Waterloo in sala da pranzo

Waterloo in sala da pranzo L'ultima moda: i «wargames», guerre di carta Waterloo in sala da pranzo E' una nuova moda, quella dei giochi di guerra: incruenta, si svolge a tavolino, conquista uno stuolo di proseliti e suscita una fioritura di libri. E' un'idea importata dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna che consente di rivivere le più famose battaglie e offre perfino il brivido, in qualche caso, di modificare la storia. Che cos'è questo gioco? La ricostruzione simbolica, ma precisa, di un fatto d'arme del passato dove si affrontano due o più contendenti, dove le forze in campo tornano a misurarsi sotto forma di soldatini in miniatura o di semplici contrassegni di cartone. L'esempio più complicato sono i wargames, come vengono comunemente chiamati dall'inglese. Richiedono molto spazio a disposizione, magari un'intera stanza, con eserciti fatti di modellini, minuscole navi e aerei. Quando scocca l'ora X le diverse unità si muovono di un certo numero di centimetri a ogni turno, in base a tabelle che tengono conto di tutto: condizioni atmosferiche, visibilità, asperità del terreno, perfino il morale della truppa. Risultato del combattimento? Dipende dalla proporzione delle forze (che ripete quella della realtà su scala ridotta) e c'è posto anche per la fortuna: il tondo di un dado. Naturalmente, sono hobby da studiosi di cose militari. Hanno un andamento complesso, impegnano i contendenti addirittura per settimane, la battaglia è spezzettata., rimeditata, rivissuta. Il libro diventa un consigliere necessario perché fornisce lo sfondo storico, i termini del problema, le regole del gioco. Pare che tra gli appassionati le campagne di Napoleone ottengano le maggiori preferenze: lontane nel tempo, con schieramenti di soldatini multicolori, manovre piuttosto lineari, sono una bella soddisfazione per il condottiero in pantofole. * * Più diffusi, con meno pretese di scena, sono i cosiddetti boardgames, cioè giochi da tavolo. Qui la guerra si disputa con pezzetti di cartone che si dispongono su una mappa. R tavolo è il teatro del conflitto, i contrassegni possono essere poche decine o addirittura 3000. Tutto è tradotto in simboli con le tabèlle, che suggeriscono i movimenti per ogni turno. E c'è, come sempre, l'imponderabile rappresentato dal lanciò del dado. Le battaglie più frequenti? Si va dall'assedio di Alesia con Giulio Cesare che affronta i Galli, alle campagne napoleoniche, alle fasi della Seconda guena mondiale. R risultato non è mai determinato prima, anche se le probabilità di vincere stanno a favore di chi in realtà vinse. Ma la storia, al- meno qui, si può rovesciare: e qualcuno ha verificato un diverso esito, evitando certi errori strategici compiuti da uno degli schieramenti. Perché le «guerre di carta» hanno un crescente numero di seguaci? R gusto del gioco si mescola al sapore della storia, il passato ci viene incontro come una cosa che si può rivivere. C'è però chi anticipa il futuro con pezzetti di carta che rappresentano postazioni di missili della Terza guerra mondiale o astronavi lanciate in un ipotetico scontro spaziale. Una passione che ha suscitato qualche sospetto: dietro queste analisi e simulazioni potrebbe nascondersi uno spirito guerrafondaio. Ma i f ans ribattono: «Non siamo più aggressivi di un giocatore di scacchi». e. g. Bruce Quarrie Le campagne di Napoleone (Guida per i giocatori di wargames) Mursia, Milano, pagine 213, lire 12.000 Giovanni Saladino Introduzione ai giochi di guerra (wargames) Mursia, Milano, pagine 175, lire 12.000 Umberto Tosi I giochi di guerra Sansoni, Milano, pagine 175, lire 2800 Sergio Masini Le guerre di carta Guida, Napoli, pagine 100, lire 3000 ■l'i; 4 \ \ lAyi m fi • v- \ \

Persone citate: Giovanni Saladino, Giulio Cesare, Mursia, Sergio Masini, Umberto Tosi I

Luoghi citati: Gran Bretagna, Milano, Napoli, Stati Uniti