Nell'universo chiamato cavallo

Nell'universo chiamato cavallo Nell'universo chiamato cavallo Luigi Giano!! IL TROTTATORE Longanesi & C, Milano 730 pagine, 206 illustrazioni, 20.000 lire SETTECENTO pagine per «H purosangue» uscito tempo fa e, adesso, altrettante e più per «Il trottatore». Tutto l'amore per il cavallo e le complete conoscenze tecniche di Luigi Oianoli: solo su questa base potevano nascere libri che sono senza dubbio unici per ampiezza delle trattazioni e profondite del contenuto, nel campo dell'ippica e dello sport in generale. Se è vero che il cavallo va scomparendo come compagno del lavoro dell'uomo, esso resta protagonista nel mondo delle corse: la sua storia è quella del mondo, le ricerche che si fanno attorno all'animale per migliorarne le qualità, per preservarlo dalle malattie, sono le stesse che si portano avanti in altri campi, senza dùbbio meno affascinanti e più freddi Con i suoi libri, Luigi Gianoli aiuta a capire un ambiente che per molti è crudamente, e scioccamente, legato alle corse intese come scommessa. Si deve almeno ricordare che nel caso degli «scandali» in cui il pubblico si tuffa con sottile piacere, il cavallo è l'unico ad essere pulito, è la prima vittima. Del resto la gente parla poco e non sa. Delle sofferenze, delle apprensioni, della fatica, della passione che muovono migliaia di persone, dei problemi di una industria mondiale, che dà lavoro a migliaia di famiglie. «12 mondo ippico è splendido —scrive Gianoli —ma rischioso e pronto a dare dispiaceri cocenti, a ferirè"sóprattutto l'amor proprio di chi si picca di avere capito tutto ed in breve tempo. Tutto è difficile nell'ippica, difficile allevare, difficile allenare, difficile curare i cavalli; più che difficile fare quel mestiere gratuito di proprietario che infine gratuito non è, ma il più delle volte costoso assai A leggere certi scritti si può credere che l'ippica sia un fatto romantico, oppure squisitamente scientifico. Nulla di tutto questo. L'ippica è una scuola continua nella quale nulla di assolutamente scientifico si è potuto stabilire, e dove tuttavia occorre osservare, vagliare, interpretare fatti, fenomeni e realtà continuamente». Partendo da questo tema, Gianoli offre ne «n trottatore» tutto quanto si può sapere, e che appassionati ed addetti ai lavori dovrebbero sapere. Il trotto viene subito definito come la «seconda marcia del cavallo» ovvero l'andatura che sta di mezzo fra il passo ed il galoppo. Una andatura che si basa sul movimento op-, posto degli arti (anteriore destro e posteriore sinistro), che non tutti i cavalli sanno interpretare in modo corretto, sino ad arrivare alla pista da corsa. Gli equilibrii di azione necessari ad un cavallo per «trottare bene» sono difficili, il «passaggio» degli zoccoli è questione di centimetri. Non è certo garanzia sufficiente per avere un cavallo da corsa accoppiare due campioni, il gioco sarebbe troppo facile. Fatiche, speranze e delusioni sono spiegate, raccontate attraverso episodi e testimonianze, mentre la ricchissima appendice sulle genealogie —partendo dai capostipiti — offre un quadro limpido dell'evolversi della razza. Ma «Il trottatore», nella stesura del quale Luigi Gianoli si è avvalso della collaborazione di Justo Bonetto, Sandro Cepparulo e del fratello Nino, non è soltanto un libro tecnico, ed anche la parte tecnica è animata da una attenzione sempre viva ai problemi dell'animale e dell'uomo. Dopo una lunga introduzione sulla nascita, la formazione e l'allevamento del trottatore, segue la dettagliata storia del trotto in Italia, punteggiata da capitoli dedicati ai campioni, da Dama a Muscletone, da Mistero a Tornese, da Navazzo a Delfo; E poi là grande panoramica sugli Stati Uniti con divagazioni sull'ambio, la Francia di Uranie, Gelinotte, MaSina e Roquepine, le altre nazioni fra le quali è giustamente considerata con ampiezza l'Unione Sovietica, dove i trottatori Orlov correvano già sulla fine del '700. Ed ancora un nutrito capitolo su ferrature e finimenti, con chiarissimi disegni illustrativi E centinaia di fotografie, frutto di una ricerca certamente non fa. cile e sicuramente appassionata. Dire che si tratta del: miglior libro mai pubblicato sul trotto, è sin troppo ovvio. La ricerca dei particolari è cosi accurata (vedi la storia deU'Hambletonian, dal 1926 ad oggi, la corsa statunitense che è il sigillo del campione) da farne un'opera indispensabile persino per chi nel trotto vive, e crede di sapere tutto. Per l'appassionato che segue dai margini, ogni pagina è una scoperta. Bruno Perucca L'ultimo arrivo del Grand Prix d'Amérique

Luoghi citati: Francia, Italia, Milano, Stati Uniti, Unione Sovietica