Le ville venete, affresco per affresco

Le ville venete, affresco per affresco É/w interessante itinerario nella pittura dal Seicento all'Ottocento Le ville venete, affresco per affresco Autori vari AFFRESCHI NELLE VILLE VENETE DAL SEICENTO ALL'OTTOCENTO Alfieri, Venezia *») 2 voli. 800 pagine 150.000 lire Acura dell'Editore Alfieri di Venezia, legato al gruppo editoriale Electa, sono usciti i due attesi volumi dedicati agli Affreschi nelle Ville Venete dal Seicento all'Ottocento. Il primo, di 287 pagine, comprende, oltre alla prefazione, tre singoli saggi di autori diversi, dedicati agli aspetti della pittura nei secoli in esame, la quale è vista, appunto, attraverso la prospettiva dell'arte in villa. Segue poi la parte più impegnativa nuova ed importante: il catalogo generale, di ben 221 voci, legate agli affreschi esistenti in altrettante ville, sparse nel territorio di Venezia, Treviso, Padova, Vicenza, Verona, Rovigo, Belluno, Udine. Concludono il volume la bibliografia, l'indice degli artisti e le referenze fotografiche. I saggi sono accompagnati da tavole a colori dedicate alle opere più significative, mentre le schede del catalogo sono precedute da piccole illustrazioni delle ville, che hanno il solo scopo di facilitarne l'identificazione. n secondo volume comprende le tavole in bianco e nero che illustrano lo sterminato materiale pittorico, villa per villa. Mentre le schede sono in ordine alfabetico delle località, le tavole invece seguono quello cronologico, le prime legate ad opere degli inizi del sec xvii, le ultime risalenti alla fine del sec. XIX: un'ampia carrellata, dunque, dallo stanco manierismo di certi epigoni della grande tradizione cinquecentesca, fino all'insorgere del gusto floreale, sia pure in una versione addomesticata e non dimentica della tradizione. Sono ben 1463 illustrazioni, una vera antologia di immagini, che costituiscono un contributo formidabile alla maggior conoscenza della pittura veneta, essendo in gran parte materiale poco noto o addirittura inedito. Il lavoro è frutto di una collaborazione di studiosi legati all'Università di Padova e guidati da Rodolfo Pallucchini. Esso ha il suo precedente nell'azione di salvataggio delle ville venete promossa da Giuseppe Mazzetti e che ebbe il suo momento di partenza nella memorabile mostra allestita nel 1952 nel Salone dei Trecento a Treviso, che provocò anche una legge speciale per la difesa e il restauro di un patrimonio di eccezionale valore culturale. Usci in seguito un volume sulle ville venete, del Mazzotti; e poi un altro della Crosato sugli affreschi del Cinquecento nelle ville venete. La pubblicazione attuale completa dunque l'opera di ricerca e di valutazione, preceduta da un altro studio, quello della Precerutti Garberi sugli affreschi settecenteschi delle ville venete, presentato da uno specialista quale fu il compianto Antonio Morassi. n gruppo di lavoro ha incontrato difficoltà di ogni genere, per l'ampiezza del territorio in cui doveva operare e per la complessa materia da analizzare, non limitata a grandi nomi, spesso anzi frutto di operatori locali, talora anonimi. Cultura e territorio offrono, qui, un bell'esempio, per chi voglia conoscere il senso della storia. E' bene far conoscere i nomi degli operatori. Accanto ai «capisecolo», 'cui si debbono i densi saggi introduttivi, Francesca d'Arcais (Seicento), Franca Zava Boccazzi (Settecento), Giuseppe Pavanello (Ottocento), vi sono poi gli studiosi cui spetta, accanto a loro, la fatica e la responsabilità della redazione delle singole schede: Livia Alberton Vinco da Sesso, Daniela Bobisut, Maria Cionini Visani, Laura Comini Muscojona, Paola de Landerset Marchiori, Caterina Furlan, Gabriella Guagnini Brussich, Laura lo Prete, Adriano Mariuz, Maria Maddalena Parmeggiano. Giustamente Francesca d'Arcais métte in evidenza l'importanza di questa ricerca che addirittura «permette di meglio qualificare e definire alcune grosse personalità di artisti». Vi sono poi degli aspetti nuovi della «vita in villa». Essa non è più legata alla terra, non è un «centro di poderi», ma svolge una funzione diversa, quella di luogo ameno, di vacanza. Sicché mutano gli stessi luoghi del loro insediamento, come avviene per