Salvano cosi i narratori dimenticati

Salvano cosi i narratori dimenticati Gli sforzi, i progetti, le iniziative editoriali della Salerno Editrice Salvano cosi i narratori dimenticati R OMA —In un appartamento gremito di libri e di carte incontro Enrico Malato, cattedratico di letteratura italiana e direttore della Salerno Editrice. Vedo tutti insieme i volumi pubblicali, scorro velocemente le bozze dei prossimi tomi Se l'eleganza degli astucci le pagine spesse, la stampa nitida danno piacere agli occhi l'ampiezza delle note, le introduzioni, gli indici i repertori sono una promessa sicura per l'intelligenza. Malato accenna al capitale minimo con il quale lui stesso e un gruppo di amici costituirono la società nel '72. Si lamenta dei rari aiuti che vengono a una simile iniziativa dagli enti preposti alla cultura nazionale. Mi mostra le recensioni calorose e gli stralci elogiativi di crìtici illustri Quindi mi elenca i caratteri precipui della collana dedicata a «I novellieri italiani»: le opere « note e consacrate dalla tradizione scolastica tutte crìti¬ camente rivedute, diverse opere finora introvabili, per niente minori eppure scordati o addirittura ignorati alcuni degli autori, e nomina il Fona e Giovanni Sercambi, integrali i testi. Insomma la novellistica italiana, gloriosa e per buona parte trascurata, dal Duecento al Novecento, dall'Anonimo Senese a Luigia Codemo, dai Novellino ai racconti di Capuana. Per di più lo scopo, pur nel rigore dell'impresa, è di arrivare a un largo cerchio di lettori che, avvantaggiandosi delle cure al testo, ne frequenti meglio le bellezze. A Enrico Malato e ai soci della Salerno Editrice non difettano i fervori Alla collana dei novellieri s'è presto aggiunta la collana di «Testi e documenti di letteratura e di lingua» e già sono apparsi in libreria: gli Intrichi d'amore, commedia attribuita dallo stesso Malato al Tasso, le Rime di Giovanni della Casa complete di varianti, abbozzi lezioni rifiutate o solo ipotizzate; le Myricae di Pascoli ampiamente commentate e «discusse in rapporto alle fonti dell'ispirazione pascotiana». Sono annunciate invece come una prossima leccornia le Pasquinate romane per la prima volta in edizione integrale. C'è poi una collana minore, rOmikron, e propone «testi di sicuro valore, ma poco frequentati o del tutto sconosciuti». Alla Lucrezia Borgia di Gregorovius, tradotta per la prima volta sul testo definitivo dello storico tedesco, grazie al quale la cinquecentesca signora torna trepida e onesta, seguiranno la Vita di Dante del Boccaccio, il romanzo di Otto Ludwig Tra cielo e terra, l'Autobiografia delle lettere di Foscolo curata da Claudio Varese. , Né basta, che in margine e alle sorgenti di un cosi vasto impegno stanno almeno due altre iniziative della Salerno Editrice: Filologia e critica, rivista quadrimestrale mia cui formula sintetizza una prospettiva critica precisa; non di opposizione o in concorrenza con altre, ma in collaborazione con tutte»; e Interpres, rivista di studi quattrocenteschi diretta da Mario Martelli Le intenzioni a cui fanno capo le due riviste, nMitrififfft.nn ulteriormente le ragioni profonde di tutta intera l'attività della casa editrice. Se Interpres, accogliendo studi e testi, si propone di riportare alla luce la realtà storica del XV secolo fuori degli schemi pregiudiziali e deformanti nella premessa a Filologia e critica è scritto: «Il fine ultimo della critica non può che essere il giudizio conoscitivo e di valore dell'opera esaminata, e mentre non è possibile formulare alcun giudizio se non operando sulla realtà concreta e imprescindibile del testo, così è necessaria, sul testo, una verifica preventiva che sola può garantire attendibilità e dare carattere non provvisorio al giudizio». Elio Pecora

Persone citate: Capuana, Claudio Varese, Elio Pecora, Enrico Malato, Foscolo, Giovanni Della Casa, Giovanni Sercambi, Lucrezia Borgia, Mario Martelli