Tramonta la parola trionfa l'immagine di I. Giorgio Calcagno

Tramonta la parola trionfa l'immagine Le nuove tendenze dell'editorìa alla Mostra del Libro di Francoforte Tramonta la parola trionfa l'immagine L'autore più in vista non è il romanziere o lo storico, ma il disegnatore - Ormai tutto diventa materiale per un libro illustrato: si pubblicano fotografie di personàggi celebri^ cartoline, fumetti pedagogici e fantastici. È 5 segno di una generale tendenza ad evadere, sottolineata dalla rievocazione di amori passati o stravaganti li filone del privato F Fiera RANCOFORTE L'immagine, alla del Libro, torna a farsi aggressiva, chiede sempre più spazio per sé. Non è più l'immagine lussuosa, straripante, quasi offensiva nel suo spreco, come qui si poteva vedere fino a 6 o 7 anni fa. E' una immagine discreta, strisciante, che coinvolge a poco a poco anche le iniziative più serie. E sostituisce progressivamente molti dei discorsi che un tempo richiedevano l'intervento della parola. L'autore più invista, a Francoforte, non è il romanziere o lo storico, ma il disegnatore, il maestro dell'obiettivo, ii creatore del fumetto Il momento della fotogrfia: che esce dall'antico santuario del «libro illustrato» e si insinua nel saggio critico, nella biografia, nell'opera di analisi storica o sociale. La guerra di secessione americana o la figura d» papa Wojtyla, i costumi degli Hopi, o la vita di De Ornile tutto diventa materia per un libro che deve essere scritto con l'alfabeto della camera oscura. Non sempre è un alfabeto facile da impiegare. L'autore della monografia su Maria Callas, «Les images d'une voix», presentata qui in prima mondiale dall'editore parigi¬ no Van de Velde, ha frugato nelle collezioni di mezza Europa per mettere insieme le 185 fotografie inedite che documentano la storia della cantante e dell'opera lirica nel dopoguerra. Ma c'è chi è stato più estroso. Il francese Jac Renaise ha salvato dalla distruzione di un vecchio edificio una cassa contenente misteriose lastre popolate di scheletri a banchetto e di diavoli forcuti e buontemponi; e ne ha tratto un libro su «La vie quotidieime chez satan à la fin du 19°siècle» (Balland). Il nome del fotografo rimane ignoto. Di sé, ha lasciato solo un biglietto anonimo sigillato nella stessa cassa delle sue fo- tografie: «Questo è il lavorodi tutta la mia vita. Così io ho sognato gli inferni...». L'altro filone dominante è quello del fumetto pedagogico, che ci arriva in dosi massicce da Francia e Stati Uniti. Quasi a farsi perdonare i tanti Asterix e i troppi Superman, gli editori usano le stesse tecniche per produrre libri di educazione. La storia della musica disegnata da Denys Lemery e Bernard Deyries e già ceduta a una decina di Paesi (per l'Italia, Mondado- ri) dovrebbe accompagnare in tre volumi il ragazzo dalle origini della polifonia a Stockhausen. La «Pendulum» di New York ha ambizioni più grandi: un intero programma scolastico di fumetti in una cinquantina di fascico¬ li, con prefazioni destinate agli insegnanti che li devono no quando era esploso il fenomeno Tolkien. La fantasy si sviluppa e invita i disegna- usare. Si comincia con Omero, Biade e Odissea, si arriva ad Einstein, e madame Curie. E poi c'è l'immagine libera,. che esce dagli schemi del reale, e cerca di lasciar correre la fantasia. Non si erano mai visti tanti mondi inventati alla Fiera di Francoforte, nemme- tori a trovare nuovi soggetti. Quest'anno scendono in campo i giganti, e soprattutto i dragoni: con immagini insieme bizzarre e delicate, che sembrano chiedere un passaporto famigliare per questi incerti progenitori di mostri. Secondo l'inglese Peter Dickinson, autore di «The flight of dragons» (Harpcr and Row) i dragoni possono essere immaginari, semi-immaginari o reali Ma lui non ha dubbi, sceglie la terza