Le due anime del critico

Le due anime del critico Una analisi di Ferretti sull'industria culturale italiana dal '50 a oggi Le due anime del critico T"\OPO anni quantomai intensi di polemijLJch.e culturali, su impegno, intenzioni, possibilità e doveri degli intellettuali, arriva puntuale un testo in cui il problema della critica in campo letterario e dei suoi rapporti con l'industria culturale è affrontato in modo disteso e documentato; // mercato delle lettere di Giancarlo Ferretti, di imminente pubblicazione presso Einaudi (pagine 242, lire 8000). Il problema di fondo dell'opera è quello della critica marxista, di cui lo stesso Ferretti è' uno dei più autorevoli esponenti: qual è, oggi, per un critico marxista la giusta strada da percorrere? Ferretti cerca la risposta in una storia delrindustria culturale italiana degli anni '50 a oggi, e mette subito in rilievo quello che secondo lui è stato il tema «portante» di questa industria, la sua continua contraddizione interna: le «due culture». Questa specie di sdoppiamento è presente a tutti i livelli: c'è il critico che da un lato fa il risvolto «imbonitone» e dall'altro scrive i suoi saggi impegnati, e c'è la casa editrice come Mondadori che affiancava a «Lo Specchio» quei primi Oscar che presentavano al pubbli-' co dei lettori Addìo alle Armi & Hemingway puntando tutto su Rock Hudson in copertina. Non c'è da stupirsi, afferma Ferretti, perché, net mondo dell'editoria e della cultura si riflettono le contraddizioni, le remore e gli . squilibri della società italiana. Esaminando titoli, programmi, apparati critici di alcune case editrici emblematiche come Einaudi, Mondadori, Feltrinelli; Rizzoli, l'autore prospetta le varie soluzioni cercate per risolvere questi squilibri, i cedimenti degli uni e la maggiore combattività degli altri di fronte all'incalzante consumismo degli anni '60, fino ài radicali mutamenti del '68. Dopo questa data, ormai universalmente usata come spartiacque, molto cambia nell'editoria: si approfondiscono ^rappòrti con lascuola, si assiste a un vero boom del romanzo di qualità, i libri di poesia ottengono spazi e tirature mai avuti prima, e il critico marxista, se vede enormemente aumentare il peso e la diffusione della sua parola, si trova ben presto stretto anche lui tra critica rigorosa e coinvolgimenti pubblicitario-aziendali. Ti periodo che va dal '70 a oggi è trattato da Ferretti in maniera più diffusa del ventennio precedente: l'intervento dell'industria e le grandi concentrazioni; i tentativi di Editoria Democratica e gli sviluppi, negativi e positivi, del convegno di Rimini; la morte e la nascita di riviste, da «Quindici» a «Il piccolo Hans»; la rivincita del grande romanzo, con la pubblicazione, nello stesso anno, di Corporale di Paolo Volponi, ha Storia di Elsa Morante e Horcymts Orca di Stefano D'Arrigo. Proprio La Storia è protagonista di un'analisi in cui vengono messe in rilievo le contraddizioni inerenti alla sua pubblicazione, che la rendono un tipico esempio di saldatura fra vecchia e nuova «popolarità». : Con citazioni, esempi, ricordi, sono presenti in questo libro tutti i protagonisti del dibattito culturale di questi anni, da Pasolini ad Arbasino, e uno spazio particolare è dedicato a quei convegni, come Orvieto o Palermo, in cui si è discusso sui modi di far letteratura oggi. ★ ★ Carlo Cassola e Roberto Roversi sono invece scelti da Ferretti come casi di scrittori che nella loro parabola letteraria si sono più violentemente scontrati col problema delle «due culture»: entrambi hanno avuto momenti di scrittura «politica» e altri in cui cercavano un •pubblico più vasto e meno critico. Come conclusione, l'autore crede di poter indicare la sua strada al critico marxista: accentuare, approfondire lo studio dei rapporti fra contesto ,e testo, fra specifico e sociale, modo di produrre risultati, cultura e destinatario. Anche se, puntualizza, questo è solo uno fra i modi possibili di essere un critico. Nico orango

Luoghi citati: Orvieto, Palermo, Rimini