Colletti, un marxista nell'Italia confusa
Colletti, un marxista nell'Italia confusa Una raccolta di saggi filosofico-politici Colletti, un marxista nell'Italia confusa Lucio Colletti TRA MARXISMO E NO Laterza, Roma-Bari 227 pagine, 3000 lire LUCIO Colletti entrò nel giro degli interessi politico-culturali di più larga diffusione, cioè al di là delle cerchie «specialistiche», con la celebre Intervista, politico-filosofica del 1975, che poi inaugurava e in qualche modo «inventava» la fortunata serie laterziana. L'intervista era peraltro■ già apparsa sulla New Left Review, il cui direttore, Perry Anderson, aveva fatto da intervistatore. Sta di fatto che i temi di una spregiudicata analisi critica del marxismo e delle sue realizzazioni storiche, ivi compresi i partiti comunisti occidentali, vennero portati al livello di comprensione di un pubblico ampio, ad opera di un filosofo che era stato comunista, ma non lo era più, rimanendo il maggiore studioso italiano del marxismo. In aggiunta all'intervista c'era nello stesso volume un saggio su Marxismo e dialettica, che lo stesso Colletti ora giudica un punto di svolta della sua «linea» filosofica. Erano antiche le sue obiezioni al materialismo dialettico, quale si era andato formulando nella scia della Dialettica della natura di Engels per poi essere goffamente codificato nel famoso e famigerato scritto di Stalin del 1938, Del materialismo dialettico e del materialismo storico. Colletti aveva contestato la pretesa di estrapolare da Hegel la dialettica, facendola convivere col materialismo, che di per sé è «deter¬ minatezza» e «non contraddittorietà» ; ma l'aveva fatto richiamandosi a Marx. Con quel nuovo saggio coinvolgeva anche Marx, avendo scoperto (tardivamente, ammette) che anche il padre fondatore impiegava analisi dialettiche del capitalismo, pur asserendo di aver creato una «scienza della società». Ora Colletti è definitivamente impegnato in una ricerca filosofica «extra moenia», su basi che si possono definire hi senso lato positivistiche, attento alle «opposizioni reali» dei fatti naturali e sociali, che sono diverse dalle contraddizioni (e dalle contraffazioni) dialettiche, e alle ragioni della conoscenza scientifica. Marx resta un grande classico, ma da analizzare senza riverenze e remore di alcun genere: e la prima parte di questo volume (la voce «marxismo» scritta per V Enciclopedia del Novecento e finora inedita) è un esempio di altissimo li- «Comprendre» la storia VENEZIA — Norberto Bobbio è il nuovo direttore di «Comprendre», rivista di politica della cultura, edita a Venezia dalla Società Europea di Cultura. Succede a Umberto Campagnolo, che della rivista è stato il fondatore. Il tema centrale dell'ultimo numero di «Comprendre» è il senso della storia: i principali collaboratori discutono «sul significato della vicenda umana, hi un tempo di crisi, in cui persino l'autodistruzione globale è. da considerarsi un'ipotesi di lavoro, in cui si diffida del progresso e c'è chi paria di limitazione dello sviluppo». vello di questo suo nuovo approccio filosofico. Altri scritti erano già apparsi su riviste e giornali, ma, rivisti insieme, hanno lo spessore di un discorso unitario, globale. Una conclusione è che la «crisi del marxismo» di cui oggi tanto si parla abbia, si, dei nodi teorici (la contraddizione filosofica e metodologica di cui si è detto, l'assenza di una teoria dello Stato e delle istituzioni, eccetera), ma che essa debba essere vista soprattutto nell'ambito della «storia reale» che il marxismo ha prodotto, come concezione del mondo e come programma politico; una storia di delusioni, una storia drammatica. Più generalmente, «viviamo in un universo che non è finalizzato ai nostri scopi. E dentro una storia in cui è assai difficile riconoscere il filo della razionalità. In qualche modo, dunque, siamo in trappola». Ma non è una «filosofia della disperazione»: al contrario, «essa sviluppa una sensibilità nuova per la storia Ci fa consapevoli di quanto sia stata precaria la nascita di civiltà complesse come quella in cui viviamo (...), di come essa non sia garantita da nulla e in nessun modo. E questa coscienza, mentre non deve certo soffocare l'impegno a rinnovarla e modificarla in senso più umano, può renderci tuttavia più cauti di fronte alle tante proposte di buttarla via, in cambio di non si sa bene che cosa». Una prova di grande e persino spietata lucidità, che conferma in Colletti uno dei rari maestri intellettuali di quest'Italia precaria e confusa. ... . Aido Rizzo
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