Dante senza enigmi

Dante senza enigmi Conclusa la monumentale «Enciclopedia» Dante senza enigmi ENCICLOPEDIA DANTESCA Appendice: biografia. Lingua e siile. Opere. istituto della Enciclopedia Italiana Roma, 1002 pagine, 40.000 lire DELL'Enciclopedia dantesca si è dato notizia quando usci il quinto ed ultimo volume («Tuttolibri», 18 dicembre 1976), e in quell'occasione venne annunziata come imminente l'Appendice, •che segna ora la vera conclusione di un'opera tra le più prestigiose non soltanto nel grande oceano della critica e dell'erudizione dantesca, ma, in assoluto, negli studi di lingua e letteratura italiana. Nel dare un rapido resoconto deli 'Enciclopedia., mentre indicavamo la vasta materia che essa abbraccia, rilevavamo quale sua caratteristica primaria quella di essere il più ricco e meglio documentato lessico del volgare dantesco di cui oggi si dispone, fondato sulla Vita Nuova, le Rime (comprese le «dubbie»), il Convivio, la Commedia, ma anche sul Fiore e il Detto d'Amore. Il merito primo dell'Appendice ci sembra ora che consista nell'offrire la più precisa e ricca illustrazione della lingua e dello stile di Dante volgare. L'Appendice contiene anche altra materia di grande pregio. La Biografia del poeta, scritta da Giorgio Petrocchi, è una ricostruzione esemplare dell'attività politica e letteraria dell'Alighieri, scandita hi capitoli dal taglio sicuro, limpidissimi e corredati da ricca bibliografia: tra le non poche apprezzate «vite» del poeta (Barbi, Cosmo, Passò, Cnimenz ecc.) questa di Petrocchi non è solo la più aggiornata, ma la più raccomandabile per chiarezza, per misura critica, per l'utilità dei rimandi alle voci specifiche della Enciclopedia, che ne allargano di molto l'orizzonte. Era giusto poi che in un'opera che costituisce la più alta stemma del dantismo non mancasse l'edizione critica di tutti gli scritti di Dante; e infatti vi si leggono la Vita Nuova nel testo curato da M. Barbi per l'Edizione Nazionale (1932), le Rime secondo il testo preparato dallo stesso Barbi per l'edizione della Società Dantesca Italiana (1921), il Convivio nell'edizione data da G. Vandelli per il V volume delle Opere di Dante (Le Mounier, 1934-1937), il De vulgati eloquentia secondo l'edizione di A. Marigo per il VI volume delle Opere di Dante (Le Monnier, 1948), la Monarchia nel testo curato da P. G. Ricci per l'Edizione Nazionale (1965), Epistole, Egloghe è Quaestio de aqua et terra conformemente all'edizione della Società Dantesca Italiana data da E. Pi- stolli (1921), la Commedia nel testo stabilito da G. Petrocchi per l'Edizione Nazionale (1966-1967), Il Fiore e il Detto d'Amore nell'edizione della Società Dantesca Italiana (1922) a cura di E. G. Parodi. Anche la Bibliografia, distìnta nelle sezioni delle Opere di Dante a cura di Eugenio Ragni e degli Studi su Dante a cura di Enzo Esposito, e articolata in paragrafi che ne agevolano molto la consultazione, con le sue 118 pagine costituisce uno strumento utilissimo per ogni categoria di studiosi, Ma le sezioni per le quali è facile profezia affermare che l'Appendice resterà a lungo insuperabile sono quelle su Lingua e stile delle opere in volgare di Ignazio Baldellì e Strutture del volgare ài Dante di Francesco Agostini, Riccardo Ambrosino Ignazio Baldellì, Franca Ageno, Mario Medici, Federico Tollemache, Ugo VignuzzL Baldelli ha tracciato da grande conoscitore la storia della lingua di Dante; è partito dalla situazione del volgare toscano e fiorentino del Duecento per giungere sino a un esame dello stile della Commedia, seguendo via via il: complicato ma coerente svolgimento della lingua di Dante sul versante sia della poesia sia della prosa, e dando il rilievo che meritano alle proporzioni teoriche della Vita Nuova, del Convivio, del De vulgati eloquentia Difficilmente però l'esposizione sarebbe risultata tanto approfondita e organica se, oltre la conoscenza perfetta di tutta la critica precedente, Baldelli non avesse potuto contare sui risultati di suoi precedenti lavori sul Duecento e su Dante. TìeWampiostudiosuìleStrutturedelvolgare di Dante, che occupa poco meno di quattrocento pagine, è diffìcile dare un'idea compendiosa. Fonetica, morfologia e sintassi della proposizione, il periodo e la sua organizzazione, la formazione delle parole sono gli argomenti fondamentali di una sottile e documenta tissima analisi che viene svolta in alcune decine di paragrafi. Pur essendo il risultato della collaborazione di diversi specialisti, la trattazione risulta perfettamente unitaria; tuttavia anche dalla lettura di questo o quel paragrafo (pur senza affrontare le cento e più pagine di quello dedicato dall'Ambrosini e dalla Brambilla Ageno al verbo) risulta la limpidezza e la esaustività del lavoro. E questo va notato, perché il minuto esame delle strutture del volgare di Dante è fatto sì per essere letto integralmente, ma si offre anche come opera di contìnua e sicura consultazione, come si conviene a un'enciclopedia. Ettore Bonora

Luoghi citati: Rime, Roma