«Più importante di tutto è dissacrare il potere» di Giulia Massari

«Più importante di tutto è dissacrare il potere» Incontro con Spadaccia, nuovo direttore de «Il Male» «Più importante di tutto è dissacrare il potere» ROMA — II Male, settimanale politico di satira che dal 1978, anno incutè uscito, è stato quasi ogni settimana denunciato per oscenità e poi assolto, (e secondo le nostre leggi sequestrato), ha cambiato direttore responsabile. L'accusa, alla fine, più grossa che non la consueta denuncia, è stata di vilipendio alla religione di Stato, ciò che vuol dire un anno e mezzo di carcere. •Un anno e mezzo, cioè appena qualche mese in meno di quanto ha avuto Tonassi», dice Gianfranco Spedacela, che ora lo firma. Giornalista, sui quarantacinque anni, esponente del partito radicale di cui è stato in varie riprese segretario, Sparlacela, appare un po' smarrito davanti al primo numero che porta la sua firma. E' il numero 12, anno secondo. La morte di La Malfa, il lutto e il pianto del Paese, hanno ispirato ai redattori e disegnatori del Male vignette di gusto molto discutibile, n giornale è uscito proprio in coincidenza coi solenni funerali, mentre il suo nuovo direttore saliva le scale di palazzo Chigi per rendere omaggio a un uomo che per lui, come per tanti, anche nei momenti del dissenso politico, era stato il massimo rappresentante di una certa Italia laica. «Sono rimasto dolorosamente colpito, in un certo senso anche ferito — dice Sparlacela —, ma poi aldilà del dato personale, altre con-. siderazioni sono sopravvenute: accettare che non si rispetti un leader religioso vuol dire anche accettare che non si rispetti un leader laico». Ecco, dunque, il primo scontro di Spadaccia con questo foglio che, nato come una voce anticonformista e coraggiosa è andato poi man mano cedendo a istinti e costumi meno nobili e apprezzabili Ecco, dunque, subito messa alla prova la dichiarazione che lui ha preteso venisse pubblicata accanto al suo nome: «II vostro giornale può piacermi o non piacermi, ma voi avete il diritto di farlo e di venderlo, io ho il diritto di leggerlo ed eventualmente, se non mi piace di non comprarlo. Intendo difendere entrambi questi diritti il vostro ed il mio. Assumo pertanto la responsabilità del giornale: la responsabilità di scritti e disegni che continuerò a leggere, se vorrò, soltanto dopo la pubblicazione». E' il vecchio principio liberale, e prima ancora del vecchio principio volterriano a cui i radicali molto spesso si richiamano. •Questa volta — racconta Spadaccia —mi sono trovato contro anche una parte del partito, dove non manca la polemica contro questo giornale, soprattutto per il suo sessismo. Sono stato accusato di indulgenza per la deresponsabilizzazione e il comportamento parassitario. Più volto, in passato, ero stato interpellato per assumerne la direzione, e mi ero rifiutato, ma di fronte all'ultima condanna ho ritenuto doveroso accettare. Noi radicali nel passato, quando solo un giornalista iscritto all'Ordine poteva essere direttore responsabile, abbiamo firmato fogli e foglietti di ogni tipo, se eravamo giornalisti Ora il vecchio Per «Il Male» è già tempo di antologie. Nata un anno fa, la rivista satirica ha rinverdito il successo e la tradizione italiana dell'asino», dal «Bacco giallo» e di «Circolare a sinistra». La prima raccolta dei «pezzi» più significativi è ora pubblicata da Mazzotta: «Bene, bravi, via!» (pp. 190, L. 4500). Nel volume è possibile ripercorrere, attraverso rocchio deformante e dissacrante del settimanale, I grandi avvenimenti del '78,1 rifacimenti del «Corriere della Sera», di «Repubblica», I commenti di piccoli falli e misfatti dalla politica Italiana. Uno dei fondatori della rivista, Vincenzo Sparagna, scrive nella prefazione: «La satira appena un anno fa era chiusa In un recinto, un piccolo spazio istituzionale quasi sempre censurato. Il "mondo" ne restava fuori, "serio", compiacente, compiaciuto. Questa era la regola. Con II Male questa regola è saltata». principio s'è vanificato, ed esiste un elenco dei direttori a cui ci si può iscrivere, volendo, e appunto "assumersi la responsabilità". Grazie anche alle nostre campagne, credo. Ma la condanna per vilipendio alla religione, una condanna quasi eguale a quella per colpe ben più gravi m'è parsa un vero sopruso, e indegno il tentativo, condotto in vario modo, di cambiare un giornale fatto da uomini liberi in un Paese libero». Ma questo giornale, questo Male spesso fatto solo di scherzi goliardici, non può piacere a Spadaccia, cioè a un laico e un liberale di quelli considerati anche un po' all'antica, che per esempio non bestemmia perché alla bestemmia non crede, ma anche perché la bestemmia può ferire altri... *E infatti non mi piace. Ma facciamone la storia n Male nasce con una formula provocatoria e violenta assolutamente nuova in Italia tutt'altro che nuova in Paesi come l'America o la Francia. Nasce con ritardo, ma nasce. E dimostra una certa capacità: l'idea delle testate false, per esempio, era tutt'altro che disprezzabile. Sull'onda del successo diventa un giornale spesso di violenza gratuita, che si esprime attraverso un sessismo maschilista e antifemminista tale da fare invidia alle imprese goliardiche degli Anni 40 e 50. Tutto questo a me non interessa Però guardiamoci attorno, per capirne un po'di più. In Italia abbiamo i bravissimi Forattini e Chiappoli, che sono riusciti a reintrodurre un certo tipo di satira politica. Essi sono i figli del '68. Questi del Male sono i figli del TI. •La differenza è tutta qui Sono cioè i figli di cose che esistono realmente e che si chiamano fra l'altro violenza e ritorno al sessismo, come una reazione alle lotte di liberazione sessuale e femminile. Sono cioè i figli di uno Stato che continua a produrre violenza II dato di partenza è positivo, ma poi è sopravvenuto un bisogno di distruzione non soltanto satirica ma morale e fisica del diverso, dell'avversario... Ecco la storia del giornale, ma tentare di avere la meglio con la repressione è quanto di più stupido si possa fare perché significa impedire il giusto dialogo connettori». Le sue critiche, certo, Spadaccia le ha fatte presenti ai redattori del Male. •Senza dubbio. E ho detto che mai avrei firmato un giornale che conducesse campagne diffamatorie. Mi hanno risposto che non hanno mai avuto una querela per diffamazione. A questo punto ho accettato». Accettando anche di sentirsi urtato nei suoi sentimenti personali? •Anche. Io personalmente credo che si debbano. avere certe'cautèle, eerti rispetti. Ed esistono anche i codici, coi quali si debbono fare i conti. Ma più importante di ogni cosa è la lotta per dissacrare il potere. Si debbono dunque aiutare tutti coloro che a questo tendono, magari sbagliando il metodo. Perché ciò che conta è il rispetto del principio della libertà». Giulia Massari m mi cu già »#* RIMPASTO

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