RELIGIONE di Adriana Zarri

RELIGIONE RELIGIONE Pregare da! deserto Adriana Zarri NOSTRO StGNORE DEL DESERTO Cittadella Ediirice Assisi 215 pagine, 3500 lire . (aldo bodrato) Ad ogni tema è dedicata poco più di una pagina, ad ogni problema uno o più pensieri, compiuti e quasi autosufficienti. Così è costruito questo agile scritto sulla preghiera che, per immediatezza di linguaggio e per la concretezza dell'esperienza da cui nasce, è tra le cose più significative dedicate ultimamente a questo argomento. L'autrice, nota per il suo zelo conciliare e per la recente scelta eremitica, articola la sua opera in tre parti. Nella prima, esamina la preghiera dal punto di vista teologico: nella seconda, ne tocca gli aspetti psicologici: nell'ultima, mette l'accento sul linguaggio e sulle situazioni di preghiera. T passaggi dall'una all'altra parte sono pero sfumati dall'andamento discorsivo di queste pagine, che hanno pi ì della meditazione che del trattato. TI discorso si sviluppa come un'acuta riflessione sulla crisi spirituale della nostra società, come una circostanziata denuncia dei limiti culturali e religiosi della liturgia cattolica, come una coraggiosa proposta di rifondazione del linguaggio pubblico e privato della fede. Dopo aver toccato temi come il rapporto tra sessualità e preghiera, tra mercificazione e culto, tra potere e sacralità, la Zarri individua nella riscoperta della gratuita della vita e della fede il terreno fecondo dell'esperienza di preghiera. «L'ascoZto, l'intuizione, la fantasia, la poesia, il gioco, la disponibilità costituiscono — essa scrive — un'attitudine alla preghiera», ma ad una preghiera che sia «il lasciarsi invadere da ciò che non è monetizzabile», da «Dio e dal suo Spirito». Carmine di Sante IL RINNOVAMENTO LITURGICO: PROBLEMA CULTURALE Dehonlane, Bologna, 231 pagine, 6400 iire (a. b.) La riforma liturgica è stata uno dei primi frutti del Concilio, ma anche uno dei più amari, in quanto non ha raggiunto i risultati che molti speravano e ha dato il via a polemiche e recriminazioni non ancora spente. Lo studio di Carmine di Sante si propone di analizzare le cause di questo fallimento e di porre le basi per una più radicale iniziativa di riforma in tale settore. La sua prospettiva di ricerca è teologica è filosofica ed ha come meta l'individuazione del contesto culturale ed antropologico in cui si colloca il problema della creazione di un nuovo linguaggio del culto. Dopo due capitoli sostanzialmente introduttivi, dove esamina i testi conciliari sull'argomento e le tappe della riforma liturgica, l'autore si ferma a lungo sull'analisi delle trasformazioni culturali avvenute nell'ultimo secolo, con particolare attenzione ai temi dell'antropocentrismo, dell'autonomia dell'uomo, della sua nuova coscienza storica e del mutato atteggiamento verso la religione. Sono queste le pagine centrali del libro, fin troppo ricche di riferimenti e rinvìi bibliografici, ma sostanzialmente chiare e ben informate. L'autore vi elabora un'antropologia teologica che, riunificando «homo faber» e «homo ludens», ridefinisce la liturgia come «retorica della gratitudine» e le affida il compito dicelebfare in forma compiuta e poetica il senso della gratuità della vita.

Persone citate: Zarri

Luoghi citati: Assisi, Bologna, Cittadella