Intellettuale, boccone ghiotto? di Giovanni Arpino

Intellettuale, boccone ghiotto? Intellettuale, boccone ghiotto? PRIMAVERA di tentazioni elettorali, ed i «cacciatori di liste» hanno teso le reti: boccone ghiotto, almeno all'apparenza, dovrebbe essere l'intellettuale, ovviamente integerrimo, noto ma anche schivo, fiore all'occhiello della società ma non troppo invadente, personaggio ma dotato di ritrosia e buongusto. Può servire, in certi casi, come il latte versato in uno scodellino per attirare l'attenzione delle mosche. Infatti ne appaiono, qua e là, suggestionati dal «dovere», e anche da rjtel mitico pungolo che da secoli sforacchia la solitudine studiosa e cerca di iniettarvi la smania dell'azione. Insomma: tra il dire e il fare corrono le «liste», ed i procacciatori di voti usano toni molti espliciti, talora assicurando un laticlavio oppure — quien sabe? —una poltroncina a Bruxelles. Il nostro più celebre senatore, a vita, è Montale, premio Nobel, gran poeta. Ha detto la sua, anni fa, riguardo un progetto di riforma scolastica naturalmente abortito. Poi, a Roma, è quasi mai apparso. Mi disse, un tempo: «La biblioteca del Senato è molto bella, fresca d'estate, pulita, ombrosa, ben dotata. Mi sedevo lì, qualche volta, solo, e mi sembrqva di veder passare i fantasmi di senatori trapassati». Il potere, o quello che rimane, in briciole, del potere, cerca appoggi di romanzieri e storici, saggisti e musici Diffida meno persino delle attrici dei cantautori e degli sportivi una volta tenuti in dispitto per timore di risvolti rotocalchistici. Oggi no. La fame delle «liste» allunga tentacoli in ogni caverna, accademia, mansarda e università. Alla prossima occasione, un ordine sul tipo di «tutti in lista!» potrebbe suonare perentoriamente. Eppure farebbero bene a diffidare ancora, questi occulti ed assatanati estensori di listoni: o non ricordano Sciascia, che appena si trova consigliere comunale a Palermo crea una sua diaspora e fugge a gambe levate, malgrado i sospiri e qualche digrigno comunisti? L'appetito degli intellettuali (e verso gli intellettuali) sembra un gioco molto roz¬ zo, che non obbedisce ad alcuna regola E — lo sappiamo — solo la regola dà gusto e ordine a qualsiasi gioco. Ci proviamo dunque a distribuire qualche consiglio ai procacciatori di intellettuali a scopo elettorale. Potrebbe sgomberare il campo da un certo numero di equivoci Ecco il nostro Tritissimo decalogo ad uso dei partiti: 1) Mai mettere in lista il romanziere alla moda: potrebbe rivelarsi intrigante e troppo abile, come hanno dimostrato diverse «selezioni» peri premi letterari 2) Diffidare dei sessantenni: tutti pensano al Nobel 3) Diffidare dei quarantenni: se eletti, anche loro comincerebbero subito a pensare al Nobel e vorrebbero far parte di un comitato con destinazione Stoccolma. 4) Ignorare gli addetti editoriali: sanno come costruire «dossier» a spese dei loro autori figuriamoci come sguazzerebbero in campo politico. 5) Attenti ai minori: questi tramano e scrivono solo per avere un vicolo a loro dedicato nel paese natale. 6) Attenti ai maggiori: si dilanierebbero l'un l'altro per diventar presidenti di una Biennale o, peggio, per far proliferare dieci cento, mille Biennali. 7) Ricordarsi che per un letterato la scheda non è mai segreta, come dimostrano celebri votazioni al Ninfeo di Villa Giulia e a Venezia. 8) L'intellettuale onesto è indigesto come un sigaro a digiuno: in un comitato centrale sarebbe quindi deleterio come il cavallo di Troia. 9) L'intellettuale crede alle promesse: anche questo è terribilmente stressante dal punto di vista politico. 10) La moglie dell'intelletuale, che mai ha agguantato una pelliccia, è da considerarsi temibilissima da parte dei segretari di partito. La conclusione, al vertice e alla base, ciascuno la tragga da sé. Al Parlamento europeo vedrei meglio Alberto Sordi che non Gianfranco Contini: ma non essendo in lista, certe cose io qui le dico e qui le nego. Giovanni Arpino

Persone citate: Alberto Sordi, Gianfranco Contini, Nobel, Sciascia, Villa Giulia

Luoghi citati: Bruxelles, Montale, Palermo, Roma, Stoccolma, Venezia