Cenerentola a Manhattan di Ruggero Bianchi

Cenerentola a Manhattan Il falso sogno americano in «Scrupoli» Cenerentola a Manhattan Judith Krantz, . SCRUPOLI Traduzione di Grazia Maria Griffini Speriing & Kupfer, Milano 600 pagine, 7500 lire P' IU' ancora delle notizie offerte in quarta di copertina su Judith Krantz — moglie di un produttore cinematografico, collaboratrice di Cosmopolitan, redattrice di moda, vissuta tra Manhattan e Beverly Hills con un breve intermezzo a Parigi — può essere utile, per collocare in qualche modo Scrupoli, controllare a chi appartenga il copyright. Si scoprirà così con una certa sorpresa che esso non è né dell'autrice né dell'editore bensì delle Steve Krantz Productions: cioè, vien da supporre, della casa cinematografica del marito di Judith Krantz. Il fatto, se riferito a un romanzo del genere, non può - parere casuale: Scrupoli è il classico volume assolutamente privo di meriti'letterari costruito su attente letture degli indici di gradimento, concepito come Best-seller e destinato — ma si tratta di una facile profezia — a trasformarsi in uno di quei classici filmóni americani capaci, anche in Italia, di provocare code e ingorghi al botteghino. I personaggi principali sono tre: vorrebbero convincerci che ancor oggi è possibile il sogno americano e che negli Stati Uniti la fiaba di Cenerentola ha un quotidiano riscontro nella realtà. Tre giovani geniali che, al lettore frettoloso, possono sembrare capaci di realizzare, tra la Manhattan della Fifth Avenue e la Los Angeles di Beverly Hills, il vecchio mito frankliniano della rapida ascesa, in virtù dei propri meriti, dalla miseria alla ricchezza, dall'anonimato al potere. E tuttavia, se si sta soltanto un poco più attenti, si scoprirà che le cose sono un po'diverse. Billy, la miliardaria che fonda Scruples, il supermarket dell'alta moda, è una Winthrop che appartiene alle «quattrocento famiglie» di Boston, cioè alla più ristret¬ ta aristocrazia americana. Valentine, la disegnatrice d'alta moda, ha cominciato la propria carriera lavorando da Balmain a Parigi. Spider, il fotografo, è il classico maschio americano cui non è proprio possibile che una donna dica di no. Tutta genite, per intenderci, che passati di poco i vent'anni si trova a maneggiare imperi finanziari, a detiare le regole del vestire ai più bei nomi di Hollywood, a fotografare (e a portarsi a letto) le modelle da cinquecento dollari l'ora. E non manca naturalmente (ma verrà fuori soprattutto alla fine) il produttore genia- le capace di inventare il film che può vincere l'Oscar. Un produttore di origine italiana naturalmente (alla Frank Coppola, anche se meno ricco), con un film, naturalmente, alla Love Story. Anch i se molti lettori o lettrici possono essere portati a identificarsi, i personaggi del romanzo non sono affatto individui comuni, bensì una versione di Superman applicata al romanzo di appendice. Al punto che viene da chiedersi se il fotografo non si chiami Spider in velato omaggio a un altro supereroe del fumetto contemporaneo: il mitico Spiderman che, guarda caso, è lui pure un arrampicatore. Libro costruito a tavolino per avere successo —proprio come certi musicals miliardari, quali Jesus Christ Superstar o Evita—il romanzo offre solo quel che promette, cioè appunto il successo. Il successo dei protagonisti e, naturalmente, il successo dell'autrice. In esso c'è tutto, ma proprio tutto ciò che può fare di un libro un best-seller. La fiaba di Cenerentola e il mito di Superman. Ma anche la miracolosa dieta dimagrante che fa perdere in pochi mesi quaranta chili, trasformando una bambolona straripante di adipe nella creatura più affascinante e corteggiata (moderna versione del Brutto Anatroccolo o del Principe Ranocchio^. Anche l'accurata descrizione delle diverse combinazioni di rapporto sessuale, per titillare il lettore pruriginoso. Tutto, insomma, quello che occorre a un adulto frustrato per sognare, per convincersi che le Fate possono bussare a ogni porta: che anche la casalinga sfatta può diventare una grande attrice e che l'operaio della catena di montaggio può passare la notte con la modella della copertina di Playboy. E siccome in Italia di frustrati siamo in molti, ai più svariati livelli, c'è da scommettere che anche da noi Scrupoli balzerà in poco tempo in testa alla classifica delle vendite. Ruggero Bianchi

Luoghi citati: Boston, Hollywood, Italia, Milano, Parigi, Stati Uniti