Pratt: l'avventura corre sulle strisce

Pratt: l'avventura corre sulle strisce Incontro con il disegnatore veneziano, reso famoso da Corto Maltese Pratt: l'avventura corre sulle strisce Tk f IL ANO — Il pennai VI relio traccia nello spazio immenso di un foglio bianco le onde di un oceano. Compare poi l'uomo, su una barca. La sua vela si gonfia con il vento della sorte, sul quale scivolano in volo i gabbiani. Questa è l'avventura come la intende Hugo Pratt, considerato fra i maggiori narratori nel mondo dei fumetti, un mezzo d'espressione non troppo considerato, ancora sospetto. Splendido esempio di questa sua arte è rancor fresco di stampa Sirat al Bunduqiyyah (Milano Libri, lire 18.500), una magica storia che si svolge fra le calli e i canali veneziani, considerata da alcuni critici la migliore in senso assoluto. Ma tutta la produzione di Pratt in questo momento è contesa dagli editori italiani: fra gli. altri la Bompiani la sta pubblicando nei Tascabili, la Mondadori inizia ora à riproporre in nuova collana tutte le storie di Corto Maltese, il suo personaggio più famoso. «Sono un raccontatore — si definisce Pratt — con alle spalle studi classici, la lettura giovanile delta "Romantica Somcgno" e soprattutto il fatto di aver sempre, molto viaggiato». Nato nel 1927 a Rimini, «durante un viaggio di mia madre», ma veneziano di farfuglia, a dieci anni era già in Africa a vivere con i genitori il sogno imperiale dell'Italia fascista. Cominciò in quegli anni il suo amore per l'avventura che sempre ha inseguito e continua a farlo, cercando l'esperienza umana più Ubera ed aperta possibile. «I miei amici erano tutti abissini: in famiglia erano già troppi i nazionalisti, gli imperialisti, i colonialisti». Conserva alcuni disegni di allora. «Senza macchina fotografica, fissavo sulla carta e nella memoria, da sempre eccezionalmente buona, tutte le immagini che la fortuna mi offriva di vivere». Tornato a Venezia era pronto per il fumetto, un amore coltivato fin dall'infanzia. «L'educazione fascista non lasciava spazio alla fantasia e noi affidavamo alle strisce il nostro bisogno' di avventure che tanto bene in quegli anni proponeva il cinema americano. Si usciva dai miti del regime con le sue divise, i suoi telefoni bianchi e le storie melense d'amore». In quel dopoguerra vissuto ai ritmi di Glenn Miller e Oliarli e Parker, neanche Pratt si sottrae dall'imi tare i modelli yankees. Cominciò a pubblicare le storie, create con Alberto Ongaro e Mario Faustinelli, dell'Asso di picche, un sosia dell'Uomo Mascherato che sconfiggeva i criminali di San Francisco. Erano pubblicate sugli albi Uragano, cui collaboravano anche Dino Battaglia e il futuro regista Damiano DamianL Nel '50 Pratt emigrò in Argentina, chiamato da Cesare Civita, editore di origine italiana: iniziava il fecondo periodo sudamericano, ricco di personaggi nuovi: Sgt. Kirk, Wheeling, Ernie Pike, Anna della Jungla. «Lavoravo soprattutto con due sceneggiatori eccezionali come Alberto Ongaro e Hector Oesterheld». Tornato nuovamente in Italia con l'H sudamericana davanti all'originale Ugo, nel '67 disegnò La ballata del mare salato, una lunga ed affascinante storia ambientata neU'Oceano Pacifico, intorno alle Isole Figi, durante la prima guerra mon¬ diale. Nacque in questo romanzo a fumetti popolato di militari europei e pirati il suo personaggio più famoso : Corto Maltese. «Stanco di eroi anglosassoni decisi di creare un eroe mediterraneo. Non potevo abbandonare però quella cultura così ricca di temi avventurosi e preziosi agganci, ed ecco Corto figlio di una puttana un po' maga, zingara andalusa che esercita a Malta». E' un successo, ripetuto e accresciuto con altre apprezzate avventure di questo eroe romantico, cinico e irrequieto, dallo sguardo profondo, amante della libertà. Ricercatissimo dai francesi, amato da tutto il. mondo spagnolo, contattato dai russi, Pratt è stato invitato più volte a iscriversi al sindacato americano dei disegnatori, ma ha rifiutato per coerenza