MISCELLANEA

MISCELLANEA MISCELLANEA Lunga storia della Puglia Autori Vari LA PUGLIA: DAL PALEOLITICO AL TARDOROMANO Electa, Milano, 380 pagine, 50.000 lire (antonio motta) L'opera è il primo volume della collana «Civiltà é culture in Puglia», a cura di Cosimo Damiano Ponseca. Di grande.interesse scientifico per l'autorità dei collaboratori e la ricchezza del materiale iconografico, il volume viene a colmare un vuoto che durava da molto e che confinava la conoscenza delle culture preistoriche e protostoriche in una zona tra lo specialistico e il dilettantesco. La sua pubblicazione, da una parte, soddisfa l'esigenza di un pubblico nuovo, il pubblico dell'archeologia; dall'altra, riapre il discorso sulla Puglia che è una «regione-chiave» per la rilettura della preistoria dell'intera penisola. La varietà delle civiltà preistoriche e storiche presenti in Puglia e il conseguente fenomeno di transculturazione tra culture indigene e culture degli immigrati sono fenomeni che avranno il loro peso, nelle epoche successive, fino al Medioevo. Particolarmente iUuminante ci è sembrata la lettura del paleolitico fatta da Arturo Palma di Cesnola, a cui si deve (insieme alla sua équipe) la continuazione degli scavi a Grotta Paglicci (nel Gargano), unica nel suo genere per la complessità e completezza della serie stratigrafica, per la ricchezza di industrie litiche e di materiali paleontologici e antropologici, ma soprattutto per la presenza sulle pareti della grotta di pitture incise e dipinte, risalenti al periodo dei popoli cacciatori. Luisa Maria Nava esamina le «Stele daunie» del VII-VI sec. a.C. che raccontano, tra l'altro, la guerra di Troia e il riscatto di Ettore in chiave antiomerica, mentre Dinu Adamesteanu si occupa della «colonizzazione greca». Hermann Frass ~ LE ALPI STORIE DI VETTE E DI PIONIERI ~. Athesia, Bolzano 124 pagine, 12.000 lire. (g.matt.) Forse un giorno l'alpinismo diventerà materia di studio per la quinta elementare o la prima media e allora questo libro troverà la sua giusta collocazione: altrimenti non so proprio, a parte le bellissime fotografie a colori, che uso se ne possa fare. In 120 pagine, di cui la metà fotografiche, è veramente cosa ardua trattare la nascita dell'alpinismo e la storia della conquista delle cime più famose: chi ha anche una debolissima infarinatura di alpinismo sa benissimo che Balmat e Paccard sono stati i primi a salire il Monte Bianco e forse vorrebbe imparare qualcosa di più sulle principali scalale del gruppo (pensate alle ascensioni delle Grandes Jorasses, del Mont Blanc de Tucul, Dell'Aiguille Noire, delle vie della Brenva), ma oltre alla prima salita in assoluto il volume non offre di più. E' poi veramente irritante la partigianeria altoatesina con cui è stato scritto questo libro: benissimo parlare della prima ascensione del Grossvenediger, del Kaisergebirge o della Zugspitze, ma come si può trattare l'esplorazione delle Alpi dimenticando completamente il Monviso, il Gran Paradiso,1 il Monte Rosa e il massiccio', degli Ecrins? • E infine, per favore, cambiate la dicitura alla prima fotografia del volume: quel dente che svetta solitario con la parete Est in primo piano e gli abissi ghiacciati della parete Nord è il Cervino, non il Weisshom.

Luoghi citati: Bolzano, Milano, Puglia