CRITICA LETTERARIA

CRITICA LETTERARIA CRITICA LETTERARIA Palazzeschi? Un profeta Guido Guglielmi L'UDIENZA DEL POETA Einaudi, Torino, 130 pagine, 4000 lire (giorgio ficara) Che Palazzeschi, oltre l'iconografia del funambolo e del giullare, del beffatore e del capriccioso, e molto oltre le linee di attribuzione di marca storica, ci abbia parlato con voce tagliente di profeta, è apparso chiaro già da qualche anno "(dal '74, con un numero unico del Verri, di testimonianze e letture). Guido Guglielmi, nel primo quadro degli entusiasmi mette oggi un ordine e una prospettiva nuovi senz'altro. La buffoneria di Palazzeschi — secondo il critico — è prima di tutto «strumento di negazione» e anche «affermazione della casualità e di tutto ciò che sta fuori della disciplina del senso»: la sua profezia consiste nell'aver sfidato la logica del mondo come è, del positivo, della natura, delle cose che nascono; nell'aver pensato dei fiori che hanno una voce agghiacciante e nell'avere bagnato il sublime di secoli in un lago sporco e vasto. La giocondità, la suggestione di leggerezza presente nelle opere giovanili (oggetto della ricerca) esprime — più ancora che un istinto clownesco, una petite musique inimitabile — la mobilità assoluta del cosmo, Pimprobabilità di ogni controllo soggettivo: Perelà, Zarlino, il Frate Rosso, Mècheri, Dio stesso (che gioca a pallone col sole e si specchia nella luna) sono scorie del mondo, ritagli e vanità di uno schema la cui vera immagine e vocazione è quella di non apparire e non consistere. Walter Pedullà ALBERTO SAVINIO SCRITTORE IPOCRITA E PRIVO DI SCOPO Lerici, Cosenza 199 pagine, 4000 lire (m. r.) Alberto Savinio (1891-1952), nome d'arte di Andrea De Chirico, fratello del grande pittore metafisico, amico di Picasso e Apollinare, per lungo tempo ignorato dai lettori e dalla critica, sta ora lentamente riacquistando il suo spazio letterario, che è una posizione di assoluto rilievo nella cultura italiana del Novecento. Figlio degenere del futurismo, simpatizzante dei dadaisti, con i quali condivideva l'idea di una letteratura come gioco, finzione, impostura, parodia sfrenata, Savinio è forse il più grande scrittore surrealista italiano. Questo saggio di Pedullà ne disegna un profilo mosso e vivace, percorso dall'esigenza^di una. definizione totalissante, Chi è Savinio? «Uno scapestrato che diventa saggio giocando con le parole» o «uno scrittore che frequenta la comicità per diventare serio». Difficile rinchiudere in un'etichetta un personaggio che*ha sempre giocato il lettore con trucchi sublimi e sofisticate astuzie, e si è rivelato uno degli esponenti più defilati e atipici dell'avanguardia. Da messo secolo la critica insegue il «vero» Savinio, unico autore di tanti libri diversi, da Hermafrodito a Angelica o la notte di maggio, da Tragedia dell'infanzia a Nuova Enciclopedia, romanzi brevi, racconti, saggi, ricordi, impressioni di viaggio, recensioni, dove la scrittura rompe il giocattolo della letteratura con i suoi effetti di straniamento. Ugo Dotti NICCOLO'MACHIAVELLI LA FENOMENOLOGIA DEL POTERE Milano, Feltrinelli, 160 pagine, 4000 lire (mario possi) La maggior parte del volume è occupata dal saggio Le ragioni di Machiavelli. Diviso in tre parti (Le ragioni della storia; Le ragioni flel politico; Le ragioni del rivolusionario), analizza le ragioni che consentirono al Machiavelli di scoprire la «scienza» della politica e quindi l'autonomia delle àue leggi, delle sue regole, delle sue norme. Scoperta di cui il Dotti, con una stringente lettura del Principe e dei Di scorsi sopra la prima Deca di Tito Livio, mostra tutte le importantissime conseguenze. La politica come scienza, infatti, rivoluzionò i valori etici e ne distrusse le formulazioni tradizionali: «Il bene e il male, il vizio e la virtù — scrive il Dotti — non vennero più determinati in astratto; non vennero più — cioè — fissati dal punto di vista di una moralità soggettiva o in riferiménto alla tra scendensa di un ordinamento divino del mondo, ma vennero intesi come valori "sociali", come principi regolatori della prassi degli uomini». ., ■ ". ; Seguono due saggi (Il principe scellerato e nefarìo; llprìn cipe astuto e violento), che forniscono alcuni esempi (tratti da tragedie shakespeariane) dello choc prodotto da questo nuovo atteggiamento spirituale e delle sofferte reazioni che ne seguirono. La forza del libro, costruito con molto rigore, è nelle fittissime analisi è nelle stimolanti proposte che gettano nuova luce sull'opera politica del Segretario fiorentino. Raffaele Giglio EDOARDO SCARFOGLIO Loffredo, Napoli, 238 pagine, 7500 lire (giovanni tesio) Edoardo Scarfoglio è uno scrittore di grande personalità, che ha dominato nel mondo letterario e giornalistico napoletano per almeno trentanni (dagli ultimi venti dell'Ottocento alla grande guerra). Le sue impennate spesso discordanti, il suo temperamento d'assalto educato alla scuola del Carducci e riscaldato alla temperie «bizantina», le sue cause roventi sono entrate nella leggenda di un giornalismo di tempi avventurosi e favorevoli agli azzardi. Rischiosa fu di fatto l'operazione con cui Searfoglio fondò Il Mattino, buttando poco meno di centomila lire e ogni risorsa di carattere e di me¬ stiere nella concorrenza non facile con il potente Corriere di Napoli, che aveva piantato in asso. - Il burrascoso sodalizio con Matilde Serao e l'amicizia con D'Annunzio sono vicende che non hanno cessato di stuzzicare aneddoti e pettegolessi più o meno romanzeschi. Raffaele Giglio sostiene di avere scrìtto la sua monografia, che tenta il ritratto completo (dalle prime prove letterarie all'impegno giornalistico), anche per restituire fisionomia crìtica à questo personaggio spesso «falsificato»; Giglio guarda con particolare attenzione alle quérelles giornalistiche più importanti: dalla difesa degli interessi del Mezzogiorno alla politica coloniale all'intervento ,dellTtalia in guerra, ma non trascura i problemi dello stile, ai quali dedica apposta un capitolo.

Luoghi citati: Cosenza, Feltrinelli, Milano, Napoli, Nuova Enciclopedia, Torino