Fare lo scrittore in Urss

Fare lo scrittore in Urss Incontro con il romanziere Valentin Rasputm Fare lo scrittore in Urss T ORINO — Con il satanico monaco e avventuriero russo ha in comune solo il patronimico. Valentin Gregorevic Rasputin, scrittore siberiano quarantaduenne, sembra molto timido e un po' impacciato, nella hall dell'albergo Ambasciatori: è venuto a Torino in delegazione per le Giornate italo-sovietiche promosse dalla Regione Piemonte e gli impegni ufficiali lo costringono a uscire dalla solitaria riservatezza che più gli è congeniale. In patria ha una certa fama: laurea in lettere, carriera di giornalista, quattro romanzi di buon successo, I soldi per Maria, L'ultimo termine (tradotto in italiano nel '75 da Lucetta Negarville per la Mursia), Vivi e ricorda» Addio a Matiora. Rasputin vi racconta, in stile realista e attento soprattutto all'introspezione psicologica dei personaggi, la lenta agonia del mondo contadino e delle sue preziose tradizioni, di fronte all'irrompere dell'industrializzazione. E' la Russia che riflette su un presente inquieto, cerca il futuro riandando al proprio passato, riscopre, come osservava Vittorio Strada in una recente intervista su «Tuttolibri», il proprio carattere nazionale. — Questo è il filone che ha attualmentemaggior successo in Urss, insieme ailibri di Trifonov. Perché? «Cè oggi nel mio paese un grande interesse per la letteratura contadina, per gli scrittori che descrivono la vita e i problemi legati alla scomparsa della vecchia campagna e alla perdita dei tradizionali valori morali E' una nostalgia del passato che esprime il bisogno di conservare e far rivivere le radici del nostro popolo». — Come vive uno scrittore in Urss? .■. «Prima facevo il giornali¬ sta, ho lasciato la professione sicuro'di poter vivere serenamente, certo non da uomo ricco'. L'Unione Scrittori conta 8000 iscritti e almeno settemila vivono del loro lavoro intellettuale». . — Quali privilegi comporta il mestiere di scrittore? «Privilegi unicamente morali. Da sempre l'opinione pubblica sovietica vede nello scrittore un personaggio eccezionale, che esprime la coscienza popolare. Forse oggi questa stima va un po' calando perché troppi si definiscono scrittori, non c'è piùla selezione, severa di. un tempo e si diventa membri dell'Unione scrittori con eccessiva facilità». *— Come funzionano i diritti d'autore? . «Lo scrittore è pagato in base alle tarature, non alle vendite. Questo criterio garantisce soprattutto i giovani. Anche chi, come me, non scrive molto, ha un reddito sicuro, perché le tirature sono alte». . . Le statistiche danno cifre record: 33 mila copie di libri e opuscoli stampati ogni minuto, circa 5 milioni al giorno; oltre 500 libri e riviste ogni cento abitanti. Centinaia di case editrici che producono libri in più di 60 lingue per le diverse nazionalità. Poi c'è la stampa quotidiana (quasi 8000 testate, con 168 milioni di copie) e quella periodica (circa 6800 riviste con una tiratura annuale che supera i 3 miliardi di copie). La stessa Unione scrittori ha proprie case editrici e numerose riviste, tra cui le ben note «Literaturnaja gazeta» e «Novyj Mir». — Come spiega questo boom della lettura? «n lettore cerca, soprattutto nella letteratura, le risposte a molte domande che lo affliggono e lo appassionano nella vita quotidiana; vede nello scrittore una persona che può aiutarlo a capire i suoi problemi. Appena pubblica un libro, lo scritto. re è bombardato dalle lettere del pubblico e. stabilisce un dialogo diretto con i lettori». . Ci sono anche ragioni più strutturali: i libri in Urss, anche se di recente i prezzi sono aumentati, continuano a costare molto poco e non si pone nemmeno il problema delle edizioni tascabili; lare? te delle librerie e soprattutto delle biblioteche pubbliche è capillare. Inoltre, osserva Rasputin, per il cittadino sovietico possedere libri è segno di prestigio e comprarne è un investimento. Cosi è nata una vera •fame del libro»: in genere non c'è bisogno di pubblicità.per lanciare, un romanzo, bastano le informazioni sulle riviste specializzate con milioni di abbonati. Poi c'è il mercato clandestino, ufficialmente vieta* io, in pratica tollerato dalle autorità. Mettere le mani su un cerio libro, anche non proibito, è diventato difficile e i sovietici si arrangiano con il libero scambio. Nelle vie centrali di Mosca — ha riferito il corrispondente dell'Unità — si possono vedere «giovani intellettuali che girano con un cartellino seminascosto dal bavero del cappotto con su scritto "Pasternak per Cvetaeva". I prezzi sono alle stelle: R maestro e Margherita arriva a 40 rubli, circa 50 mila lire». Commenta Rasputin: «In certi casi le copie stampate non bastano. E se una merce non c'è nasce il mercato nero. E' una regola abbastanza ovvia». Rasputin lascia trasparire un tranquillo orgoglio per il suo paese, pur senza chiudere gli occhi sulle cose che non vanno. Ma è molto prudente e, nel carattere come nell'aspetto, rivela la sua origine contadina. Quando arriva la domanda (prevista) sull'orientamento culturale dell'Unione scrittori risponde con un sorriso: «H realismo socialista». Come dire: perché ce lo domandate sempre, se lo sapete già? Obiezione (altrettanto prevedibile): come si concilia tutto ciò con la libertà d'espressione dell'intellettuale? Rasputin torna a rinchiudersi e_ misura le paròle: «E' una questione complessa. C'è chi non è contento della politica dell'Unione scrittori ' e qualche volta ha ragione perché le scelte ufficiali non sempre - sono - abbastanza duttili. Io però non ho mai incontrato difficoltà insuperabili Quando mi sono imbattuto in funzionari ottusi mi sono rivolto a quelli intelligenti, che mi hanno capito e aiutato. Non ho nei cassetti opere non pubblicate. La qualità dell'Opera è una garanzia per la sua pubblicazione. Può capitare di dover aspettare anche due o tre anni, di passare' attraverso critiche severe, ma se l'opera ha valore artistico, prima o poi esce». ; -, — Resta da stabilire a chi spetti definire il valore artistico dell'opera... «Ci sono i comitati dei lettori nelle case editrici e poi gli organi dell'Unione scrittori»; Rasputin non dice di più e non pronuncia mai la parola cenSura: Si passa a parlare dell'organizzazione delle case editrici, della loro concorrenza per accaparrarsi gli scrittori di prestigio, delle tante nuove traduzioni di autori stranieri, specie americani e francési, che allargano le frontiere culturali dell'Urss, del successo riscosso da Moravia e Eduardo de Filippo. Così il tema del dissenso rimane sullo sfondo. Ma uno scrittore può farsi capire anche per sussurri. Luciano Genia

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