POESIA
POESIA POESIA La parola liberata Cesare Ruttato M1NUSGRAFIE Feltrinelli, Milano 137 pagine, 3500 lire (maurizio cucchi) Il primo libro di Cesare Ruffato, padovano cinquantacinquenne, usci nell'ormai lontano 1960, ma una maggiore notorietà di questo poeta risale a circa il '74, quando alcune sue poesie (dal titolo di Nous e Paranoia,) apparvero sull'Almanacco dello Specchio autorevolmente introdotte da Andrea Zanzotto. Successivamente Ruffato pubblicò presso Lacaita una nuova raccolta di versi (Caro ibrido amore) e ora si ripresenta con un libro piuttosto corposo, denso, cospicuo, che ripropone però senza variazioni sensibili il suo discorso già noto. La poesia di Ruffato, per usare un paradosso, sembra sopravvalutare l'importanza e il problema dell'uso di un linguaggio comunicativo, allontanandosene come da un pericolo attraverso un procedimento che il prefatore Aldo Rossi definisce come «spettacolo di parole liberate, ma non di parole in libertà». Un esempio del linguaggio di Ruffato lo si può trovare senza impaccio, ad apertura di libro ed è certo più eloquente di ogni commento (in ciò sta, senz'altro, uno dei maggiori pregi di questo poeta). Vediamo: «In un rapporto dissidente farnetica burocrazia / forse un po' più penetrati nell'area che si doveva sorvolare / aria bigia oculare ognuno s'appuntisce / gestualmente sordida bastiglia»; oppure: «anche nel sereno / sempre borborigmo siglesfere / sul porfido bellico tralignando dai portici per metafore / veglioni d'apertura compartimenti altri cicli mitotici». Una campionatura quasi casuale, appunto, ma che rende l'idea del lavoro di Ruffato. Un lavoro senz'altro arduo, ricco di suggestioni puntiglioso, fitto, intricato, ma che, indipendentemente da valutazioni soggettive, di gusto o tendenza, non si presenta gran che sorprendente, costruito su una forse possibile (ma quanto?) zona astratta di convergenza tra esiti della neo-avanguardia e soluzioni formali proposte con estrema efficacia da Zanzotto negli Anni 60.
Persone citate: Aldo Rossi, Andrea Zanzotto, Cesare Ruffato, Lacaita, Ruffato, Zanzotto
Luoghi citati: Milano
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