STORIA

STORIA STORIA Cinque anni sconvolgenti Maurice Agulhon LA FRANCIA DELLA SECONDA REPUBBLICA (1848-1852) Editori Riuniti, Roma, 247 pagine, 5800 lire (augusto comba) Cinque anni scarsi, dal febbraio 1848 al dicembre 1852: un'esperienza, quella della 2* Repubblica francese, breve ma decisiva, non solo per la Francia, ma per l'Europa e il mondo. Infatti nella conclusione di questo saggio, che accompagna, con un'accurata disamina, i vari momenti di quella notissima ma non ancora abbastanza studiata vicenda, si rileva che «orìgine lontana della scienza pò-' litica moderna sono proprio i primi studi., che intorno al 1852 affrontarono questi due fatti nuovi e sconcertanti: la repubblica e il cesarismo plebiscitario. La storia della 2* Repubblica è ancora attuale anche per questo suo aspetto di laboratorio». Poco prima della conclusione l'autore ha rievocato le analisi di Proudhon e di Marx su quegli avvenimenti, ancor oggi centrali nel pensiero e nella prassi socialista; fonti, certo, di previsioni più volte smentite dal fatti, pure esse rimangono il propellente di quella enorme forza motrice dell'età contemporanea. A distanza più ravvicinata e in ambito limitato alla Francia, il contraccolpo positivo di quella grande delusione collettiva che è la 2? Repubblica, sepolta da Luigi Bonaparte, si avrà 20 anni dopo, fra il 1870 e il 1875: quegli stessi uomini, esponènti da un lato dello spirito quarantottardo, dall'altro della «repubblica monarchica», che si elidevano a vicenda, sapranno allora trar profitto da quella esperienza per dar vita alla 3*, e duratura, Repubblica francese. L'interessante lavoro di Agulhon, oltre a sottoporre a raffinate analisi quantitative e qualitative i fattori e gli accadimenti di quel ciclo storico, mette in evidenza cose poco note e facilmente dimenticate; ad esempio ohe, a differenza di altri rivolgimenti conservatori, il colpo di Stato bonapartista incontrò in provincia la più energica resistenza. Si direbbe che l'autore abbia voluto dare, del suo argomento, una visione problematica analoga a quella elaborata da Furet e Richet per la grande Rivoluzione dell'89. Giovanni Greco MOMENTI E FIGURE DI DEMOCRATICI MERIDIONALI NEL RISORGIMENTO Palladio, Salerno 158 pagine, 3500 lire " (a. c.) Utilizzando carteggi inediti conservati a Roma e a Napoli, Greco si occupa soprattutto ài alcuni personaggi attivi nel Comitato segreto di Napoli che dal 1853 svolse azione cospirativa contro i Borboni con intenti unitari e liberali Ma l'«ihiziativa meridionale» — pur raccogliendo i risultati di queste cospirazioni e della propaganda 'dei napoletani — sarebbe poi partita nel 1860 dalla Sicilia: il lavorio de! Comitato napoletano si interruppe nel 1857, scompaginato dal disastro della spe¬ dizione di Pisacane, cui i cospiratori del Mezzogiorno continentale non riuscirono a fornire lo sperato sostegno. Oltre ai saggi dedicati ai protagonisti di queste vicende che furono Giuseppe Libertini e i quasi sconosciuti Rosa e Luigi Dragone, l'autore dedica altre pagine ad alcuni temi di storia militare risorgimentale: ai fatti del '21 e all'azione di Nicola Fabrizi per organizzare nel Sud. la «guerra per bande». Greco ricorda opportunamente, quale precedente dell'azione di Fabrizi il pensiero di Carlo Bianco di SaintJorioz, ma dovrebbe aggiungere alla relativa bibliografia il volume, con scritti inediti del rivoluzionario piemontese, pubblicato tre anni fa a Torino a cura di A. Galante Garrone e E. Melossi Cosimo D. Fonseca (a cura di) ISTITUZIONI, CULTURA E SOCIETÀ' IN ITALIA E IN POLONIA (seca XIII-XIX) Congedo, Galatina (Le) 274 pagine, 15.000 lire (g.g. merlo) I rapporti tra Italia e Polonia, nonostante la distanza delle due terre, sono stati notevoli, soprattutto sul piano culturale, fin dai secoli centrali del medioevo: sì pensi anche solò all'apporto degli artisti italiani nei lavori della seconda cattedrale di Cracovia, e, posteriormente, all'opera pittorica del Canaletto. Sulla base di una consolidata tradizione nel febbraio 1976 si svolse, in Puglia e a Napoli, il Convegno italo-polacco di studi storici organizzato da numerosi e importanti enti culturali dei due Paesi: eccone ora gli atti a stampa curati dall'Istituto di storia medioevale e moderna della Facoltà di lettere e filosofia di Lecce. B volume si suddivide in quattro sezioni rispettivamente dedicate alle istituzioni ecclesiastiche in rapporto con l'ambiente sodo-geografico, ai ceti dirigenti e strutture politiche, all'agricoltura tra economia feudale ed economia capitalistica, ai problemi storiografici e organizzazione della ricerca scientifica. Argomenti tutti di vasta portata affrontati secondo un taglio cronologico che va dal XIII al XIX secolo e in una prospettiva di storia comparata; puntualizzazioni, anche, di tematiche centrali nella storiografìa contemporanea realizzate da eminenti studiosi italiani e polacchi quali J. Kloczowski, S. Kieniewicz, A. Lepre, P. Prodi, M. Rosa, CD. Fonseca (che è anche il curatore del volume), per non citarne che alcuni Nonostante il tono specialistico degli interventi, il volume rappresenta un'occasione per aggiornarsi su alcuni punti nodali della ricerca storica sul medioevo e sull'età moderna. Manlio Cancognl e Giuliano Manacorda LIBRO E MOSCHETTO Eri, Torino 210 pagine, 4600 lire (giovanni testo) il libro ha un sottotitolo: Dialogo della cultura italiana durante il. fascismo ed è il frutto di una trasmissione televisiva andata in onda in sei puntate nella primavera del '78. E' appunto un dialogo a più voci in cui si distinguono, in primo piano, quelle di Cancogni e Manacorda e sullo sfondo molte altre di studiosi e specialisti come Alberto M. Ghisalberti, Bobbio, Asor Rosa, Petrocchi Insolera, competenti in varie discipline. Una premessa di Mario Francini spiega la genesi e gli intenti del programma dal quale questo libro è sca- turito: ritrarre senza confusione e «nella maniera più dialettica possibile» la cultura fascista e il mondo italiano della cultura negli anni del fascismo. L'antagonismo complementare di Cancogni e Manacorda conduce bene le sorti del «gioco» e riesce a disegnare un profilo d'epoca certamente vivace, non cattedratico. La legittimità culturale delle risultanze non va a detrimento della leggibilità di un testo, che si snoda attraverso alcuni temi fondamentali dell'Italia fascista: dalle istituzioni culturali ai mass-media, dalla letteratura, alle arti e così via. Un buon corredo di note e una bibliografia essenziale completano il volume, che per il resto riproduce integralmente i testi delle trasmissioni andate in onda. La fine di Pisacane in una stampa popolare t##li#l J Ili mi ■M W\ H':