La fantasia di Rodari passa le Alpi di Umberto Eco

La fantasia di Rodari passa le Alpi La fantasia di Rodari passa le Alpi AL di fuori della ristretta cerchia degli italianisti, quale lettore francese si stupirebbe se gli dicessero che Massimo Bontempelli è un corridore ciclista, Alfonso Gatto un condottiero del Rinascimento e Umberto Eco un vescovo ribelle? Quest'ipotesi paradossale (ma non poi troppo) è avanzata da Roger Salomon, insegnante di italiano in un liceo francese, nella.sua in- iTOdueione alia Gì animai re de l'imagination di Gianni Rodati, uscito in Francia presso Les Editeurs Frangais Reunis. La■"'letteratura italiana contemporanea, a parte Pavese e Moravia, Sciascia è Calvino, rimane per i francesi, legati al solito centrismo culturale, una terra inesplorata. Neppure Rodari sfugge alla regola Secondo il suo brillante traduttore, è poco tradotto e quasi sconosciuto in Francia perché viene etichettato come scrittore per l'infanzia, non è insomma uno scrittore da «laboratorio», un intellettuale da «torre d'avorio». La sua Grammatica della fantasia, pubblicata in Italia nel 1974, è il primo tentativo concreto e coerente di strutturare il mondo immaginario del bambino, di sviluppare la sua capacità di inventare storie, «l'unico libro dròle che sia stato scritto». Testo inclassificabile, polivalente, scoppiettante di intelligenza e ironia, a metà strada tra il saggio, il ror manzo e il trattato pedagogico, sarebbe piaciuto al raffinato Montaigne e all'appassionato Balzac. Massimo Romano

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