Parigi non esporta più romanzi di Osvaldo Guerrieri

Parigi non esporta più romanzi La grande narrativa francese è scomparsa dalle liste dei hest-sellers Parigi non esporta più romanzi DOVE' finita la narrativa francese contemporanea? Indiscutibile punto d'attrazione per almeno due decenni, centro propulsore d'idee nuove, esploratrice dell'uomo novecentesco e dei suoi dissidi con la storia, la società, l'anima, ora sembra quasi del tutto scomparsa dal mercato librario italiano. L'indagine sui libri più venduti dell'anno, che la Demoskopea ha condotto per Tuttolibri, segnala, assai indietro, In altri termini di Marie Cardinal, che non è un romanzo: è un dialogo femminista, una meditazione a più voci sul problema della donna, un'opera «politica» insomma. H libro occupa un malinconico venticinquesimo posto e viene dopo tanti romanzi in lingua portoghese, spagnola, inglese. Per trovare un'opera narrativa bisogna scendere ancora più giù, a modesti livelli di vendita, dove troviamo L'indifferente di Marcel Proust. Non è un caso che il primo romanziere presente sia l'autore della Recherche (significativamente ripubblicata proprio.ora da Einaudi). Rispecchia un at)eggiamento editoriale che si è rivolto quasi esclusivamente agli autori del passato più o meno recente. La tendenza, in questo 1979, non sembra variare di molto il suo corso, anche se le case editrici italiane annunciano qualche novità francese. A marzo, Mondadori pubblicherà La metèore di Michel Tournier, Rizzoli preannuncia un nuovo romanzo di Jof f o, Le vetrine illuminate, e Louisiana di Denuzière, una saga americana che copre un arco di trent'anni, dal 1830 alla guerra di secessione. Il programma è un po' più nutrito da Einaudi, che annuncia Casse pipe di Celine, John Inferno di Didier Decoin, vincitore del Goncourt '77 e le opere di Michel Leiris, letterato e antropologo che, per il nostro pubblico, è un'assoluta novità. Rusconi sta traducendo Rue des Bouttques Obscures di Patrick Modiano, vincitore dell'ultimo Goncourt e L'étoile rose di Dominique Pernandez. Bompiani, infine, prepara due libri di Marie Cardinal In aprile uscirà La chiave della porta, e, in autunno, Una vita per due, col quale la scrittrice si distacca dal saggio per tentare un genere più «narrativo», ancorché basato su problemi di vita concreta: in questo caso, il rapporto d'amore con suo marito. Questi piccoli scossoni sono poca cosa, se li raffrontiamo alla massiccia importazione di romanzi statunitensi e tedeschi; confermano lo scarso interesse che sembra circondare la narrativa francese. Le ragioni sono molteplici. Gli osservatori della Demoskopea dicono che il fenomeno può derivare «do una mancata promozione» che si esprime «attra- verso il cinema, la televisione, lo scandalo e una precisa politica commerciale»; gli editori fanno invece discorsi di qualità, di traducibilità, di egemonia culturale perduta. «Ci sono leadership a cui il pubblico soggiace anche inconsciamente, dice Sergio Pautasso, della Rizzoli. Con Sartre e Camus, la Francia ha chiuso una grande stagione, la sua narrativa non è tale, adesso, da monopolizzare l'attenzione mondiale». Sergio Morando, della Mondadori, condivide la diagnosi e aggiunge che «dopo il Nouveau roman, difficilmente traducibile e esportabile, la Francia ha cominciato a riflettere se stessa, la sua letteratura ha perduto i caratteri universali che possedeva fra le due guerre. Gli autori importanti suscitano interesse fra gli specialisti, ma difficilmente ottengono un'udienza generale». . E ciò perché la narrativa francese di questi anni si è «municipalizzata» nel racconto e nella lingua. Riflette la vita di piccole comunità ricorrendo a un linguaggio denso di grumi gergali'. «I francesi, spiega Pautasso, hanno subito da una parte un calo di qualità e dall'altra producono libri difficilmente esportabili I loro romanzi sono scritti ormai in una lingua intraducibile. Prendiamo, per esempio, un libro che in Francia è stato a lungo in testa alle classifiche, La ville baude di Henry Vincenot. E' una saga paesana scrìtta weZZ'argot di Borgogna. Chi riuscirà mai a tradurlo in italiano? Eprendiamo u bellissimo La vie, mode d'emploi di Pérec Sono settecento pagine difficilissime e immodificabili Si potrebbe anche tradurre, ma i ricavi non coprirebbero assolutamente i costi». «In Italia non si pubblicano più romanzi francesi è vero, dice Vittorio Di Giuro, direttore editoriale della Bompiani. Pubblicheremo i due libri della Cardinal Ma è quasi nulla rispetto a quello che la Bompiani pubblicava alcuni anni fa. Oggi la Francia non dà più buoni romanzi». Di Giuro nega che l'editore o il pubblico italiano non siano più interessati alla narrativa francese contemporanea. «Noi vagliamo la maggior parte dei romanzi che si pubblicano in Francia, ma non troviamo più cose appetibili La nostra attenzione è sempre viva, ma troviamo buoni romanzi a uso interno, esclusivamente francesi molto difficilmente troviamo opere a uso esportazione. Ci sono temi personaggi modi di scrìvere che sono esportabili, come quelli anglosassoni, e altri che non lo sono affatto. Ed è il caso del romanzo francese di questi anni». Osvaldo Guerrieri

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