politica. Hugo Pratt ama l'avventura e la fantasia sopra ogni cosa. «E' questione di sensibilità o di ignoranza. Un fatto di intuizioni: la si può vivere in ogni luogo, sul tram a Milano come nel Mato Grosso. Occorre essere in grado di sentirla». Racconta di una volta che all'Isola du Banana! (Brasile) si trovava in un albergo bellissimo ma quasi vuoto. Erano in cinque : il direttore, un barista, Dos Passos con la figlia e lui. Lo incuriosiva il barman, sempre taciturno. «Una sera, bevendo, riuscii a farmi raccontare la sua vita e conobbi da un protagonista della repressione la fine degli ultimi cangaceiros». Ama gùrare di notte per le città alla ricerca de gli incontri più strani «Di giorno ci sono solo carrozzelle con neonati, la notte è affascinante, imprevedibile». «Voglio vivere in tutti i modi» afferma Pratt. E non perde occasione per farlo. «Una volta vinsi ai dadi un americano: col suo aereo mi feci portare due settimane fra gli indios Chavantes del Brasi¬ le. Vissi facendomi capire con i disegni Fu molto difficile perché non seguivano la serie delle vignette ma capivano solo il quadro singolo. Ma fu un'esperienza irripetibile». Questa sua abilità nel disegno é un passaporto eccezionale. «Ricordo che quando andai fra i Musai sempre molto ostili verso i turisti e i fotografi in particolare, mi misi a ritrarli Immediatamente si sciolsero e ne nacque un'amicizia spontanea e bellissima». Da sempre paragonato a nomi celebri deUa letteratura avventurosa come Stevenson, Conrad e Melville, non sembra gradire questi accenni «I crìtici devono sempre dimostrare la loro cultura. Ho letto questi autori ma dopo. Le mie prime letture sono Zane Grey, Edgar Rice Burroughs. Nella mia biblioteca ho migliaia di libri ma sono più i volumi di saggistica e d'informazione che quelli di narrativa. Nelle mie storie voglio dire cose che so, voglio incuriosire, fornire riferimenti e quindi mi informo veramente, seriamente. In un buon fumetto devi arrivare alla sintesi senza pedanteria, dare continui suggerimenti». L'amore per il fumetto lo porta a combattere la diffidenza, e a volte la sufficienza, che circonda il suo ambiente. «Se l'arte è comunicazione, il fumetto lo è senz'altro. Perché questo atteggiamento della cultura? Se questa è la cultura d'oggi la rifiuto. Rifiuto questa torre d'avorio». Riceve molte lettere, soprattutto dalle donne, che amano Corto Maltese, il suo fascino misterioso. «Nelle avventure di Corto le donne sono sempre importanti, ma non gli sono mai sottomesse. Sono aristocratiche per scélta». I bambini, ma in particolare le bambine, scrivono a un personaggio amico di Corto, Rasputin: «Lo trova¬ no cattivò ma simpatico. Sì sentono protette, ma penso che cerchino più l'alleanza, vogliono farselo amico per vincere la paura che incute». Proprio Rasputin in Corte sconta detta arcana spiegò: «Io sorjo così come sono perché ho scelto di vivere una vita piena di soldi di donne, di belle cose Tutta roba costosa Per procurarmela devo rubare. Ma a differenza di certi uomini che fanno scelte politiche arricchendosi sulle masse e accumulando le loro ricchézze in banche svizzere, io quello che rubo me lo spendo subito. Faccio girare i soldi.. Robin Hood, Dick Turpin, Dominique Cartouche, Stenka Razin erano famosi banditi R loro unico sbaglio era quello di dare ai poveri Oggi parlano di loro con simpatia...». Per questa frase Pratt un giorno ricevette una cassa di bottiglie con un biglietto di ringraziamento della «mala» veneziana. Da anni sì parla di portare Corto Maltese sullo schermo ma niente è ancora deciso. «Mi hanno proposto prima Celentano come interprete e poi Antonioni come regista, maestro dell'incomunicabilità ma non dell'avventura. Vorrei registi americani còme Scoppola, ma penso che un giorno deciderò di dirìgerlo io un film». Pratt, ha un segreto per scrivere le sue storie? «L'importante è avere una bella fine, avere un obiettivo. E' facile trovare un ottimo inizio». Alessandro Rosa Hugo Pratt e tre immagini di Corto Maltese f