STORIA
STORIA STORIA Depretis attraverso i giornali Luigi Mascilli Migliorini LA SINISTRA STORICA AL POTERE Sviluppo della Democrazia e direzione dello Stato (1876-1878) Guida, Napoli 256 pagine, 7500 lire (luisa cavallo) L'avvento della Sinistra al potere segnò per l'Italia un periodo complesso. Mascilli Migliorini prende in considerazione i primi due anni del nuovo governo, dal ministero Depretis (18 marzo 1876) alla caduta del ministero Cairoli (dicembre 1878). L'autore, anche attraverso brani di giornali dell'epoca, tratteggia l'atmosfera di quegli anni. Sottolinea la speranza che il Paese nutriva per la Sinistra, la vittoria alle elezioni nel novembre del 76, la delusione nell'anno successivo per la mancata attuazione delle riforme promesse ed il persistere, quindi, di gravi problemi economici e tensioni sociali; la crisi del ministero Depre tis- Crispi, l'ascesa e la caduta del governo Càiroli-Zanardelli. Tale evento viene definito «il momento di arresto del processo di rinnovamento profondo dello Stato italiano... il ripiegamento su una linea di condotta meno incisiva». Mascilli Migliorini esamina in chiave critica il ruolo e l'esperienza politica dei maggiori protagonisti di questo periodo: le oscillazioni di Depretis, la politica conservatrice di Nicotera, la posizione democratica di Cairoli, Zanardelli, il radicalismo di Bertoni, Cavallotti. L'autore vede nell'operato della Sinistra e nei suoi uomini più significativi uno sforzo per dare uno sviluppo democratico al Paese. Non una «Destra involgarita» quindi, o identificata nel trasformismo, ma una Sinistra fedele agli ideali che contribuirono all'Unità del Paese. John Davis SOCIETÀ' E IMPRENDITORE NEL REGNO BORBONICO (1815-1860) Laterza, Bari, 337 pagine, 10.000 lire (augusto comba) Raffaele Sava, industriale tessile a Napoli, negli Armi 20 dell'800, avviò la sua attività contando sulla manodopera semigratuita di carcerati e mendicanti (i ricoverati dell'Albergo dei Poveri): su 700 operai nella sua industria laniera, soltanto 100 non appartenevano a queste due categorie. Appena avviata l'attività, Sava ottenne dal governo borbonico dazi altissimi sui tessuti d'importazione. In quattro anni (1823-27) ottenne in prestito, sempre dal governo, 80 mila ducati. Nel 1828 il medesimo governo gli concesse per 15 anni l'uso gratuito di un ex convento per il suo laboratorio. Successivamente ottenne la fornitura delle uniformi dell'esercito. Con tutto qursto la sua industria non prosperò, ma egli ebbe invece nel Regno molta autorità, e il personale appoggio del cavalier Luigi de' Medici, onnipotente ministro di sua maestà. Vicende recenti e scottanti (come quelle di Ursini e Rovelli) trovano in queste vicende antiche curiosi precedenti, e così altre storie raccontate da John Davis, con vivacità britannica, in questo volume che, senza arrischiarsi in conclusioni troppo generali, con la messe dei dati poco noti e con la giudiziosa verifica di talune tesi di storia economica, apporta notevoli chiarimenti alla delineazione di un problema non facile, e che sta a monte della «questione meridionale quale oggi la conosciamo», cioè al problema di quanto della fragilità economica dell'Italia meridionale, alla vigilia del processo unitario, derivasse da fattori non esterni, non strutturali, ma collegati al tipo di politica economica praticata dal governo borbonico dopo la Restaurazione. E' un volume che dice molto non solo sugli argomenti che costituiscono il suo scope, ma anche su altri argomenti interessanti per la storia dell'800 nell'Italia meridionale, ad esempio il modo d'impiantarsi d'intraprendenti dinastie economiche straniere (specie svizzere), e le ragioni del disamore che verso i Borboni concepì una certa borghesia meridionale, scopertasi liberale a ridosso del 1860.
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