Tutti nemici dello zar non tutti santi e profeti di Lia Wainstein

Tutti nemici dello zar non tutti santi e profeti I sovversivi nella Russia prima di Lenin Tutti nemici dello zar non tutti santi e profeti Adam B. Ulam IN NOME DEL POPOLO PROFETI E TERRORISTI NELLA RUSSIA PRERIVOLUZIONARIA Garzanti, Milano pagine 428, lire 16.000 TITOLARE della cattedra 41 scienze politiche all'università di Harvard e direttore, dal 1973, del centro di sovietologìa. Adam B. Ulam è autore di vari libri, tra cui una biografia di Stomi, uscita in Italia nel 1976. Rievocando nella presente opera le vicende interne russe dal regno di Nicola I (morto nel 1855) fino all'inizio di questo secolo, Ularn formula i suoi giudizi sui governi dei tre penultimi zar, sui moti rivoluzionari che scoppiarono nella seconda metà dell'Ottocento, e integra il complesso panorama con numerosi riferimenti alla storia sovietica. L'ampia analisi è caratterizzata dall'atteggiamento spregiudicato, smitizzante dell'autore verso personaggi, eventi e istituzioni, nel tentativo di ristabilire un rapporto più imparziale tra le forze scatenate in quei turbolenti decenni. Nell'insieme ne risulta che il regno di Alessandro II non fu esclusivamente negativo e retrogrado e che tra i suoi avversari, membri di organizzazioni sovversive quali Terra e libertà o Volontà del popolo non mancarono né gli squilibrati né uomini squallidi e privi di scrupoli. Nelle argomentazioni di Ulam si delinea inoltre un tema dalle conseguenze paradossali, provocate dal fatto che i nichilisti temevano soprattutto e •detestavano la prospettiva di una pacifica evoluzione détta Russia in una società costituzionale, nel qual caso tutti i loro preparativi per la rivoluzione, tutta la loro autonegazione sarebbero risultati vani». Le riforme quindi rischiavano di essere controproducenti, poiché potevano causare un inasprimento dell'azione sovversiva. L'apparato repressivo di Nicola I, invece, il famigerato Terzo Dipartimento, composto in realtà di pochi funzionari, era modesto se lo si paragona non solo alla Gestapo o al Kgb, ma perfino alla polizia di Mussolini. Propaganda e tortura — per estorcere informazioni —erano, a quanto pare, procedimenti ancora sconosciuti. Durante il regno di Alessandro II vennero introdotte alcune importanti riforme. L'abolizione, nel 1861, della servitù della gleba è una misura definita da Ulam «la più grande opera di ristrutturazione sociale mai intrapresa nella storia moderna prima della collettivizzazione di Stalin e Mao Tse-tung». La nuova mobilità sociale si può illustrare per esempio con la carriera di Ilja Uljanov (padre di Lenin) che, diventato nel 1874 direttore delle scuole popolari, con tale carica ricevette — benché fosse figlio di un sarto — la nobiltà ereditaria. Alessandro n .trasformò anche l'arretrato sistema giudiziario russo, rendendolo uno dei più avanzati del mondo. Tutti i processi ormai dovevano essere pubblici, i giudici insostituibili, l'avvocatura indipendente. Fu poi introdotto l'autogoverno locale nelle province, che prevedeva una certa partecipazione -dei contadini e del ceto medio alle assemblee. Se Ulam riabilita a più riprese lo zar, non si mostra al contrario indulgente nei confronti dei suoi avversari. Isutin, Chudjakov e Karakozov (che nel 1866 tentò, senza riuscirvi, di assassinare Alessandro TI) sono definiti «manifestamente psicopatici». Di particolare severità è l'analisi di Necaev, uomo insieme criminale e impostore, che nel 1369 uccise e gettò nello stagno del parco Petrovskij a Mosca (un delitto cui s'ispirò Dostoevskij ne / demoni) il suo innocente amico Ivanov. Giudicato male da Herzen, respinto in seguito, quando volle iscriversi atta prima Internazionale, da Marx, Necaev all'inizio aveva goduto della piena fiducia di Bakunin, esule a Ginevra. li scrissero insieme molti proclami Fu composto anche il famoso Catechismo del rivoluzionario, testo che stabilisce il regolamento di una futura organizzazione clandestina. La paternità del Catechismo è stata attribuita dagli studiosi ora a Necaev ara a Bakunin. Ulam appoggia quest'ultima ipotesi con una motivazione che già