Un Edipo sornione, sul Po

Un Edipo sornione, sul Po Un Edipo sornione, sul Po Lavinia Gruber LAVINIA GRUBER Savelli, Roma 175 pagine, 3000 lire ANCORA un gioco d'incesto in una stagione . che ce ne offre molteplici, come in quella cinematografica con il lavoro «La Luna», di Bertolucci, «Un dramma borghese» di Vancini, «Strangolamento» dei giapponesi, «Soldados» di un regista spagnolo, tutti presentati al festival di Venezia. Ma Lavinia Gruber è un caso a parte; perché oltre l'incesto circolare, padre con figlia che adulta si offre a sua volta al figlio adolescente, ha scelto una narrazione in prima persona per «l'ambigua emancipazione di una matura donna di potere», come si legge nel sottotitolo, con pseudonimo. Pare che oggi ci voglia poco per diventare un caso letterario, nel panorama certamente non incoraggiante della narrativa italiana. E cosi tra incesto doppio e pseudonimo, Lavinia Gruber ha eccitato la fantasia degli addetti ai lavori. L'autrice, anzi l'autore, si è fatto vivo: si tratta del sociologo torinese Giuseppe Bonazzi, che insegna all'università di Torino ed è alla sua prima opera narrativa. Bonazzi fa volteggiare Lavinia Gruber tra una Torino altoborghese, e una Parigi al limite dello chic-bohémien della professione di architetto. Questa donna tra i 45 e 50 anni, nel pieno del suc¬ cesso, per i funerali del padre, torna nella città natale alla ricerca del figlio abbandonato dopo un precoce divòrzio e nel durante del viaggio, la memoria le riporta tutta la sua vita. La curiosità è legittima anche perché il romanzo è punteggiato da lievi apparizioni di veri personaggi della Torino Anni Cinquanta, Diego Novelli, Umberto Eco, Adalberto Minucci (oggi del> la direzione pei), qualche nome di architetto o di medico che non suona nuovo. Ma perché un sociologo che s'interessa d'industria e organizzazione si è messo a' scrivere d'incesto? Bonazzi in un'intervista risponde che in un periodo di riflusso, le conseguenze ultime sono «l'implosione nella famiglia, cioè a livello sessuale può essere un corto circuito incestuoso». E per lui, scrivere questo libro è stato liberatorio. In un certo senso forse ha inteso riferirsi a LéviStrauss e a Freud che sono d'accordo nell'affermare che la proibizione dell'incesto è lo spartiacque tra natura e cultura. Anzi la psicoanalisi dice che l'incesto, come l'omosessualità, non è trasgressione, bensì regolarità dell'inconscio. La mitologia va oltre questa interpretazione per imporla come regolarità del «conscio»: l'incesto non è un tabù per alcune famiglie reali egizie, inca, persiane e di altri Paesi perché sottolinea la disuguaglianza che non può essere colmata tra governanti e governati; i primi sono divini, gli altri umani e l'incesto è un segno del loro potere e della loro diversità. Cosi quando gli eroi culturali vogliono distinguersi dagli esseri umani, dall'umanità di cui sono parte, arrivano all'incesto come a un passaggio inevitabile per avvicinarsi, alla condizione divina. Certamente oggi il mito di Edipo dalla mitologia è passato alla letteratura, alla saggistica, al cinema, raggiungendo ogni livello di. consumismo culturale o para-culturale. L'incesto è di moda e Lavinia Gruber architetta, mitteleuropea, torinese trapiantata a Parigi, emancipata .quel tanto o. quel molto che basta per accettare anche occasionali incontri con camionisti sul bordo di un'autostrada qualsiasi, non è un personaggio divino, né un eroe culturale, ma tutt'al più un personaggio minore nella galleria dei trasgressori di un particolare tabù che si riferisce alla società odierna. n libro fa parte di quel filone che Savelli ha inaugurato con il romanzo «Porci' con le ali» e probabilmente è destinato allo stesso tipo di successo, scabroso e ambiguo com'è, in uno stile scorrevole non privo di preziosismi nelle descrizioni erotiche e quindi, a modo suo, anche pudico. Ma l'editore, dovrebbe spiegare ai suoi lettori perché «Lavinia Gruber» è stato pubblicato nella collana dal titolo «Cultura politica». Io, sinceramente, non l'ho capito. Maria Adele Teodori

Luoghi citati: Parigi, Roma, Torino, Venezia