Non ci sono state rivoluzioni nel continente di Che Guevara

Non ci sono state rivoluzioni nel continente di Che Guevara Interpretazioni controcorrente sulla storia dell'America Latina Non ci sono state rivoluzioni nel continente di Che Guevara Marcello Carmagnani (a cura di) STORIA DELL'AMERICA LATINA La Nuova Italia, Firenze 456 pagine, 20.000 lire SARA' stato solo un sogno --ripetevano gli ufficiali ai parenti delle vittime che affollavano gli uffici dei comandanti in cerca di notizie —. A Macondo non è successo nulla, né sta succedendo né succederà mai nulla. Questo è un villaggio felice». Un mirabile capoverso di quella mirabile opera che è Centanni di solitudine di Marquez. Ma anche qualcosa di più:, quasi il simbolo, si potrebbe dire, di un modo di interpretare la storia del continente latino-americano che privilegia su tutti gli elementi esoterici e primitivi, che.scava nella realtà non per evidenziare le sue strutture portanti ma per renderle evanescenti tome la trama sottile di una fiaba. Nato durante la conquista iberica del Nuovo Mondo nel corso del secolo XVI, nutritosi con le cronache, le relazioni di viaggio e i memoriali degli esploratori, questo approccio ha avuto la sua glorificazione con il successo mondano dei grandi narratori latinoamericani moderni (Borges, Amado, Cortazar, Marquez, Donoso e cosi via)'. Ma, pur se fonte di splendidi romanzi, esso non ha certo aiutato la comprensione del complesso percorso storico dell'America Latina.. Cosi come non l'ha aiutata l'atteggiamento opposto, quello di coloro che hanno sì optato per un approccio razionale, ma solo per usarlo nel dimostrare che la realtà latinoamericana è sempre stata priva di una sua dinamica storica o, nel migliore dei casi, ne presenta una che è un semplice riflesso di quella generata nelle aree più progredite, specie in Europa: e ciò tanto negli anni dell'imperialismo quanto all'epoca dei risvegli rivoluzionari. — n volume che Marcello Carmagnani ha curato per la monumentale opera «H Mondo Contemporaneo» cerca di superare gli uni e gli altri pregiudizi, tendendo a ricostruire nella loro integrità — senza «prestiti» di natura eurocentrica, ma anche senza nulla concedere all'autoctono gusto esoterico — le logiche sottese all'evoluzione storica dell'America Latina. Un atteggiamento, come precisa lo stesso curatore nella sua introduzione, che non pretende di essere •obiettivo, ma che certamente aiuta ad adempiere al proposito, storiograficamente ineccepibile, di rintracciare gli elementi essenziali latinoamericani e vedere davvero «se queste peculiarità conferiscono all'evoluzione storica dell'America Latina un carattere tendenzialmente diverso da quello europeo». Quali peculiarità? I ventisei saggi raccolti nel volume (che si devono a quasi altrettanti studiosi di varie nazionalità) portano, a questo proposito, ciascuno il suo pezzetto di luce. Alla fine il lettore, collegandoli e incrociandoli, acquista una chiara visione d'insieme che — a questo punto sì — scopre le colonne portanti della storia latinoamericana. Una storia caratterizzata, sin dal XVI secolo, da una forte continuità, da alcune fratture e dalla totale assenza di rottu¬ re storiche profonde (di fenomeni, cioè, quali la rivoluzione francese o la rivoluzione industriale, che hanno costituito lo' spartiacque nettissimo tra età moderna ed epoca contemporanea hi Europa). Una storia hi cui gioca un ruolo fondamentale l'elemento etnico, al punto da condizionare le categorie economiche e politiche (il concetto di «indio», ad esempio, che tende a diventare sinonimo di «contadino»). E vi gioca un ruolo anche l'elemento della «frontièra», ossia il divario tra spazio geografico totale e spazio geografico occupato dall'uomo, funzionando come valvola di sfogo per le tensioni e le contraddizioni sviluppatesi. E ancora: la centralità del latifondo e quindi del inondo rurale, con metà della popolazione latincr^ericana che fino a ieri ha /issuto nelle aree non urbane e con un'oligarchia dominante che si definisce ancora per il suo stile di vita come una classe dalle profonde radici terriere. Centralità del latifondo, e quindi dell'ordine precapitalistico, che danno anche all'avvento del capitalismo una portata peculiare, diversa da quella avuta hi Europa e negli Stati Uniti: semplicemente dissolvente e non dirompere, non rivolu¬ zionaria. Carlo Sartori

Persone citate: Amado, Borges, Carlo Sartori, Centanni, Cortazar, Guevara, Marcello Carmagnani, Marquez