Se fai così è colpa del gene?

Se fai così è colpa del gene? Si apre anche in Italia la polemica sulla «sociobiologia» di Wilson Se fai così è colpa del gene? Sta per uscire anche in Italia, pubblicato da Zanichelli, «Sociobiologia - la nuova sintesi», di Edward O. Wilson (pagine 671, lire 28.000). Il libro, che ha un capitolo dedicato alle tesi sui rapporti tra base genetica e comportamenti umani, ha suscitato negli Stati Uniti vivaci polemiche. Abbiamo chiesto un intervento a Luciano Gallino, docente di sortolo-' già all'Università di Torino, e a Isabella Lattes Colf man n, studiosa di etologia. PUBBLICATO nel 1975 dalla Belknap Press, editrice dell'Università Harvard dove l'autore insegna zoologia, il libro di Wilson sulla sociobiologia ha già dato origine ad un intero capitolo di storia della scienza, alcune pagine del quale non sono propriamente edificanti. Fatto inusitato per un ponderoso volume di biologia, una delle prime recensioni apparve in prima pagina su un famoso quotidiano, il New York Times del 20-3-1975. In essa la sociobiologia veniva salutata come una scienza rivoluzionaria perché confermava l'idea che la maggior parte dei comportamenti umani siano un prodotto dell'evoluzione naturale, non meno della struttura della mano. Gli avversari della sociobiologia avrebbero spesso richiamato questa ed altre recensioni sulla grande stampa per denunciare le possibilità di un uso reazionario della nuova scienza (o nonscienza, come vorrebbero alcuni di loro). Tra i primi scienziati ad occuparsene ci fu C. H. Waddington, un genetista ed evoluzionista di fama indiscussa, sulla prestigiosa rivista della sinistra liberale, la New York Review o/Books. Waddington, scomparso di lì a poco, definiva l'opera di Wilson «formidabile». * importantissima», un «successo stupefacente» nel perseguire uno scopo straordinariamente ambizioso (NYR, 7-8-1975). Tre mesi dopo la stessa rivista ospitava una violentissima lettera, «Contro la sociobiologia». preparata da un gruppo di scienziati e studenti radicali di Boston, tra i quali spiccavano il genetista Richard Lewontin e lo zoologo e storico della scienza Stephen Gould. Questo gruppo, da cui è nata l'associazione e la rivista Scienze for the People, attaccava Wilson — e non ha da allora mai smesso di farlo — accusandolo di riproporre un'ennesima teoria deterrninista diretta a fornire una giustificazione genetica allo status quo ed ai privilegi goduti da gruppi appartenenti ad una particolare classe, razza o sesso. Infine entravano in campo le riviste scientifiche e di divulgazione scientifica, come The New Scientìst, Nature, Bioscience, American Psychologist, Society, Animai Behaviour e altre, che nel giro di un paio d'anni pubblicavano decine di recensioni. articoli — molti di alto livello — e numeri monografici sia sull'opera di Wilson sia, più in generale, sugli studi dei sociobiologi. Tra la fine del '77 e l'estate del '78 la polemica prò e contro la sociobiologia toccava il punto più basso, n gruppo di Science for The People faceva circolare un film girato anni prima, nel quale per mezzo di sovrapposizioni d'immagini, interviste artatamente montate e spezzoni di documentari girati sul terreno ma montati ad effetto, i principali sociobiologi di Harvard venivano presentati dal più al meno come successori dei teorici tedeschi del razzismo. Nel febbraio '78, ad un convegno sulla sociobiologia organizzato dalla American Association for the Advancement of Science, Wilson viene aggredito, buttato a terra e gratificato d'un secchio di rifiuti. Sull'altro fronte, la rivista Business Week pubblicava in aprile un rapporto di alcuni economisti secondo i quali la sociobiologia provava irrefutabtoiente la superiorità della libera iniziativa sui regimi marxisti; mentre la Nuova destra francese, rappresentata al caso da Louis Pauwels, direttore del Figaro-Magazine, e da Alain Benoist, direttore del Groupement des recherches et d'études pour la civilisation européenne, dichiarava a tutte lettere di vedere nella sociobiologia un'ottima fondazione per la propria ideologia ultraliberista. Oltre a centinaia di articoli, la biblioteca sociobiologica comprende ormai numerosi libri usciti dopo quello di Wilson e in qualche modo collegati ad esso. Tra i più utili per farsi un'idea non settaria e non rozzamente strumentale della sociobiologia vanno ricordati Sociobiology and Human Nature, un'antologia interdisciplinare con articoli di sociobiologi (Wilson e Barash), sociologi (van den Berghe), economisti (Boulding) e altri; Sociobiology: Sense or Nonsense?, di Michael Ruse, un filosofo della scienza canadese; e L'heure de la sociobiologie, scritto dall'ex redattore capo de La Recherche. Yves Christen, con un'ampia bibliografia. l.g.

Luoghi citati: Boston, Italia, Stati Uniti