Processate il contestatore un motivo si troverà

Processate il contestatore un motivo si troverà ma ispirata a Kafka Federale Processate il contestatore un motivo si troverà Peter Chotjewitz I SIGNORI DELL'ORRORE MATTUTINO Mondadori, Milano 182 pagine, 5000 lire LA moglie del proi. ...^lista chiede al suo uomo, a un certo punto: «Da quando in qua leggi Kafka?». In un altro capitolo si fanno ipotesi sul perché Kafka abbia lasciato incompiuto il suo Processo: forse perché l'autore si era accorto che non si poteva dare un alone metafisico a un evento che invece può accadere e accade ogni giorno nella realtà? Del resto, anche l'avvio stesso del libro di -Chotjewitz si dichiara apertamente tributario a Kafka e al suo Processo: «Qualcuno doveva avere indotto in Fritz Buchonia una cattiva coscienza, giacché, senza essere consapevole di una colpa, una mattina fece un sogno». Ricordate come comincia il Processo di Kafka? «Qualcuno doveva averlo calunniato, perché, senza che avesse fatto nulla di male, 'ma mattina Josef K. fu arrestato» (trad. G. Zampa'). Onestissimo, da parte di, Chotjewitz, giocare così a carte scoperte. Resta però il fatto che lo scrivere un libro che ricalchi, sia pure con ingegnose innovazioni moderne, quell'indimenticabile, originalissima cosa che è il Processo di Kafka, è un azzardo micidiale. Tanto più se, come il giovane autore tedesco occidentale (nato nel 1934) fa più avanti, ci sono luoghi (il palazzo di giustizia, col suo labirintico interno), personaggi (il bastonatole, il giudice Propheter), scene (l'udienza sovraffollata e ciabattona') che a Kafka si appoggiano in maniera eccessiva, col risultato di mettere solo in risalto quanto unico e non imitabile sia quel modello. Per fortuna Chotjewitz non si è appiccicato tutto in questa carta moschicida, se no oggi non avremmo motivo di parlare di lui. Il libro, dopo questa partenza per noi sbagliata e altre cadute ricorrenti, sviluppa poi anche una sua autonomia, manifesta una sua interessante problematica di attualità. Questo comunque strano e difficilmente collocabile e giudicabile romanzo si sente che è nato nelle settimane nere della Germania Ovest, al tempo del rapimento di Schleyer e della tragedia del carcere di Stammheim. Chotjewitz, uomo di sinistra avanzata (lo abbiamo avuto alcuni anni in Italia tra noi, ha tradotto Dario Fo), scrittore di corrosiva vena satirico-sperimentale, ma anche avvocato, vede nella Germania capitalista di questi anni, dove al governo stanno i socialdemocratici ma l'apparato repressivo e un certo tipo di intimidazione e di violenza sembrano di marca nazista, una specie di grande tela di ragno. In essa incaute mosche libertarie o democratiche, magari per colpa di quegli insetti pungenti e pericolosi che sono gli appartenenti alla banda Baader-Meinhof, vengono ormai irretiti e accalappiati per servire da pasto al¬ l'occhiuto, sadico ragno statale. Basta che un avvocato (chiamiamolo Fritz Buchonia o anche Franz Westphal, tantosi sa che è una proiezione dell'autore) denunci il maltrattamento che subiscono in carcere certi contestatori di sinistra, nutra dubbi su certi suicidi assai comodi che avvengono nelle celle politiche delle prigioni tedesche, e subito Kafka torna in scena, l'istruttoria e il processo, magari al rallentatore, con docce scozzesi assai sapienti, si mette in moto. L'autore racconta questa storia su piani diversi La realtà — sia pure un po' romanzesca — di Fritz, l'ipotesi di un possibile sviluppo futuro, quella di Franz, e i sogni, gl'incubi, i deliri dell'uno e dell'altro. Un'intersecazione di piani interessante letterariamente (anche se non nuova), e che sfuma i contorni, dà al tutto — pur nella nitidezza di ogni singolo particolare — un che di drogato, di psichedelico, con sbombature e deformazioni da febbre a quarantaquattro gradi Un'opera avvincente, anche se indecisa tra varie possibilità espressive, e perciò realizzata solo in parte. Come messaggio, un memento sui pericoli di una democrazia che si sta deteriorando, che si è già molto deteriorata. Anche se una certa ricerca di effetti, una certa demonizzazione dell'Ovest contrapposto a un'inspiegabile indulgenza verso la «democrazia» assai meno accettabile dell'Est fanno a tratti, di questo libro, più un libello di alta classe che una vera opera darte' Italo A. Chiusano Il carcere di Stammheim

Luoghi citati: Germania, Germania Ovest, Italia, Milano, Stammheim