CLASSICI

CLASSICI CLASSICI La menzogna è un'ideologia Vincenzo Di Benedetto L'IDEOLOGIA DEL POTERE E LA TRAGEDIA GRECA Ricerche su Eschilo Einaudi, Torino, 295 pagine, 6400 lire (franca d'agostini) «CTit si lascia ingannare è più saggio», diceva Gorgia, enunciando un fortunatissimo principio estetico, che tuttavia doveva costituire soprattutto la fortuna degli ingannatori di professione, venditori di fumo, di blandizie, eccetera. Perché se può esistere qualche dubbio circa la saggezza dell'ingannato, certamente chi inganna è più astuto e potente. Si tratta di ideologia, di funzione didattica del potere: una disciplina in cui i grandi tragici greci erano espertissimi; e in cui —secondo Di Benedetto —Eschilo eccelleva. Rovesciando la tesi di Nietzsche (notoriamente debole dal punto di vista filologico), per cui in Eschilo non vi sarebbe una vera attitudine etico-conoscitiva, ma prevarrebbe piuttosto la disposizione dionisiaca, l'autore rintraccia nelle tragedie eschilee un'infinità di accorgimenti sintattici, strutturali e di contenuto, finalizzati ad avvalorare e conservare l'ordine1 sociale della polis. L'analisi, come nel precedente saggiò dell'autore (Euripide: teatro e società), segue un modello analitico proprio alla «scuola francese» — Gernet, Vernant, e in certo senso Detienne —: ossia studia la struttura testuale soprattutto per rintracciare i concreti elementi storici da cui emerge e a cui ritorna il discorso eschileo. Nei Persiani, nel Prometeo, nelVAgamennone, nelle Erinni, le strutture della polis si rivelano con sorprendente chiarezza: l'intenzione di Eschilo è prevalentemente politico-religiosa. L'inganno è qui nello svelamento parziale, in ciò che si dice e in ciò che si lascia non detto; non è più l'« accecamento « divino di Ate che, benevola, «svia l'uomo verso le reti da cui non è possibile sfuggire».

Persone citate: Detienne, Einaudi, Gernet, Nietzsche, Vernant, Vincenzo Di Benedetto

Luoghi citati: Torino