SCUOLA

SCUOLA SCUOLA Renzo Baudino STORIA INEDITA DELLA SCUOLA IN ITALIA Emme, Milano 122 pagine, 3500 lire (1. g.) L'istruzione era nelle, società «primitive» un processo autogestito dall'individuo: è diventata un «prodotto di consumo di massa». La scuola, «nata come ^strumento . che doveva aiutare l'individuo a gestire il proprio processo di istruzione» si è trasformata in «un'organizzazione monopolistica,» nelle mani della Chiesa prima, dello Stato poi», la cui funzione è «riprodurre e conservare il sistema».- In questa rapida e un po' approssiniativa sintesi storica, viene riproposta la tesi. Leggo tanto, ma male Filippo Boschi, Giuliana Pinto COME LEGGONO I GIOVANI «MATURI» Le Monnier, Firenze; 136 pagine, 3500 lire (luciano genia) Chi è il lettore «maturo»? Gli psicologi ne hanno tracciato un identikit ideale: secondo Gray e Rogers ad esempio, è una persona che ritiene la lettura essenziale per la sua vita, vi dedica più ore al giorno, ha molteplici sfere di interesse e ne approfondisce almeno una In modo specialistico, comprende a pieno il significato di ciò che legge e ne fa un uso criticò e creativo. Filippo Boschi, che da tempo si dedica a questo campo di indagine per il Cnr (è suo il saggio Psicologia della lettura, edito da Giunti e Barbera nel '77), ha confrontato con questo modello un campione di 140 studenti alle soglie della maturità classica e scientifica. I risultati del questionario sono abbastanza scoraggianti: i giovani liceali, un gruppo privilegiato per condizioni sociali e familiari, leggono libri e giornali ih percentuale nettamente superiori alla media nazionale, ma leggono male: «Mostrano di essere ampiamente alfabetizzati per quanto riguarda la quantità di letture, mentre appaiono ancora "analfabeti" nella capacità di leggere in modo critico valutativo e creativo, di collegare con razione le informazioni assunte leggendo e di prendere spunto dalle letture per intensificare e migliorare la comunicazione interpersonale*. Le responsabilità della scuola, a giudizio degli autori, sono evidenti: la lettura viene insegnata fin dalle elementari come abilità meccanica a «fini assimilativi-recettivi». per nulla inedita, della scuola come apparato ideologico al servizio esclusivo del potere. L'autore mette in secondo piano i tradizionali riferimenti alla teoria pedagogica e alla legislazione scolastica per concentrare la sua analisi sulle interrelazioni politico-economiche tra ilsistema sociale e il sottosistema scolastico. ■ Vorrebbe essere provocatorio e demitizzante, ma ricade troppo spesso nel mito del sistema leviatano onnipotente: dimenticare che i cambiamenti della scuola sono nati anche dalle lotte .di' forze sociali e politiche popolari e di opposizione, vedere sempre tutto coinè partorito daZr«astuzia della Ragione» conduce a quella classica «notte nera» in cui si smarrisce la possibilità di distinguere e di capire.

Persone citate: Barbera, Filippo Boschi, Giuliana Pinto, Gray, Monnier, Renzo Baudino, Rogers

Luoghi citati: Firenze, Italia, Milano