Mozart ragazzaccio volgare

Mozart ragazzaccio volgare Ha successo a Londra «Amadeus» cattiva commedia di Peter Shaffer Mozart ragazzaccio volgare LONDRA - Peter Shaffer è uno dei più noti commediografi inglesi. Il suo penultimo testo Equus (immediatamente pubblicato dalla Methuin) è stato rappresentato con grande successo in quasi tutti i Paesi del mondo, compresa l'Italia. In Inghilterra è rimasto sulla scena oltre tre anni. Shaffer è nato a Liverpool nel '26, è musicologo ed è stato, dal '61 al '62, critico musicale di Time and Tide (settimanale ora sparito). Il suo Five Fingers Exercise fu una rivelazione nel '58, epoca del passato remoto quando i commediografi inglesi fiorivano. Quattro anni più tardi tornava con un altro grande successo The Private Ear and the Public Eye, nel '64 The Royal Hunt of the Sun, dato al National Theatre di Laurence Olivier. Ha scritto anche due drammi per la televisione (The Salt Land e Bdance of Terror), e altre due commedie di minore fama The Wìite Liars ('68) e The Balde of Shrivings ('70), tutte opere pubblicate dalla stessa casa editrice. H suo nuovo lavoro Amadeus, in scena al National Theatre, era atteso perciò con insolita impazienza: basti dire che, per intere settimane e nonostante l'ampiezza del teatro Olivier, la sala più grande del gruppo, non è stato possibile trovare neppure un biglietto. Amadeus si presenta come un avvenimento e, dato il momento di grande penuria teatrale nella generalmente ricca Londra, t fedeli del teatro si sono scatenati a vedere Paul ScofXield, grande mattatore, nella parte di Salieri e il giovane e già noto Simeon Calli ow nella parte di Wolfgang Amadeus Mozart. C'è anche Felicity Kendal, nella parte di Costanze Mozart (la Kendal è una delle più fortunate giovani attrici inglesi, che il pubblico italiano avrà visto in film come Valentino è Shakespeare Wallah). La regìa è di Peter Hall, le luci e le scene sono di John Bury. La musica è di Mozart e Salieri, elaborata, registrata e «teatralizzata» da Harris on Birtwistle, uno dei maggiori musicisti contemporanei, consulente stabile del National Theatre. Quindi un firmamento di stelle. In scena troviamo il vecchio Antonio Salieri in pantofole e vestaglia, artritico, congestionato e circondato da' pasticcini. Come molti vecchi, è goloso e i pasticcini arrivano spesso in ricchi vassoi, provocando una inopinata e fastidiosa ilarità del pubblico (chissà perché, è una gag che piace). Ma oltre ai dolci, Salieri ama il successo e la gloria. Dal suo angolo arcigno, ricorda quand'era compositore ufficiale di corte, a Vienna, e rievoca l'arrivo del giovane Mozart che, in un impulso d'odio e d'invidia, stava quasi per uccidere. Lo spettacolo si trasforma da racconto in teatro quando, con un flash-back abbastanza scontato, Paul Scoffield si toglie palandrana e pantofole e •torna giovane. La scena s'illumina, diventa corte imperiale e Salieri, seduto in poltrona, seminascosto da pile di dolcetti (nuove risate del pubblico), spia l'arrivo di un rozzissimo ragazzo vestito, come si direbbe oggi, cafonescamente (giacca troppo sfarzosa, parrucca troppo alta, troppi fiocchi) e della sua fidanzata Costanze. I due si rotolano per terra, fanno — quasi — di tutto (anche nella finzione teatrale ci si domanda come la coppietta provinciale avrebbe mai osato comportarsi in tal modo sotto un tetto tanto augusto). Salieri era diventato compositore di corte alla morte di Gassmann, nel 1774; sei anni più tardi moriva l'imperatrice Maria Teresa e le succedeva Giuseppe IL, più propenso al Singspiel e alla musica tedesca. Al giovane Amadeus che ha lasciato — con scandalo — il servizio dell'arcivescovo di Salisburgo, l'imperatore ha commissionato un'opera in tedesco e, nella scena seguente, vediamo Mozart che con risatine da iena spiega a sua maestà imperiale che l'opera si svolgerà nientemeno in un harem, una cosa scandalosa e molto osé. Siamo nel 1782: come Mozart viene ufficialmente presentato a Corte, Salieri l'accoglie con una marcetta composta per l'odiato rivale. Mozart gradisce, ma dopo avere, per l'appunto, spiegato all'imperatore il Die Entfuhrung aus dem Serail (Il ratto del serraglio), si piazza al clavicembalo e ripete la marcetta a memoria. Fa di più, questo gaffeur terribile, la migliora, davanti agli occhi (anzi, alle orecchie) esterrefatte del compositore di corte. La marcetta diventa il «Non più andrai farfallone amoroso» (anche se quella, Le nozze di Figaro, è un'opera deli'86). Questa è forse la più dolorosa trovata di regìa di tutto lo spettacolo che, purtroppo, scintilla di stupidaggini non solo di regìa ma, ahimè, di te- sto. Chi se lo sarebbe mai aspettato con tanti nomi e tantafama? Sulla scena continuano i flash-backs; Costanze fa delle gaffe terribili; Mozart, sem- pre più volgare, con delle ri- satacce antipatiche, si riempie la bocca di parolacce (anche se esistono un paio di lettere di Mozart alla cuginetta, quando entrambe erano giovani, dove l'uso della parolaccia è copioso, questo non giustifica la licenza poetica di Peter Shaffer di fare parlare Mozart in quel modo); Salieri, cattivissimo, cerca di sedurre Costanze. Nel secondo atto abbiamo persino l'arrivo del Commendatore che, uscito dal Don Giovanni, viene a disturbare il compositore e poi il ben noto e tragico episodio del Requiem, quando Mozart — vicino alla morte — pensava di essere stato avvelenato. Nell'ottobre del 1791 aveva portato Salieri a una recita del Flauto magico; in dicembre, mentre componeva il Requiem, Mozart moriva. Salieri gli sopravviveva di 33 anni. Ma il racconto teatrale di Shaffer è lontanissimo dal teatro: spesso ci si domanda perché siamo sulla scena, dato che il monologo potrebbe essere invece trasmesso per radio.. H testo non è un'allegoria, come ci si aspettava. P invece un copione realistico e molto misero che suscita serie preoccupazioni. Che veramente il teatro moderno inglese sia finito? E dato che questa è la stagione nella quale si «infornano» i futuri successi della primavera-esta- te, pronti per l'arrivo massic- ciò del pubblico americano affamato di cultura, ci si ad- dolora pensando che questo spettacolo è il «piatto forte» della stagione, Gaia Servadio L'attore Paul Scofìeld nella parte di Salieri Ritratto del giovane Mozart

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