Sano delitto tirato all'ingrosso

Sano delitto tirato all'ingrosso Sano delitto tirato all'ingrosso Luciano Secchi UN SANO DELITTO DI GELOSIA Editoriale Como, Milano 200 pagine, 3500 lire T RA i tanti detectives pullulanti nella storia del giallo, da qualche anno, in Italia, se ne è aggiunto uno che non potrebbe essere più nostrano di così: pressappochista e sballato, tenero e timido, ma naturalmente non sciocco. E' in bolletta peggio e più degli eroi di Hammett e Chandler, con una scassatissima miniagenzia investigativa a Milano: Non ha fortuna in amore, anche se non è un mostro di bruttezza: è solo un uomo medio che il destino ha scagliato nella rissa dei morti ■■ ammazzati oppure nel picco-' lo trantran delle storie di' corna. - Luciano Secchi, milanesissimo, si inserisce nel giallo all'italiana (che esiste almeno dai lontani Anni Trenta, quando Alberto Tedeschi stimolò le firme di De Angelis, Spagnol, Giannini, Varaldo é altri a impegnarsi in av¬ venture poliziesche) con una grinta tutta sua, senza dimenticarsi delle sue esperienze di soggettista e sceneggiatore di fumetti di grido, tra i quali quello, ormai giunto al suo intrepido decennale, che ha come protagonista l'agente più o meno segreto Alan Ford. La musa di Secchi è'popolaresca e bracalone: nei fumétti o nella narrativa tout court, egli mostra un natu.rate compiacimento per cornici sciatte e ciabattone. Come scenografo, sarebbe eccellente 7ieZr«Opera da quattro soldi». Nella sua fantasia fiorisce perenne- mente una:corte dei miracoli' spontanea,sudicia e convin- ' cente, si inerpicano scale di condomini olezzanti di cattilo bollito, si consumano delitti nemmeno troppo sofistici, tirati un po'via all'ingrosso, tanto all'ingrosso che il detective Riccardo Finzi mica va a cercare il movente più banale, tanto-banale da parere impossibile, ma quel- - lo più arzigogolato e inglese. Ciò non toglie che alla fine l'enigma si sbroglia e che il Finzi^ frustrato, nel suo amo- pidi traffici di tappeti e di quadri, è volato a miglior vi ia per cause fin troppo ovvie re per la bella Priscilla, angariato dal portinàio, semisepolto nei débitucci contratti per sbarcare un meschino lunàrio, esca ■mestamente vittorioso. R Finzi, impegnato a racimolare due pasti al giorno, è patetico ma libero: non vuole grandi cose, ha una sua piccola sete di giustizia, aiutata danno scassato carabiniere in pensione. Sì direbbe solo contro il mondo. Cornea per ógni giallo, ci pare disonesto spiattellarvi la trama: fatto sta che il misteriosoàccoppata,-un certo ottone, coinvolto in non lim- i.- rj- che sapremo, come vuole là regola, soltanto alla fine. Nel frattempo, con una regìa veloce e uno stile impastato di dialettismi meneghini, rapido, strafottente, Secchi ci fa compiere il giro di una Milano Arni Settanta, tra stracca e insaccata di miseria e in parte ancora brubrù, coni suoi ricchi, certe facciate di ristoranti, nights ed edifici di lusso tirate alto smeriglio. ' Ma questa satinatura di certi ambienti è soltanto il doveroso contraltare di quel gusto un po' perfido con il quale Secchi si immerge in ciarpami di scarpe rattoppate, mozziconi consumati fino all'ultimo respiro, paste dolci un po' sfatte, pettegolezzirionali, che l'autore sente come pochi, sangue del suo sangue, vorace curiosità di. far sprizzare le ultime scintille di una Milano che appena pochi anni fa fu di Jannacci, Fo e Gaber. Ci sembra che Secchi, con quel piglio spiccio e bravesco, qua eia intenerito da uri solidale affetto per i suoi pana, primo tra tutti il Finzi, ci abbia regalato una figura di indagatore piuttosto nuova. R dialogo sembra colto con il registratore tra la.Bovisa e Monforte: sprazzi di vita quotidiana, di cronaca spicciola, di politica, si infilano dì prepotenza in questa trama limacciosa ma anche ordinata, in quest'orchestra di : sgranati solisti dai quali esce però alla fine uh concerto convincente, un bel giallo nostrano. ... -~T- • — Carlo della Corter~

Luoghi citati: Como, Italia, Milano