rivela tutto il disprezzo provato per Necaev. Siccome le donne non sono incluse tra le persone da liquidarsi subito, ciò conferma che il Catechismo fu scritto «prevalentemente da Bakunin, perché Necaev sarebbe stato incapace di tanti scrupoli». Dissentendo dalle valutazioni di Franco Venturi e Albert Camus, Ulam riconosce al giovane rivoluzionario un solo tratto originale, l'aver saputo fondere in sé il tipo dell'assassino con quello dell'uomo che incute fiducia. Eppure Karakozov e Necaev, personaggi negativi entrambi vennero considerati dai multanti della Volontà del popolo, tutte persone dalla sanità mentale indubbia, come i loro antesignani nella lotta per la libertà. Tale ammissione non impedisce ad Ulam di porre in rilievo i molti difetti del gruppo di cospiratori (descritto con grande precisione da Trif onov nel romanzo L'impazienza) che nel 1881 assassinarono lo zar Alessandro n. n capo di questo complotto, Andrej Zeljabov, scelse con cinismo dei ragazzi immaturi sprovveduti, deficienti perfino. Al processo Zeljabov, che non aveva partecipato . all'attentato perché era stato arrestato prima, insistè per farsi attribuire la principale responsabilità e parlò troppo, quasi intendesse «far crollare tutta l'organizzazione terrori- stica». Ma vi fu di peggio. Mentre di regola, per non provocare eventuali rappresaglie contro interi gruppi etnici, si evitava di coinvolgere i loro membri negli attentati, Zeljabov fece partecipare al complotto il polacco Ignatij Hrynievicki (che fu l'uccisore effettivo) e l'ebrea Gesja Helfman, che doveva dare .un rifugio agli attentatori dopo l'impresa. Delle sei condanne a morte, quella della Helfman, ch'era incinta, venne commutata hi detenzione, ma l'irresponsabi- , le coinvolgimento di un'ebrea nel regicidio fece scoppiare poco dopo in Ucraina un'ondata di spaventosi pogrom. Benché tale reazione dei contadini a parere di Ulam fosse spontanea, essa rivelò la profonda, conturbante ambiguità con la quale i membri detta Volontà del popolo accolsero il fenomeno. A prescindere dai singoli ■ antisemiti quali Tichomirov e Romanenko, i populisti in genere, compresi quelli ebrei erano incttni a identificare gli altri ebrei con le classi che sfruttavano i contadini Dopo i pogrom del 1881 il giornale La volontà del popolo scrisse infatti: «... molti si sono domandati quale atteggiamento dobbiamo prendere noi socialisti rivoluzionari nei confronti di questi casi di vendetta popolare... Non abbiamo il diritto di condannarli, e nemmeno di rimanere neutrali davanti a queste manifestazioni di collera popolare. Abbiamo il dovere di fare nostre le aspirazioni di tutti coloro che, giustamente esasperati, danno inizio a una lotta attiva e dobbiamo prendere consapevolmente la guida di queste forze e avallare il loro punto di vista». Un veterano del populismo, Vladimir Zebunev, recatosi in Ucraina nella speranza di assistere a un pogrom, rimase crudelmente deluso perché le autorità russe — antisemite anch'esse, ma preoccupate di mantenere l'ordine pubblico — avevano mandato dei soldati per calmare i contadini. Sfumava così un'occasione per valutare le capacità di rivolta del popolo... I moti rivoluzionari della seconda metà dell'Ottocento esercitarono d'altronde la loro influenza su molti avvenimenti degli anni che seguirono. Nel 1887 lo studente Aleksandr Uljanov fu condannato a morte per un fallito attentato contro Alessandro HI. L'inutile sacrificio determinò probabilmente nel fratello Vladimir (Lenin) un atteggiamento negativo verso il terrorismo. Ma fu Stalin a saper trarre la più preziosa lezione dalle precedenti esperienze. Mentre all'epoca degli zar i dissidenti erano talvolta trattati con moderazione, godevano delle simpatie di qualche esponente AcM'establishment e profittavano dei processi per esporre le proprie idee e criticare l'autocrazia, Stalin, oltre ad eliminare ogni debolezza nei rapporti con l'opposizione, fece si che nei suoi tribunali gli imputati si autoaccusassero, attribuendo i difetti del regime ai loro propri «tradimenti» e «sabotaggi». Lia Wainstein

Luoghi citati: Ginevra, Italia, Milano, Mosca, Russia, Ucraina