La miseria davanti al suo ritratto

La miseria davanti al suo ritratto Le fotografìe del pittore Ben Shahn sugli anni del New Deal La miseria davanti al suo ritratto C9 ERA statò il crollo di Wall Street, quel famoso giovedì dell'ottobre 1929, il più nero giovedì di tutta la storia della borsa di New York; poi ci fu anche una terribile lunga siccità tra il 1932 e il 1935. Siccità crudele, che devastò tutta la grande fascia americana del granoturco. In messo alle colline degli Stati del centro e del Middle West le pianure già così fertili si trasformavano in tanti dust-bowls, letteralmente in tante «tasse di.polvere». Così, dopo l'industria, andò in malora l'agricoltura degli Stati la ragione di vita per almeno metà degli americani Tutto questo ha uno stretto legame con Ben Shahn e con le sue fotografie, perché Ben Shahn fu chiamato a far parte del piccolo gruppo di fotografi che Roy Striker, giovane intellettuale sociologo entrato nell'amministrazione roosewéltiana al tempo del New Deal, impegnò in un lavoro delicatissimo: l'inventario dei guasti nelle province agricole, la schedatura della realtà in tutta la sua crudessa, il canovaccio insomma di qualcosa che potremmo anche definire «un discorso sullo stato della nasione» nel quale le immagini prendono il posto, delle parole. Roy Striker si muoveva nel solco di una tradizione tipicamente americana. Nella tradizione dell'America, ad intervalli regolari, tra la Guerra di Secessione e il momento della crescita furiosa a cavallo del secolo, con l'immigrazione ancora - selvaggia e poi appunto l'amara lunga crisi degli Anni '30 viene sempre la presa di coscienza, l'analisi spietata del proprio corpo. Al fondo di ogni crisi l'America apre gli occhi su sé stessa, anche l'occhio impietoso dell'obiettivo fotografico (e basta pensare alle sequenze fotografiche di Diane Arbus ed a quelle di Weegee) e si guarda in faccia davanti allo specchio, affronta nel bene enei male il proprio autoritratto. Ben Shdhn ed i suoi compagni di ventura al servizio della Farm Security Administration, cioè Dorotha Lange, l'amico Walker Evans, Robert Lee, Arthur Rotenstein e alcuni altri, diventarono testimoni del dramma, muovendosi sullo stesso terreno sul quale si muovevano negli stessi anni la letteratura ed il cinema americani, Steinbeck, Faulkner, Ford, per citare i più famosi Ben Shahn forse era in più un testimone impegnato: «concerned» avrebbe detto più tardi Robert Kapa: cioè uno che ci mette tutta l'anima, che partecipa, che perciò trasforma la camera oscura in una prova a carico, in una camera di giudizio. . Delle fotografie esposte a Torino nel foyer del piccolo Regio molte sono state scattate nello Ohio, alcune nel Tennes-, see, altre nell'Arkansas e dicono i luoghi le comparse, le scene di un documentaria sulla recessione negli Stati rurali dell'America a metà degli Anni 30. Mostrano gente stremata dall'inedia, consumata dalla fame, mortificata dalla miseria; case e baracche degradate ai margini della strada o sui dossi scabri, gualciti delle colline; pali del telegrafo cadenti corrosi; piccole officine abbandonate; caffetterie deserte; gente accoccolata contro i muri ad attendere niente o un piccolo segno, una chiamata; e strade ferrate a perdita d'occhio come simbolo di evasione e di fuga, a volte figure solitarie che si allontanano, se ne vanno, camminano in messo alla strada dirette all'orissonte lontano, come in certi finali dei film di Charlot. Ben Shahn aveva cominciato ad interessarsi alla fotografia alla fine degli Anni 20 quando a New York, dov'era arriva¬ to a 13 anni da Kovno suo paese natale in Lituania, divideva un atelier con Walker Evans. I rapporti tra fotografia e pittura sono sempre in bella vista nell'opera di Ben Shahn, il riferimento alle fotografie di cronaca è immediato e scoperto neidisegni per esempio, che ha dedicato nel 1930 al caso Sacco e Vanzetti ed in quelli di due anni dopo, per il processo a Tom Mooney imputato di aver voluto sabotare con una bomba il' Day's Parade di San Francisco, come più tardi nelle scene 'struggenti di bambini che in mezzo alle macerie di Paesi devastati dalla guerra giocano a mosca cieca, si rincorrono, qualcuno sulle stampelle, o volano su una povera giostra. Ben Shahn era infatti convinto che soltanto l'immàgine fotografica può cogliere i dettagli della forma delle cose, e può trattenere tutto ciò che l'occhio vede ma la memoria dell'uomo perde a poco a poco, -i- =-;."—•. Luigi Carlucciq

Luoghi citati: America, Arkansas, Lituania, New York, Ohio, San Francisco, Torino