la riviera del Brenta, lungo la quale sorgono ora le ville più famose. Le «barchesse» che svolgevano un compito legato all'attività agricola, ora assurgono a nuova dignità, divengono foresteria e con tale destinazione s'abbelliscono in modo straordinario. i Viene qui proprio a proposito la citazione della villa Minelli (oggi Bénetton) a Ponzano di Treviso, dove le decorazioni più significative sono appunto nella barcaressa, perché vi si trovano notevoli affreschi attribuiti — mi sembra correttamente — a Pietro Liberi, dopo essere passati attraverso diverse paternità. Quella villa è stata di recente restaurata in modo esemplare dai proprietari, che si sono serviti della collaborazione di Carlo e To¬ bia Scarpa: un vero esempio di convergenza intelligente tra vecchio e nuovo, che volentieri avremmo visto citato nella densa scheda che la d'Arcais ha dedicato a quel complesso monumentale salvato da una squallida rovina. - I nomi sono tanti. Tra essi troviamo quello d'un Carpioni e di un Carneo, ossia due tra i più interessanti artisti del Seicento dell'area veneta, dà poco rivalutati. Manca invece in villa un pittore che volentieri vi avremmo veduto, quasi a verificarvi il suo estro, voglio intendere Francesco Maffei, uno dei più vivaci del barocco veneto: E' presente invece, a cavallo dei due secoli, il francese Dorigny. Più avan'ti, nel Settecento, le presenze s'infittiscono e crescono di intensità. La villa Alessandri, alla Mira, offre il mondo sensitivo degli affreschi del Pellegrini, a lui riconosciuti, se non vado errato, dal Bettagno: un preludio al rococò più estenuato, quasi come un Gregorio De Ferrari, meno raffinato, ma più molle e sensuale. Di seguito compaiono il Lazzarini e i due Diziani, il Pittoni e il Fontebasso, infine i Tiepolo. Naturalmente con questi ultimi si ripercorre una strada ben nota, che porta alla villa Pisani di Stia o a quella Valmarana dei Nani a Vicenza. In questa s'affaccia addirittura una esperienza nuova, per merito di Gian Domenico, cui spettano anche gli affreschi della villa di Zianigo (oggi esposti a Cà Rezzonico). Non so con quale apertura culturale egli dipingesse, ad esempio, la scena della colar zione dei contadini: se, in altri temiini, vi vedesse soltanto l'età dell'oro (quella sognata da Gaspare Gozzi, di cui con piacere vedo che il Mariuz, analogamente a quanto io stesso feci nel catalogo della mostra «Dal Ricci al Tiepolo», riprende parole e concetti), o ci fosse invece in. lui qualcosa di diverso, di inquietante, quasi l'animo gli si aprisse a una nuova coscienza nel capire il prossimo. Certo tra padre e figlio v'è un abisso, e questo appare proprio nei dipinti extra veneziani, in villa. Tra i tanti artisti del Settecento presenti manca Gian Antonio Guardi e c'è da meravigliarsene. Era l'uomo, si direbbe, più di ogni altro adatto a far sognare i signori in villa, lui l'autore della «Aurora Cini» e delle «storie» dell'Angelo Raffaele! Il suo nome è stato fatto per i dipinti della villa Strassoldo a Trapogliano di Udine, ma di tale villa non v'è traccia in questo «corpus» diretto da Rodolfo Pallucchini: l'argomento potrà essere ripreso altrove. Bisognerebbe ora continuare con " l'Ottocento, presente con l'opera del nostalgico Bison, con gli affreschi del Borsaio, del Bevilacqua, di Giambattista Canal, del Bagnara, del Caffi, e d'altri ancora fino alle esperiènze floreali del Paletta, col quale il volume si chiude. All'Ottocento dà la sua ottima introduzione il Pavanello, il quale ci presenta un mondo spesso 'inedito, perché tenuto finora in quarantena. L'opera avrebbe bisogno di ben altri commenti ed analisi: quanto qui è detto costituisce solo un invito a prendere contatto con un lavoro davvero fondamentale per chi voglia conoscere a fondo la civiltà veneziana per un arco di tre secoli: dagli splendori ormai effimeri di una grandezza in decadenza, alla consapevole presa di coscienza di una realtà nuova, ma tuttora in crisi. Pietro Zampetti :\ | \ & : .ili ■ .-. 1 è ? * • / Vi'-**.?;* V';'V: /' .• «si sia li ! 1 I sèi® Jj>*' **VfB&,- |^^^ La Villa Colonna di Stigliano a Noventa Padovana; «Il valore incoronato dalla gloria», affresco eseguito nel 1734 da G.B. Tiepolo nella Villa Loschi al Biron