MISCELLANEA

MISCELLANEA MISCELLANEA Nel segreto dei manoscritti Giorgi© Concetti PALEOGRAFIA LATINA Jouvence, Roma, 196 pagine, s.Lp. n (francesco giancotti) Giorgio Cencetti, ordinario all'Università di Róma dal '59 al *70 (anno della morte), ha lasciato in questo compendio un collaudato ausilio per lo studio della scrittura latina. Riappare con una nota bibliografica e nuove lustrazioni, curate da Paola Supino Martini, quale n 1 delle Guide allo studio della civiltà romana, una raccolta diretta da Pi Arnaldi e S. Calderone, che in aghi volumetti vuol fornire sicuri strumenti. L'editore critico dev'essere pure buon paleografo. Non solo deve sapere interpretare i manoscritti attraverso cui cerca di risalire al tèsto quale fu scritto dall'autore: deve anche datarli, localizzarli, ricavare dal loro aspetto esteriore quanto giovi allo studio del loro contenuto e, sotto un più ampio riguardo, alla storia della cultura in gènere. Gli tocca quindi studiare materie scrittone, arnesi usati per scrivere nei vari tempi e luoghi, preparazione e forme esteriori dei codici, storia della scrittura alfabetica, segni accessori, tachigrafie brachigrafie, crittografie. Sono i primi argomenti del panorama che Cencetti traccia seguendo il processo di trasformazione della scrittura latina, dalla sua genesi (con l'adattamento dell'alfabeto etrusco, . intorno al VII sec. a. C.) fino al sec. XVI d. C, quando, diffondendosi l'invenzione di Gutenberg, s'estinguè il breve ma splendido periodo del manoscritto umanistico. Un profilo succinto e denso che — oltre la storia e critica dei testi —lascia trasparire varie prospettive nella direzione che indicarono Boeckh, Traube, Pasquali: Paleografia quale scienza dello spirito. Andrea Forte LA LEGGE DEL DESERTO . Atanór, Roma 134 pagine, 4600 lire (alberto c. ambesi) E' questo un libro in bilico tra il saggio e il diario spirituale. Assomma difatti l'amplificazione erudita e lo squarcio lirico, dettati da molteplici stati di coscienza. Ha purtuttavia uh preciso tema fondamentale: la descrizione di un ideale cammino attraverso U deserto, quasi che ogni essere umano fosse chiamato a ripercorrere l'antico esodo di Israele dall'Egitto alla Palestina, di deserto in deserto, per l'appunto, riconoscendo che vi sarà sempre un «roveto ardente» con cui fare i conti, qualora si voglia veramente tornare alia «patria celeste». E' uh assunto quanto mai suggestivo che l'autore sviluppa con l'ausilio di diverse prospettive. Nell'ampia parte introduttiva per es., egli costruisce una sorta di verbale contrappunto a una serie di dodici disegni simbolici di anonima mano, cosi che l'eventuale viandante si prepari per tempo alle difficoltà che incontrerà soprattutto inse stesso. Nella prima e seconda parte, Andrea Forte si fa sagace commentatore delle principali pregnanze iconologiche, insiste nell'immagine del deserto, sia a livello cosmogonico e cosmologico sia per le diverse tappe del viaggio iniziatico verso i più lontani orizzonti Nella terza parte ripropone, in forma riassuntiva, taluni concetti chiave del linguaggio iniziatico e affronta l'arduo problema di trattare alcuni massimi c oblerai, avvalendosi dell'asciuttezza delle similitudini geometriche. Si è di fronte, insomma, a un'opera non priva di ambizioni evocative e tutt'altro che vana Ci sia tuttavia consentito di rilevare che concetto e figurazione del deserto possono certo essere chiamati a rappresentare la fine o l'esaurirsi dell'attuale ciclo cosmico: Ma ci si dovrà volgere ad altri paragoni, nel caso si voglia riandare di là dai tempi Miti e cosmogonie sacre sono infatti concordi nel riferirci che furono le risonanti «acque prime» la matrice dell'Essere, il primo germe della Manifestazione Universale. Infine, va ricordato, che oltre al cammino nello spazio desertico sono pur possibili per l'uomo che voglia rinnovarsi interiormente, o tt «viaggio per Mare» o l '«Ascensione alla Montagna Sacra». E non è detto che siffatti percorsi conducano tutti allo stesso Luogo. Gianoberto Lupi LA DOPPIETTA ITALIANA Olimpia, Firenze 584 pagine, 30.000 lire (p. cer.) Nei ricordi e nella realtà elei veri cacciatori, la «doppietta» è il classico fucile per lo sport venatorio: se ne parla con rispetto e ammirazione, ì «sovrapposti» e gli «automatici» sono suoi figli, belli e bravi, ma senza la magica esperienza di quell'antenata ancora arzilla e pronta allo scatto. Gianoberto Lupi ha compiuto un lungo studio monografico sull'arma da caccia italiana, costatogli un trentennio di ricerche, e ha documentato con descrizione e immagini molte decine di fucili originali," veri capolavori dell'arte armiera europea. n volume è anche la storia, .precisa nei dettagli tee-, nici e appassionata nel racconto, di 74 fuchi italiani comprendenti 38 case costruttrici. Compaiono poi antiche industrie di polveri e cartucce, una ventina di tavole con brevetti originali, documenti d'epoca inediti e sconosciuti ai cultori delle armi antiche e modèrne. E' la prima volta che viene pubblicata in Italia una storia esauriente della «doppietta», che è poi la storia dell'ingegno e del genio dei nostri armaioli nell'arco di oltre un secolo. ft ftfl 4 ■ ;• § m .■' -;f\

Persone citate: Arnaldi, Cencetti, Concetti, Giorgio Cencetti, Gutenberg, Lupi, Martini, Paola Supino, Pasquali

Luoghi citati: Egitto, Firenze, Israele, Italia, Palestina, Roma