesi, dopo il suo ingresso, ha un moto di fastidio, forse scaramantico. «Quando alla Rizzoli ci trovammo II gabbiano fra le mani ci fu un certo imbaraz- ' zo. Era un libro per adulti o per ragazzi? I librai, anche loro, avevano difficoltà a catalogarlo. Era un libro anomalo. Ma proprio questo fatto di essere anomalo mi aveva colpito. Io comincio a palpitare se vedo che un libro è diverso, nuovo. Allora mi dico, forse ci siamo. Con Piazzesi il librò su Berlinguer era nato come gioco, con una tiratura bassissima. Ho visto però più di uno scrittore che si è messo a tavolino d'astuzia dicendo: adesso costruisco un successo. Ma poi ha mostrato la corda, non è andato lontano». — Niente politica di bestseller allora alla Longanesi? «Qui non siamo alla Rizzoli o alla Mondadori. Le proporzioni sono diverse. Anche i canali distributivi del libro sono ridotti, c'è solo la librerìa. Niente club, vendita a rate, mailing. Qui bisognerà fare affidamento su un buon programma, non sbagliare, un libro, stare in' campana. Che vuol dire calcolare bene gli investimenti, dosare titoli e tirature». — Pensa ad una casa editrice di catalogo? «Certo oggi è più difficile di una volta, c'è più professionalità e concorrenza. Penso al dopoguerra: quanti territori inesplorati o volutamente trascurati in cui incamminarsi. Trovare i classici del proprio tempo non è facile, bisogna fare i conti con i capricci della moda e del gusto. Intanto si può, proficuamente direi, curiosare nel catalogo della casa -. , Longanesi e recuperare tutti quegli scrittori, e per primo lo stesso Longanesi, inglesi e nord^americani, dimenticati e mai ristampati. In gennaio vorremmo ristampare di Longanesi In piedi e seduti, Una vita. A bbiamo anche tre libri-di Camilla Cède ma che possono essere importanti, riletti oggi. Le abbiamo chiesto di aggiornare fino ai '68 il suo Nostra Italia del miracolo. Vorremmo ripropórre il caso di Br Traven, alias Bende Torsva, l'autore del Tesoro della Sierra Madre, Co- glitori di cotone. La carreta e de La nave morta». — E per la narrativa italiana contemporanea? «Del Buono ha promesso di darci il suo nuovo romanzo, Se io mi innamorassi di te e poi pubblicheremo mia novità di Pascutto, La casa. Ma oltre alla scoperta e riscoperta di una linea narrativa che faceva parte della storia della casa editrice esiste anche un'anima saggistica: ecco allora che recupereremo gli scritti economici di Piero Ottone, la biografia di Mussolini scritta da Melograni, la ripubblicazione degli scritti di Bernard Lewis». — E per quanto riguarda i tascabili? «Lasciamo il pocket ai grandi editori. Stiamo pensando ad una collana di tascabili di lusso, da bibliofilo, ma per la libreria. Saranno volumi molto ben illustrati, i primi due titoli: La vita dei campi di Verga e I costumi di Daumier a cura della Aspesi ». — Best-seller proprio nessuno? «Perché no, c'è un libro di Wilburn Smith». — Un nuovo Harold Robbins? «Stiamo a vedere. Ma per fare un best-seller ci voglio> no, oltre al libro giusto, altri aiuti là qualità dell'informazione, che va da quella insostituibile che fa.ojalmente il lettore, alla televisione, alla stampa. I libri devono diventare fatti importanti ma come lo sono altri aspetti della vita». Nico Orètigo ■vWxovivXv:

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