La morale dipende dalla religione?

La morale dipende dalla religione? Le nuove voci nel quinto volume dell'Enciclopedia Einaudi La morale dipende dalla religione? ENCICLOPEDIA EINAUDI voi. 5: Divino - Fame 1115 pagine, 40.000 lire E, uscito il quinto volume dell'Enciclopedia Einaudi. Basta consultare l'indice e leggerne alcune voci per constatare che, ancora uria volta, l'editore e l'equipe redazionale che lavora alla vasta impresa hanno fatto centro. Com'è noto, la «formula» di questa enciclopedia, che la differenzia da quasi tutte le altre attualmente in corso di pubblicazione, può riassumersi nei termini di selezione e verticalità. n volume accoglie relativamente poche voci (43 per l'esattezza, comprese tra Divino e Fame), ma tutte trattate non in modo puramente informativo bensì in profondità — cosicché ognuna costituisce l'oggetto di un vero e proprio saggio, destinato, almeno in alcuni casi, a durare al di là del tempo e delle mode. Questo nuovo volume appare poi — anche in rapporto ai precedenti — particolarmente denso e stimolante: ricco sia di voci di per sé interessanti che di firme autorevoli e famose. Anche mettendo per un momento tra parentesi i centiibuti di natura scientifica (come ad esempio quelli dedicati ai lemmi Energia, Entropia, Eredità, Evoluzione etc), resta un panorama estremamente variegato. lì cultore di scienze umane rileverà la quantità e la qualità dei saggi d'ambito psico-antropologico, tra i quali sembrano di particolare rilievo quelli riferentisi alle voci Donna (Basaglia Ongaro), Emozione/Motivazione (Delaunay), Endogamia/Esogamia (Héritier), Enigma (Di Nola), Etnocentrismi (Leach). Anche lo studioso di filosofia constaterà che, a differenza di quanto è avvenuto in qualche volume precedente, questo risulta adeguatamente generoso nei confronti del proprio campo disciplinare. Spiccano in tale campo le voci Empiria/Esperienza ed Esperimento (Amsterdamski), Equivalenza (Putnam), Errore (Coe e Wilden), Esistenza ed Essere (Vuilìemin) ed Etica Insieme a Dualità, a Egemonia/ Dittatura e a Evoluzione, Etica è uno dei contributi più ampi del volume. Il tema attirerà probabilmente numerosi lettori; il nome dell'autore, che è Leszek Kolakowski, anche. Kolakowski è infatti uno dei più noti esponenti del «dissenso», ed ha partecipato a vari convegni anche in Italia. Un'eco (forse un po' troppo blanda) della problematica sorta intorno a questo cruciale tema teorico-politico si può trovare nella voce Eresia accolta in questo volume e firmata dallo stesso autore —che alle eresie religiose ha dedicato alcuni studi fondamentali. Ma Kolakowski è anche, e soprattutto un filosofo, con una straordinaria conoscenza di tutta la tradizione speculativa d'Occidente. Trattando l'etica, egli si muove con grande disinvoltura tra pensatori antichi, medievali e moderni. La voce ha però una struttura e un contenuto teorici. L'autore parte da una puntuale messa a fuoco dell'origine della prospettiva e del discorso morale. Esamina la questione della relazione tra fatti e valori, tra comportamento pratico e norme etiche. Analizza il nodo delicatissimo dell'universalità o meno deUe leggi moraU. Commenta finemente il diverso status deUe azioni e deUe intenzioni umane. Di particolare rilievo sono le pagine dedicate al rapporto tra etica e scienze umane, neUe quali Kolakowski sottolinea l'assurdità deUa pretesa di queste ultime di inglobare la prima, ricordando due punti a nostro avviso fondamentali: che la scienza non produce di per sé né valori né giudizi di valore; e che tra la domanda etica del tipo «Che cosa è moralmente giusto?» e la domanda psico-socio-antropologica del tipo «Perché gU uomini si comportano in un certo modo?» (o: «perché ritengono giusto comportarsi in un certo modo?») vi è una differenza radicale. Com'è chiaro, non tutte le posizioni di Kolakowski incontreranno il consenso del lettore. Molti resteranno perplessi dinanzi all'oggettivismo e all'universalismo ètico affiorante nella difesa dell'esistenza di norme «minime» valide per tutti gU uomini. Altri non concorderanno con la tesi che la morale dipende in parte daUa religione, tanto che il declino di questa produce «degradazione morale»; e che l'abolizione di certe norme comporterebbe probabilmente «la rovina totale deUa civiltà». Anche l'atteggiamento assunto circa la ricerca, oggi tanto sentita, di una «nuova etica» appare poco soddisfacente. Sono tuttavia, questi ed altri, temi che lo studioso polacco ha il merito di discutere con lucidità e franchezza, sollecitando il lettore a fare altrettanto. Sergio Moravia

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