Fame di sacro
Fame di sacro Fame di sacro Una ricerca di sociologia della religione Franco Ferrarotti Giuseppe De Lutile Maria I. Maciott Leda Catucci FORME DEL SACRO IN UN'EPOCA Di CRISI Uguori, Napoli 520 pagine, 12.500 lire NELL' ODIERNA fame di sacro — scrive Franco Ferrarotti nell'introduzione al volume — c'è, potente, il bisogno d'una meta collettiva, d'un disegno meta individuale, che né le religioni costituite in strutture di potere né i partiti politici dominanti sembrano più in grado di elaborare e di offrire». Il libro contiene i risultati di un'ampia ricerca che Io stesso Ferrarotti con i suoi tre collaboratori conduce da quindici anni. I materiali raccolti testimoniano che nel periodo in cui se ne decretava 1'«eclissi» il bisogno del sacro e il suo campo di esperienza si sono straordinariamente ampliati. L'attenzione degli studiosi, durante l'indagine, è stata rivolta ai capi «carismatici», cioè a singoli individui gratificati di «doni» particolari che si suppongono derivati dallo spirito santo senza alcun merito. Il fenomeno dei «carismatici» dal dopoguerra ad oggi ha attraversato un momento di autentico boom. Dai molteplici brani degli autori del libro si può rilevare che la proposta sostanziale fatta ai «fedeli» consiste nell'estraniarsi dal mondo. Basta citarne, come esempio, una a caso: «La tua povera intelligenza non potrà comprendere i delitti compiuti continuamente sulla terra: peccati di giovani e di non più giovani (...). Tutta la scienza degli uomini sia pure indirettamente, tende a questo: allargare su tutta la term queste colpe...». Lo sviluppo scientifico, le letture in generale non solo non giovano, ma, anzi, favorirebbero dispersioni e malvagità. Tuttavia, come giustamente scrive Ferrarotti, è presente nel sacro una tensione collettiva che non si può sottovalutare. La critica del sacro in termini scientistici risulta insufficiente e contraddittoria in quanto, da una parte, si riduce il problema ad una dimensio¬ ne puramente psicologica della fede come «credulità», dall'altra, si propone di criticare un oggetto di cui si nega l'esistenza. Il polo dialettico si stabilisce fra razionale e acro. Ma come concettualizzare l'indicibile? Come definire l'indefinibile? Problema arduo di fronte al quale le scienze d'osservazione devono ammettere il loro fallimento. La cultura dotta di carattere neopositivista, rifiutando la fondatezza di un discorso su Dio e sull'anima, dopo Finsufficienza del freudismo, ritorna a interrogare gli astri, mentre la cultura popolare ritorna a cercare il linguaggio del mito e deisimbolo. Quali sono le motivazioni reali dei comportamenti religiosi e della riscoperta del sacro? E' questa la domanda che su ^geriscono i fenomeni odierni. Avvenimenti lontanissimi tra loro, come la vicenda della Guyana, mostrano che alle origini di fenomeni frettolosamente etichettati come religiosi, esistono motivazioni politicosociali ed esistenziali. A ragioni anàloghe potrebbe essere ricondotta la proliferazione di sette orientaleggianti in occidente. La diversità dei fenomeni esige approfondimenti differenziati. Ci troviamo di fronte ad un fenomeno di entropia, da dove provengono segnali polivalenti e contraddittori, la cui consistenza statistica resta incerta e forse inverificabile. Il sacro, così come è inteso nelle sue forme incontrollate, è riemerso, propiziato dalla crisi economica, dopo lo scacco degli Dei dell'olimpo moderno (il dìo-dialettico, il dio-tecnologico, il dio-società, il diobenessere) e il crollo delle mitologie sessantòttesche (Mao, Ta^Cina, il Che Guevara, il marxismo-leninismo, eccetera). La stagione di questi Dei e di questi miti è passata perché essi hanno avuto il torto di essere verificabili. La «grande delusione» ha destabilizzato la coscienza del reale e spostato il baricentro della fatica umana, costruttrice del mondo, verso il disimpegno e l'Immaginario. Rosa Giannetta
Persone citate: Ferrarotti, Franco Ferrarotti, Franco Ferrarotti Giuseppe, Guevara, Leda Catucci, Mao, Maria I. Maciott, Rosa Giannetta
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