Sonia Delaunay la vita è sole

Sonia Delaunay la vita è sole Sonia Delaunay la vita è sole PARIGI — «Ho l'impressione che stiamo per entrare in un'epoca molto bella, che non vedrò più: un'epoca in cui sarà abolita la noia». E'uno degli ultimi passi delle memorie di Sonia Delaunay, pubblicate alla fine del 78 in Francia dall'editore Laffont con il titolo emblematico: Nous irons jusqu'au soleil». Un anno dopo, il 5 dicembre 1979, la 'pioniera dell'arte astratta» si è spenta nella sua casa di Parigi. Da tempo viaggiava in carrozzella (e in carrozzella era andata alla galleria Arcturial per una sua grande retrospettiva), le gambe non la reggevano più, ma la mente era ancora lucida, scattante, viva. Sonia Terk nacque presso Odessa, in Ucraina, nel 1885. Studiò a Pietroburgo, poi si trasferì a Parigi, dove, all'accademia La Palette, incontrò Ozenfany, Dunoyer e Segonzac. Da due viaggi estivi in Finlandia riportò gli influssi di Munch. Poi la sua formazione si completò in modo determinante grazie all'incontro con l'opera di Gauguin e Van Gógh. Nel 1907 conobbe Robert Delaunay e nel 1910 lo sposò. La sua attività divenne intensissima, la sua creatività si spostò dalla pittura alla moda, alla rilegatura, al ricamo. Nel 1941 Robert mori e per Sonia cominciò una fervente, rigorosa battaglia affinché l'opera del marito fosse valutata adeguatamente. Nelle memorie pubblicate da Laffont, recensite sul numero 157 di Tuttolibri, l'artista racconta le tappe della vita con Robert, sognatore che coltivava fiori e addomesticava uccelli, estroso e privo di senso pratico. Balza evidente l'amore fra le due persone, che confluiva in quello per la pittura e per la vita. In Nous irons jusqu'au soleil rivivono te feste, le serate al dancing quando Robert e Sonia andavano a ballare vestiti in modi eccentrici: Apollinaire rimase stupefatto dall'apparizione di Sonia che indossava un tailleur viola con sciarpa verde e blusa arlecchino e di Robert in mantello rosso, giacca verde, gilet celeste, scarpe nere e gialle. Nell'autobiografia compaiono i personaggi, i grandi fatti, le correnti culturali: Marie Laurencin, una delle peggiori lingue di Parigi assieme a Picasso (che «per il gusto di distruggere non risparmiava nemmeno gli amici e giunse a sbeffeggiare Braque in modo odioso il giorno delle sue nozze»;, i cubisti, accusati di aver «disseccato, disincarnato, sci erotizzato tutto», Ma tisse «troppo borghese», i surrealisti colpevoli di esercitare «un'influenza deleteria», Chagall «gentile finché ha bisogno degli altri». Le memorie si chiudono con un atto di fede: «Ho la sensazione netta che ci si avvicina a quel che Robert aveva presentito come la "sorgente solare" della sua opera... n sole si alza a mezzanotte». m.n. Molti saggi su Sonia Delaunay sono stati pubblicati in Francia. In Italia un fascicolo su di lei è stato curato nell'ottobre 1970 dalla Galleria Martano di via Cesare Battisti 3 a Torino. La galleria dedicava all'artista il n. 27 dei suoi «Documenti». Nel gennaio '71 un'altra presentazione di Sonia Delaunay è stata realizzata dalla galleria «n collezionista d'arte contemporanea» di Roma. Robert e Sonia Delaunay