Mia cara figlia

Mia cara figlia Mia cara figlia Per gentile concessione dell'editore Savelli pubblichiamo alcuni brani della lettera che il padre di Lavinia Gruber (così si firma l'autrice del libro) scrìve alia figlia. Torino, domenica 4 luglio 1954 LAVINIA, ti ho ancora negli occhi vestita di bianco mentre inginocchiata in un obliquo fascio di sole scambi l'anello con Giulio. Commozione e ironia si fondono in uno sbalordimento infinito. Nel gotico borgognone dell'Abbazia di Ranvérso, tra fiumi d'incenso e fughe d'organo è dunque accaduta la cerimonia che tutti e tre, tu Giulio e io abbiamo voluto per ragioni così diverse... (Unica deroga alla tradizione, non ti ho condotto sottobraccio all'altare : anche nelle mascherate c'è un limite al cattivo gusto). C'est une rentrée dans le décor, ci siamo detti semiseri l'antivigilia contemplando le centinaia di bomboniere bene allineate (e non per caso ci venne da inventario in uh bislacco francese per il doppio senso tra scena e decoro). Ad ogni buon Conto tutti con tuo marito in testa tacitamente convengono che stamane si sia celebrato il rito riparatone per l'anno di bohème che avete vissuto prima del sacro sì. Soltanto tu e io conosciamo il significato recondito di questa rentrée. Eppure c'è ancora una cosa che devo dirti n mio bisogno di scriverti nasce dalla domanda di che cosa io sia ora per te (non ridere, ti prego); se un incubo da dimenticare, un segreto da seppellire, o semplicemen. te un inconsueto ricordo da evocare qualche volta. Vedi Lavinia, da quando ci siamo ritrovati due anni orsono tu hai avuto verso di me un intrecciarsi continuo di fughe e di ritorni, di insofferenze aperte e di complicità commosse. Questa incostanza si riflette, anche sul mio modo di comportarmi con te, mi disorienta e mi costringe a evasivi silenzi Si potrebbe dire che è il prezzo che anch'io debbo pagare per la «rentrée dans le décor» eppure rifiuto una spiegazione così filistea e avverto che le mie incertezze nascono da un pudore dei sentimenti che nonostante tutto ciò che avvenne ha continuato a coprirmi in parte ai tuoi occhi Lavinia, forse ti stupirai nel sentirmi dire queste cose dato che in noi sono incancellabili i nostri dialoghi m 8?Uterra' riPresi Ano alla mania, dibattuti fino au estenuazione per scavare nell'appena vissuto, per prepararci all'imminente, per dissacrarlo e riconsacrarlo insieme. Intrecciato al viaggio per l'isola compimmo un altro viaggio di parole e di atti verso piani sempre più alti (opiù profondi?) di verità. Ben presto ci accorgemmo che la sua meta — chiarire a entrambi il perché della mia sollecitudine nell'aiutarti — era ben lontana e che per raggiungerla dovevamo addentrarci in itinerari inconsueti. Toccammo la prima tappa di questo viaggio simbouco quando emerse che io ti avevo aiutato per riconquistarti a tua madre, per invogliarti a chiudere con gli insipidi anni milanesi, per dimostrarti quanto tuo padrefossemigliore e broad-minded. Banale concorrenzatra coniugi separati ma questa lo sai bene era una verità provvisoria e non durò più del tempo di arrivare a Londra. Poi ti risvegliasti con le mie rose accanto, giocammo a comprarci i foulard più folli neUe boutique di Kings Road e nella tea-room di Piccadilly tu mi rivolgesti le prime domande «serie» sul mio lavoro di architetto. Mi confessasti anche — ricordi? — che io ti apparivo un I^1^!8^?!0' sva«at0 e melanconico». Eccoci allora «S^SS* teppa del vte&do simbolico, vi arrivammo "£orn°8tesso in cui decidemmo di prolungare il no^fl!°8g0frno+in Inghilterra. Ormai al di là di ogni

Persone citate: Gruber, Kings

Luoghi citati: Abbazia, Inghilterra, Londra, Torino