ipotesi, che dovrebbe rivelarsi la più redditizia oggi. Le iniziative si moltiplicano. C'è una nuo- Va casa inglese che si intitola «Dinosaur» e tiene fede al- 1^ l_f_f« 'insegna m molte pubblica- zioni; e un'altra, «Dragon's World», che si è specializzata in «mitologia, .fantascienza, astrologia, .fantasy per l'infanzia». Ma c'è un altro modo di evadere, alla ricerca di un passato più vicino e più domestico. Il successo del «Diario di una signora edoardiana» — oltre un milione e mezzo di copie vendute in Inghilterra, traduzioni in undici paesi — ha fatto proseliti. L'editore inglese sfrutta il filone aureo annunciando per il 1980 la «vera storia» di questa lady. Più fantasiosa, la casa francese Hachette ha creato il romanzo con le cartoline postali: l'epistolario fra Kléber e Marie Louise, recuperato chissà dove, con i messaggi d'amore che si scambiarono, all'inizio degli Anni Venti, un militare.e la sua fidanzata. Il tutto naturalmente acc impagliato da un saggio su «Le langage de la carte postale», che ammicca al semiologo e allo studioso di sodologia. - La Fiera del Libro sembra cercare nell'isolito e qualche volta nello stravagante i moti- vi d'interesse che un tempo trovava nel politico o nel campo delle scienze umane. «Il Guinness dei re, governanti e statisti», presentato nello stand inglese, raccoglie tutte le genealogie, dai merovingi alle isole delia Polinesia; e inventa una singolare stòria d'Italia mai pensata da nessuno, che allinea in successione diretta una serie di: nomi, da Odoacre a Ferrini. La «Tchou» lancia £1 «Dizionario delle ingiurie della lingua francese», . con 9300 «gross mots», suddivise con diligenza in epiteti «familiari, nobiliari, gastronomici, religicii, zoologici, agricoli, moralizzatori». * Non ci sono solo questi li¬ bri, per fortuna. Fiorisce sem pre, soprattutto presso gli editori più attenti, l'opera di storia e documentazione, che ci aiuta a comprendere me- glio i problemi di oggi. Si assiste a una discreta ripresa d'interesse per la letteratura. Ma il grande dibattito degli scorsi rjini sembra essersi spento, la ricerca di dare una sistemazione generale al co¬ noscere è praticamente ab- bandonata. L'opera più im- portante presentata alla Fiera è forse la trilogia di Fernand Braudél su «Civilizzazione materiale, economia e capita- iismo dal XV al XVTQ seco- lo»: tre volumi di 600 pagine l'uno, frutto di oltre vent'an- ni di lavoro per il grande sto- neo francese, che Armane! Colin lancerà tutti insieme il 20 novembre. Ma è un'eccezione, o quasi, in questa sterminata distesa di libri. Gli altri esaminano aspetti particolari, restringono il campo d'indagine nel tempo e, spes- so, anche nell'ottica; l'opera dello storico è sopravanzata dalle memorie del protagoni- sta, dalla letteratura di testimonianza. Gli argomenti che emergo-no, anche nei casi più seri, toccano sempre di più il personale: la difesa del proprio corpo, la malattia, l'equilibrio famigliare o amoroso (un libro francese indica, a questo fine, cinquecento posizioni, che finiscono con l'«apoteo- si»). Si sviluppa il tema della morte, con studi sempre più: sofisticati, come a«La societé de conserva tion» di Jean-Di- dier Urbain, «Studio semiolo- gico sui cimiteri d'occidente», o «Death in Paris», di Richard Cobb, sulla «abitudine a morire» durante la Rivoluzione francese. Il più problematico di tutti è «Les interrés vivants» del dott. Péron-Autret, che reca un'inquietante casistica sui sepolti vivi, con molti esempi tratti dai nostri giorni E' un libro piccolo, ma ha mosso un immediato interesse negli editori di molti Paesi; e scuote il lettore, nel più «privato» del suo «priva to». Per un ritorno del politico, probabilmente, bisognerà aspettare che l'ondata si rifor i. Giorgio Calcagno

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